"Quei legami tra politica e criminalità": benvenuti a CorruzItaly

ROMA - Si scrive Italia. Si legge corruzione. Questo, in soldoni, il parere dell'Unione europea sul livello di onestà e affidabilità del Belpaese, o di quel che ne resta. 

Tanti i primati, tutti tristissimi, nel primo report Ue sulla corruzione. Dalla legge contro il malaffare al conflitto d'interessi, passando per le leggi ad personam e i processi dimenticati è un bagno di sangue. 

La "nuova legge italiana contro la corruzione - scrive la Commissione dell'Unione europea - lascia irrisolti" vari problemi "perché non modifica la disciplina della prescrizione, le legge sul falso in bilancio e il riciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio". Un intreccio fra politica e corruzione che quindi continua e - prevede Bruxelles - continuerà. E che costa all'Italia circa 60 miliardi l’anno, pari a circa il 4% del Pil.

Ancora: la Commissione ritiene "necessario il varo di disposizioni adeguate in materia di corruzione nel settore privato e sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti". Ma non è finita. La Commissione suggerisce all'Italia di "bloccare l’adozione di leggi ad personam" perché queste sono state "più volte d'ostacolo per i tentativi di darsi norme per garantire processi efficaci".

Processi efficaci che, in Italia, restano un sogno. Altra piaga "particolarmente seria per la lotta alla corruzione", rileva ancora Bruxelles, è la prescrizione perché termini, regole e metodi di calcolo, sommati alla lunghezza dei processi, "determinano l’estinzione di un gran numero di procedimenti". 

Quindi, dulcis in fundo, la Commissione scrive: "In Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo sono tra gli aspetti più preoccupanti, come testimonia l’alto numero di indagini per corruzione". Lo chiamavano Belpaese.