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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Italia

Porti aperti, l'Italia ha ceduto all'Ungheria 32 ettari del molo di Trieste

Prima della Cina a Trieste arriva Orban: il vicepremier Matteo Salvini ha presenziato alla firma dell'accordo con il governo ungherese che investirà circa 100 milioni di euro in infrastrutture

Il vicepremier Matteo Salvini a Trieste ha presenziato alla firma di un accordo con il governo ungherese sul porto di Trieste che - con le dovute premesse in ordine di investimenti - ricalca in piccolo l'ormai noto progetto cinese della "nuova via della Seta" di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi. 

L'accordo stipulato oggi tra Italia e Ungheria infatti concede una concessione demaniale di 60 anni per l'acquisizione da parte del governo Orban di un'area di 32 ettari e di una banchina lunga 300 metri nel porto di Trieste, per un totale lordo di 31 milioni di euro.

Come evidenzia Nicolò Giraldi suTristePrima il governo ungherese intende creare una società "veicolo" proprio all'interno dell'area portuale investendo circa 100 milioni di euro legati al miglioramento delle infrastrutture. Budapest vuole poter arrivare ancora più velocemente a Trieste e ritorno, visto che sono già 28 i treni a settimana.

L'idea ungherese è quella di portare un fatturato di circa due milioni di tonnellate di merci.

"Apriamo i porti a contributi di ricchezza e sviluppo, questi sono i porti che ci piacciono" ha affermato il ministro degli Interni Matteo Salvini, in un chiaro riferimento alla dottrina dei porti chiusi alle navi delle Ong nel bacino Sud del Mediterraneo.

Matteo Salvini a Trieste, bagno di folla e contestazioni

Dagli accordi commerciali alla politica il passo è breve. Il leader del Carroccio, infatti che al suo arrivo in piazza Unità ha fatto un bagno di folla e subìto una contestazione, ha poi fatto riferimento alla situazione della frontiera italo-slovena e alle paventate misure di "barriere fisiche".

"Speriamo di non dover arrivare né alla sospensione di Schengen e né alla realizzazione di muri. Una sana difesa dei sacri confini del nostro paese sarà portata avanti. Confidiamo che il pattugliamento misto dia risultati anche perché non vorremmo essere costretti a utilizzare misure ulteriori. La situazione è sotto controllo però prevenire è meglio che curare e questo vale via terra e via mare".

Chiara la puntualizzazione sugli ultimi fatti di cronaca che vedono la nave della ong Mediterranea che sta puntando verso il porto di Lampedusa. "Mi sembra che ci sia una vera e propria offensiva delle ong nei confronti dell'Italia" ha affermato il ministro.

Migranti, il punto della situazione

Intanto nel Mediterrano centrale sono ben tre le situazioni che vedono navi delle Ong impegnate in un braccio di ferro con l'Italia per la questione migratoria. 

Se infatti il Ministero della Difesa ha annunciato di aver messo a disposizione navi della Marina Militare per evacuazione, trasferimento e sbarco a Malta delle 41 persone salvate ora a bordo di nave Alex della Ong Mediterranea, la ong tedesca Sea Eye ha rifiutato di portare in Libia le 65 persone a bordo della nave Alan Kurdi. 

Ma nel tratto di mare tra la Libia e l'Italia opera anche la ong spagnola Open Arms che ha annunciato che dall'arrivo nell'area Sar la scorsa domenica, sono state ben 111 le persone messe in salvo in tre distinti interventi. Ora non resterà che da capire se l'azione di Carola Rackete ha aperto una faglia nella rete dei decreti sicurezza scritti al Viminale.

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