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Venerdì, 29 Marzo 2024
PRIMARIE

Pd e Sel, primo giorno di "parlamentarie"

Oggi si va al voto in nove Regioni, nelle altre undici le urne saranno aperte domani. Può votare chi è iscritto all'Albo delle primarie

Urne aperte da questa mattina e fino alle 20 nei seggi allestiti in Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Liguria, Umbria, Abruzzo, Molise, Calabria e Campania per le prime elezioni primarie in Italia per la scelta dei candidati al Parlamento alle elezioni del prossimo febbario, decise in tutta fretta da Pd e Sel sull'onda del successo di partecipazione alle primarie che hanno incoronato Pier Luigi Bersani candidato premier del centrosinistra, poco meno di un mese fa. 

Nelle undici Regioni dove le urne sono ancora chiuse, invece, si voterà domani sempre dalle 8 alle 20. Con i tre principali protagonisti delle primarie per la premiership, dunque, che ai seggi andranno domani: Pierluigi Bersani nella emiliana Piacenza, Matteo Renzi a Firenze, Nichi Vendola nella pugliese Terlizzi (Bari).

Potrà votare chi si è iscritto nell'Albo delle primarie Italia Bene Comune, ovvero coloro che hanno partecipato alle primarie per la scelta del candidato premier della coalizione di centrosinistra e gli iscritti al Pd nel 2011 che abbiano rinnovato l'adesione fino al momento del voto.

Il voto di oggi e domani è stato accompagnato da qualche polemica sulla mancata deroga per chi governa città di oltre cinquemila abitanti e sui "nominati". Ovvero i parlamentari uscenti o non che senza dover affrontare la contesa delle primarie saranno graziati e inseriti di diritto nel listino bloccato del segretario Bersani. In tutto, compresi i capilista, il 10% del totale. In questa quota anche il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso che sarà capolista al Senato in Lombardia.

Altri probabili capolista, poi, anche se candidati alle primarie, Cesare Damiano e Stefano Fassina: un segnale per valorizzare chi ha scelto la competizione. In lizza in Lombardia anche l'ex ministro Barbara Pollastrini. Altri "papabili" per il posto di capolista il vice segretario del partito Enrico Letta e il capogruppo Dario Franceschini. E poi ci sono i casi di Beppe Fioroni e Franco Marini che hanno ottenuto la deroga ma non corrono alle parlamentarie. Forse saranno ripescati e l'ipotesi ha suscitato più di una discussione tra i democratici.

Competizione, invece, lontana dal seggio di appartenenza per Anna Finocchiaro e Rosy Bindi impegnate l'una a Taranto, dove non è mancata ieri una contestazione per il caso Ilva, e l'altra in Calabria. Secondo alcune indiscrezioni in caso di sconfitta potrebbero essere "blindate" nel famoso 10%, la cui compilazione, comunque, non sarà ultimata prima del nuovo anno.

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