rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Primarie Pd, è Civati "l'anti Letta"

A pochi giorni dal voto che stabilirà chi sarà a guidare il primo partito del Paese un "focus" sulle priorità di ogni singolo candidato e la risposta alla domanda "che ne sarà di Letta in base al vincitore?"

“Non ho nessun dubbio: il prossimo segretario del Pd sarà un motore fondamentale della partita e renderà il governo più forte”. A sentire Enrico Letta, il suo governo, oramai, avrebbe dovuto raggiungere la consistenza e la resistenza dell’acciaio ‘amorfo’, il più duro fin qui conosciuto. E forse è vero, visto che ha passato più o meno indenne la seconda fiducia di inizio ottobre, la fiducia sulla legge di stabilità, la condanna e la decadenza di Berlusconi. Ed infine è pronto, l’undici dicembre, all’ennesima verifica della nuova maggioranza, dimagrita dopo la fuoriuscita di Forza Italia dalle logiche di governo.

Ed è pronto a dialogare, prima del voto in Aula, con il nuovo corso del Pd, quel segretario che sarà eletto domenica prossima, per l’Immacolata (QUI TUTTE LE INFO). Con quella sinistra 2.0, l’ultimo metro di una stagione politica che ha cominciato a chiudersi con la caduta del Muro di Berlino.

Il premier, si misurerà con tutti. Non a caso, di raccordo con Napolitano, ha scelto di recarsi in Parlamento mercoledì prossimo, dopo le necessarie verifiche interne (e non a caso Alfano illustrerà il progetto Italia 2014, del Nuovo centrodestra, solo dopo un ‘tête-à-tête’ con il nuovo numero del Nazareno). E’ pronto alla sfida che gli lancerà Cuperlo, che alla presentazione del libro libro ‘Photoansa 2013’, cita per primo, a cui riconosce l’acume “accademico”. E’ preparato alla “grande forza” delle questioni poste da Matteo Renzi. Non è pronto alle istanze di Pippo Civati, che quest’oggi non ha mai citato.

Perché? Andiamo con ordine. Facciamo un ‘giochino’: la scala Richter dei grattacapi di Letta a seconda di chi si prenderà la poltrona ad interim di Guglielmo Epifani.

CIVATI, LA MINACCIA – Se domenica sera, Pippo Civati sarà il nuovo segretario del Partito democratico, i sismografi politici oscilleranno parecchio. Una magnitudo tanto forte da far crollare l’intero impianto. Si perché, ‘Pippo’, fin qui è stato chiarissimo. Se ci sarà lui, non ci sarà più 'Enrico’. “Subito una nuova legge elettorale, poi al voto, nella primavera del 2014”. E ancora: “Non ce l’ho con Letta ma dobbiamo creare un governo politico senza ricatti. Dobbiamo trovare l’orgoglio di chi non ha paura del confronto elettorale”. Civati, la ‘testa calda’. I detrattori. Civati, l’anima più intransigente della sinistra. I sostenitori. Civati, il capolinea di Letta. Il suo programma.

RENZI, L’AUT-AUT – L’Opa lanciata dal sindaco di Firenze alla sinistra italiana e al governo, non è proprio una minaccia. Oddio, tanto lontano non ci va, ma non è perentoria come la promessa fatta dall’ex compare di rottamazione. La piattaforma su cui si sta muovendo Renzi in queste ultime ore di campagna elettorale è semplice (semplice, da dire). Visto che le larghe intese non ci sono più e che il governo si regge su un assoluto di maggioranza, per l’appunto i numeri del Pd, l’agenda dell’esecutivo si deve allineare a quella del Partito democratico, il ‘suo’.

Altrimenti? “Altrimenti ci arrabbiamo”. O detta meglio, “finish”. A partire dalla fiducia dell’11 dicembre. “Con Grillo e Berlusconi che fanno le ‘larghe intese’ dell'opposizione siamo rimasti solo noi a costituire il fulcro del governo, e tocca a noi farci sentire”. Anche perché, dice Renzi, Alfano e company hanno numeri da “partitini”. Da qui, le tre cose che il sindaco vuol vedere garantite subito, nero su bianco, da Letta: “Legge elettorale, risparmio di un miliardo dei costi della politica, riforme e interventi per il lavoro”.

Ora, rispetto a Civati, la faccenda Renzi ha un peso specifico di assoluto rilievo. Renzi, infatti, è a dieci centimetri dalla segreteria. Per questo le sue parole, da segretario in pectore, stanno facendo trillare i sismografi di tutta Europa. Ed è per questo ha già scritto la lista della spesa da girare ad ‘Enrico’.

E tuttavia, da qui in poi, posto l’aut-aut, cadrà davvero il governo? Difficile, il sindaco non può permettersi la solitaria responsabilità dell’implosione del progetto Napolitano. Per adesso è bene fermarci alla complicata convivenza con Letta (un film ampiamente descritto quando in estate si è avviato l’iter congressuale); alle sbirciate dietro le quinte: come quelle che raccontano un Renzi terrorizzato dall’essere ‘mangiucchiato’ dal peso extraparlamentare-contro e antieuropeista di Grillo e Berlusconi; alle elezioni europee ad un tiro di schioppo, il primo vero banco numerico del ‘governo’ Renzi, non può permettersi di perdere per strada neppure uno 0,5% di consenso elettorale.

CUPERLO, L’AZIENDALISTA – Dei tre pretendenti al titolo, Gianni Cuperlo sarebbe la soluzione migliore per il ‘buon governo’, quello che ha in testa Letta. E’ l’unico che, senza riserve, ha ampiamente promosso l’operato dell’esecutivo. Anche se non sono mancate le critiche. E le richieste: “Serve un cambio di passo deciso”, va ripetendo da giorni. Ma “dire o si fa così o cade il governo non serve al Paese”. “Il governo ha bisogno di due cose rilanciare il lavoro e le riforme con una netta discontinuità rispetto a quello fatto finora e verso l’atteggiamento ricattatorio della destra estremista. Ci vuole maggiore coraggio su temi economici e sociali”. Ecco, Cuperlo parla di coraggio e di sinistra. Della “profezia della sinistra”, delle radici come propulsore del cambiamento. E nel ricordare e nell’aggrapparsi a queste radici, D’Alema compreso, non ci sarebbe spazio per i tradimenti di ‘Gianni’ (non lo zio) a Letta.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Primarie Pd, è Civati "l'anti Letta"

Today è in caricamento