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Mercoledì, 22 Marzo 2023
Politica

Le pagelle del confronto tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini

Dopo il confronto su Skytg24 è ancora difficile immaginare l'esito della competizione di domenica prossima

Freschezza contro solidità. È questo quanto emerge dal primo confronto tra i due candidati alla segreteria del Pd. Uno Stefano Bonaccini più esperto, più strutturato, forse più pronto a prendere in mano un partito complesso come quello democratico. Più fresca, più radicale, più decisa nella richiesta di cambiamento Elly Schlein. Un sostanziale pareggio, dove ad avere la meglio è stato il fair play. Forse anche troppo. 

Primarie Pd 2023 - Bonaccini contro Schlein

Difficile quindi scegliere un vincitore di questo confronto, un "duello" che molto difficilmente cambierà qualcosa nell'esito delle primarie di domenica prossima. A decidere chi vincerà domenica prossima saranno soprattutto le motivazioni dei rispettivi elettori. Chi sarà in grado di portare più gente ai gazebo, chi sarà capace di mobilitare di più i propri simpatizzanti diventerà il nuovo segretario del Pd. 

Elly Schelein 7 - Parte bene, meglio del suo collega. Sembra emozionata, la voce trema leggermente, sembra quasi che le manchi il fiato. Poi si rasserena, ma paradossalmente perde brio. Prova ad alimentare sin dall'inizio del confronto la sua immagine di portabandiera del cambiamento, e lo fa bene. Chiede l'abolizione degli stage gratuiti - un vero flagello per le giovani generazioni - una stretta sui contratti a tempo determinato, senza entrare nei dettagli della sua proposta. Se ha un difetto è quello di parlare troppo veloce, a tratti si fa quasi fatica a starle dietro. Poi imbraccia la bandiera dei diritti sociali: matrimonio egualitario, stepchild adoption. Gesticola molto, forse troppo, soprattutto con la mano sinistra. Se vuole vincere le primarie deve portare tanta gente che in questo momento non ama il Pd come è fatto oggi a votare ai gazebo. Le serve un'onda lunga di partecipazione, fatta soprattutto da chi negli ultimi anni ha guardato il Pd con sospetto. Non è facile, ma l'unica via che la porta diretta al Nazareno. Ma di una cosa le va dato atto: il solo fatto che lei partecipi alle primarie dona al Pd un tocco di freschezza di cui ha disperato bisogno

Bonaccini 7,5 - Parte lento, a differenza della sua avversaria. Un po' come gli attaccanti di grande stazza fa fatica a mettersi in moto. Un Bobo Vieri emiliano-romagnolo. I tempi serrati del format sembrano metterlo in leggera difficoltà. Poi piano piano carbura e prende il giusto passo. Da buon passista alla lunga emerge nel confronto. Sembra più solido, ha esperienza da vendere. Quando si parla di lavoro con il suo pragmatismo sembra più convincente della Schlein che rimane ferma sugli slogan più vaghi. Sembra presidiare con estrema facilità il centro del Partito Democratico (una sorta di nuovo zenith democristiano). Sa di offrire più sicurezze a molti dirigenti ed elettori del Pd e non vuole rinunciare a questo vantaggio. È il favorito di queste primarie, ma corre un rischio: che l'elettorato della sua avversaria sia più motivato del suo. Un rischio da cui deve guardarsi con attenzione

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