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Martedì, 23 Aprile 2024
Primarie

E' Berlusconi il vincitore delle primarie del Pd

Renzi attacca: "Finite le larghe intese". Cuperlo risponde: "Le ricette di Renzi sono le stesse di venti anni di centrodestra". Nel Pd è guerra a suon di "sei come Berlusconi". E il Cavaliere gongola

Nel ‘Day After’, il giorno dopo la cacciata dal Parlamento, ‘Berlusconi’ è tornato ad Arcore, a casa. Con i suoi figli che, da figli, se la sono presa un po’ con tutti; con Francesca Pascale che, ancora vestita a lutto per la morte della democrazia, ha chiesto per il suo amore l’intercessione di Papa Francesco (tra le tante, è capitato anche questo. Evviva).

Il giorno dopo il 27 novembre, anche il Pd è tornato a casa. E di gran carriera si è rimesso fare quello che sa fare meglio: parlarsi addosso. D’altra parte quella quindicina di correnti interne, decaduto il gran nemico – che in un certo senso metteva d’accordo tutti – dovrà pur trovare una nuova valvola di sfogo. Così, nell’attesa di un nuovo Godzilla o ‘giaguaro’, prima che ‘Silvio’ si ributti anima e corpo nella campagna elettorale più paradossale della storia repubblicana, il tour televisivo a piede libero con l’orizzonte dei servizi sociali, i dem ci hanno dato dentro di veleno. Lo stesso che ha fatto fuori Veltroni prima, qualche annetto fa; la stesso, dopo, che ha governato le primarie 2012, il post tonfo elettorale di fine febbraio e le pugnalate date a Prodi dai 101 franchi tiratori.

La sinistra, quella dei partiti, ha sempre discusso. Solo che al tempo del Partito comunista non si dava a vedere, o almeno si faceva finta di non vedere. Oggi, che la trasparenza va di gran moda, non c’è neppure bisogno dei giornali per ricostruire i dietro le quinte. Fanno tutto da loro: e così facile con Twitter, bastano 140 caratteri per tratteggiare il ‘carattere’.

Così, il giorno dopo l’ennesimo spartiacque della vita politica italiani – che di giorni del giudizio oramai ne ha avuti troppi, tanti da far pensare che si tratti dell’ennesima ‘patacca’ per dirla alla Montanelli (PS: caro Indro, qui manchi a tutti) – la sinistra si è risvegliata con il Renzi-pensiero. Che non è roba da poco visto che, ‘Matteo’, è praticamente il segretario in pectore dei democratici. Video-intervista al Corriere della Sera e parole/paletti che sono tutto un programma.

Programma, il suo, che Renzi esige si trasformi nell’agenda di governo del caro amico pisano, Enrico Letta (“Altrimenti ci arrabbiamo”). Che di lavoro, attualmente, fa il premier, che è stato numero due del Pd fino a metà della primavera scorsa, che, messa in cassaforte la legge di stabilità, fatto fuori per un po’ il Cavaliere, dovrà fare finalmente i conti con chi, dall’interno, potrebbe fargli le scarpe.

RENZI – La questione non è così peregrina. Certo, si vocifera di un patto d’acciaio tra i due galli: un anno, il 2014, di non belligeranza per arrivare alle elezioni nel 2015. E tuttavia, Renzi – che non ha mai considerato le elezioni anticipate una catastrofe – continua ad alzar la voce. E in questo, nel ‘Day After’ ha fatto il funerale alle larghe intese (attenzione, non al governo). “Oggi con il ritiro di Forza Italia e Berlusconi non c’è più un governo di larghe intese. Allora questo governo non può continuare ad andare avanti facendo finta che tutto sia rimasto uguale. Bisogna dare una svolta. Bisogna fare finalmente le cose che servono”. Tradotto: il Pd, che numericamente è l’assoluto dentro la nuova maggioranza, ora più che mai deve dettare il da farsi. Con buona pace di Angelino Alfano e le fragili dinamiche da cristalleria con l’Elefante alle porte.

“Adesso – ha continuato – è il momento di chiedere che le cose si facciano, e quindi ci faremo sentire. Senno... finish”. L’ultimato del “finish” bis a Letta. La tirata di orecchie a Cuperlo: “La sinistra che hanno in mente loro è una sinistra che ha sempre perso”.

CUPERLO – Poco prima dell’affondo del sindaco era stato tuttavia Cuperlo a dare del destrorso al sindaco. “Le ricette per uscire dalla crisi di Renzi – ha sottolineato a ‘L'Aria che tira’ su La7 – sono le stesse praticate negli ultimi venti anni dai governi di destra”. Finita qui? No, c’è stato il tempo anche per il destrorso parte due: invece che Davide Serra, sul palco della Leopolda Renzi avrebbe dovuto chiamare un pensionato del Sulcis perché “la politica può sbagliare ma è, e deve essere, esercizio di responsabilità: devi dire sempre la verità alle persone che ti candidi di rappresentare”.
Cuperlo attacca – e fortunatamente non ci è toccato sentire l’ennesima litania della visita del ‘rottamatore’ ad Arcore, da Berlusconi, che avrebbe innescato l’ennesima difesa d’ufficio, “per Firenze andrei ovunque” – Renzi risponde. Anzi, la palla passa a uno dei suoi, il vice presidente della Camera, renziano doc, in sciopero della fame per l’eliminazione del ‘Porcellum’, Roberto Giachetti: “A Cuperlo sembra abbiano fatto una trasfusione del livore di D’Alema e del linguaggio di Forlani ma il risultato delle primarie non cambierà”.

Tu sei di destra. No, quello di destra sei tu. No, io sono di sinistra. E io sono più a sinistra di te. Domanda: Che le primarie in questa sinistra che fa così fatica a parlare seriamente (se non per pillole spot) di Ilva e degli autisti di Genova le abbia vinte Berlusconi?

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