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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Programma centrodestra, tante promesse ma i soldi ci sono?

Le promesse elettorali del centrodestra sfondano i conti pubblici. In caso di vittoria, Meloni, Salvini e Berlusconi dove troveranno le risorse? Nel programma non vengono indicate le coperture

La campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre 2022 è ormai entrata nel vivo, con la definizione degli accordi tra i partiti e la pubblicazione dei programmi elettorali. Ieri è stata la volta del centrodestra, che ha fissato in 15 punti le sue promesse elettorali in caso di vittoria delle elezioni. Tra le tante cose, i leader di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno detto sì all’estensione della flat tax (anche se in versione light), all’aumento delle pensioni minime, al taglio del cuneo fiscale, alla pace fiscale, alla rottamazione delle cartelle esattoriali, al sostegno alla natalità, al Ponte sullo Stretto, alle modifiche del reddito di cittadinanza, alla riduzione dell’Iva sui beni di prima necessità e all’ampliamento della platea dei beni sui quali si paga un’aliquota ridotta, all’estensione delle cure mediche coperte da ticket, a interventi diretti per aiutare gli italiani a pagare le bollette di luce e gas. Insomma, una valanga di promesse.

Nel programma non si parla mai di tagli alla spesa pubblica ma solo di investimenti (nella digitalizzazione, nelle infrastrutture) e di riduzione delle tasse, mai di coperture. I soldi per realizzare tutto questo ci sono? Una cosa è certa, tutte queste promesse sfondano i conti pubblici. In caso di vittoria, Meloni, Salvini e Berlusconi dove troveranno le risorse per realizzare il programma?

Il programma elettorale del centrodestra: tutti i punti

Centrodestra, nel programma mancano le coperture

Il programma elettorale annunciato ieri dal centrodestra sembrerebbe avere dei costi spropositati, pari a decine e decine di miliardi di euro, potrebbe addirittura superare i 100 miliardi di euro. Sicuramente sfonda i conti pubblici. È vero che ci sono i soldi del Pnrr e che parte delle risorse potrebbero arrivare dalla cancellazione del reddito di cittadinanza (o “rimodulazione” che dir si voglia), ma Meloni, Salvini e Berlusconi dove pensano di trovare gli altri fondi necessari a coprire tutte le promesse fatte agli elettori? A chiederselo sono in molti, compreso il giornalista Paolo Russo de La Stampa, convinto che nel momento in cui dovranno passare dalle parole ai fatti (in caso di vittoria delle elezioni), il centrodestra non riuscirà a mantenere tutte le promesse fatte in campagna elettorale e dovrà “sfogliare la margherita per decidere a chi dare e a chi no”. C'è chi invece paragona l’elenco dei progetti e delle riforme contenuto nel programma elettorale del centrodestra alla letterina di Babbo Natale, nella quale si chiedono una moltitudine di giocattoli, i più belli e desiderati, peccato che poi sotto l’albero ce ne finiscano solo una piccola parte.

Il programma elettorale del centrodestra in PDF

Programma vago e privo di dettagli

Guardando un po’ meglio il programma annunciato dal centrodestra è facile notare che non ci sono dettagli, che alcune volte le promesse sono piuttosto vaghe (mancano spesso i modi e i tempi). Prendiamo ad esempio la voce “Innalzamento delle pensioni minime, sociali e di invalidità”. A quanto? Berlusconi aveva parlato di 1.000 euro per tutti (questa promessa mi ricorda qualcosa), ma nel programma non ci sono indicazioni precise in tal senso. Inoltre costerebbe allo Stato circa 33 miliardi di euro l’anno (le coperture?).

Poi ancora sulla flat tax: Salvini aveva promesso un’estensione della flat tax al 15% per i lavoratori con redditi fino a 65 mila euro (come attualmente succede per le partite iva in regime forfettario), Berlusconi addirittura al 23% per tutti, mentre nel programma si legge: “Estensione della flat tax per le partite IVA fino a 100.000 euro di fatturato, flat tax su incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di ulteriore ampliamento per famiglie e imprese” (con la parola “prospettiva” che non fa ben sperare). Dopo l’euforia iniziale sulla flat tax, dunque, i leader di centrodestra si sono dovuti ridimensionare, promettendo qualcosa che in “prospettiva” potrebbero realmente realizzare viste le risorse a disposizione.

Idee confuse nel centrodestra sulla flat tax: le proposte di Berlusconi, Salvini e Meloni

Flat tax e riforma fiscale: la versione finale del centrodestra

La rivoluzione delle tasse promessa dal centrodestra non finisce qui, perché oltre all’estensione della flat tax nel programma c’è anche la pace fiscale, la rottamazione delle cartelle esattoriali, ma anche il taglio del cuneo fiscale e interventi diretti per aiutare gli italiani a pagare le bollette di luce e gas. Naturalmente il centrodestra promette che non ci saranno nuove tasse: dove troverà allora i soldi per realizzare tutto questo? La domanda per ora resta senza risposta, in attesa di chiarimenti e specifiche che si spera arrivino quanto prima.

Vale la pena ricordare che proprio pochi giorni fa Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (partito al momento con i sondaggi a favore) aveva ricordato ai colleghi di non fare promesse irrealizzabili agli elettori. Allora perché non indicare le coperture nel programma elettorale? Sarebbe stato sicuramente tutto più chiaro agli occhi degli elettori e di chi dubita della bontà delle promesse elettorali fatte dal centrodestra.

Di quanto è in vantaggio il centrodestra

Elezioni 25 settembre 2022: il programma del centrodestra è sostenibile?

Per concludere, nei 17 fogli del patto con gli elettori ci sono sicuramente dei buoni propositi da parte del centrodestra, ma per essere veramente credibili queste promesse devono essere accompagnate da una dettagliata indicazione delle coperture, perché se si tagliano le tasse e si aumentano le pensioni minime si riducono le entrate nelle casse dello Stato, e come ben sappiamo l'Italia ha già sulle spalle un grosso debito. Berlusconi assicura “Siamo persone responsabili, procederemo con gradualità, non intendiamo fare nuovo deficit”. Ma allora come verrà realizzato questo programma elettorale, dove si troveranno i soldi? Il generico riferimento al “taglio della spesa pubblica improduttiva” non basta, servono i dettagli per convincere gli italiani e i mercati finanziari. Eh sì, perché gli investitori stanno monitorando la situazione politica italiana mostrandosi pronti a disinvestire in caso di scarsa prudenza fiscale.

Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore unico nazionale di Forza Italia, illustrando il programma di centrodestra dichiara: “Recupereremo le risorse che già ci sono” (sì ma dove?). Dopo aver specificato che il programma di centrodestra “non farà aumentare debito e deficit”, Tajani indica, ad esempio, che “il taglio del cuneo fiscale sarà finanziato dalla crescita dell’economia e da una buona spending review”. Il rischio, però, è che per realizzare tutto questo si vada a tagliare la spesa sociale, si intervenga a gamba tesa sulle deduzioni e detrazioni fiscali, andando a penalizzare le famiglie con più figli e con disabili a carico.

L’invito degli elettori ad indicare le coperture

Vista la valanga di promesse sono in molti a chiedere una dettagliata indicazione delle coperture per rendere credibile il programma del centrodestra. La cosa strana è che l’invito arriva anche da Giovanni Toti (che fa parte dei moderati del centrodestra): “Prima regola: chiunque dica che abbasserà le tasse, anche solo di un euro, deve anche spiegare dove prenderà i soldi per farlo perché, se non si diminuisce la spesa o non si aumenta il Pil, ovvero la ricchezza, nessuno riuscirà realmente a diminuirle”.

Ad ogni modo una cosa è certa: i soldi che serviranno ad attuare il programma del centrodestra non arriveranno dalla lotta all’evasione fiscale, visto che nelle 17 pagine illustrate ieri non c’è un minimo accenno a questo, nonostante il sommerso sia uno dei più grandi problemi del nostro Paese. L’autore e scrittore Giulio Cavalli definisce il programma di centrodestra come “miele per gli evasori”, parlando di “condoni mascherati” e di una “riforma del fisco raccontata in due righe senza sapere da dove hanno intenzione di prendere i soldi”, forse pensando anche alla promessa di “innalzamento del limite dell’uso del contante” in un Paese in cui l’evasione la fa da padrone.

Per zittire tutti coloro che dubitano, c’è una sola cosa da fare: dettagliare le coperture, altrimenti quanto si legge nei programmi elettorali resta pura e semplice propaganda elettorale. È scontato dire che la cosa vale per tutti, nessun partito o coalizione può esimersi: si chiama rispetto per l’elettore, per chi sceglie di mettere nelle mani di un partito o di un leader politico il proprio futuro e le sorti di un'intera nazione.

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