La protesta silenziosa dei sindaci schiacciati dal patto di stabilità
I primi cittadini aderenti all'Anpci si sono presentati davanti al Parlamento per opporsi alle misure stringenti del governo: "Siamo stati isolati da senatori e deputati"
Prima giorno di lavoro della nuova legislatura e prima protesta davanti a Montecitorio. Davanti alla Camera infatti i sindaci aderenti all’Anpci, Associazione nazionale piccoli comuni italiani, si sono fatti carico, attraverso una manifestazione silenziosa, di una serie di richieste urgenti: esclusione dei comuni fino a 5 mila abitanti dal Patto di stabilità; nuova Imu ridotta e assegnata integralmente ai comuni; autonomia generale e libera scelta nell’organizzazione dell’ente locale; centralità del ruolo dei piccoli comuni; riordino normativo e fiscale; semplificazione amministrativa e contabile.
“Noi che siamo le istituzioni, che abbiamo la fascia tricolore – ha lamentato la presidente dell'Anpci, Franca Biglio – siamo stati relegati in un angolo, al di là delle transenne, sia davanti al Senato che alla Camera. Siamo stati isolati, non ci è stato permesso di prendere contatto con i deputati e i senatori. Siamo abbandonati a noi stessi, in balia di un mare burrascoso. Siamo stanchi e delusi, ma la nostra battaglia continuerà: saremo qui a Roma per tutti gli appuntamenti più importanti del nuovo Parlamento”.