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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Province 'addio': la riforma è legge

Montecitorio ha approvato la riforma Delrio con 260 sì, 158 no e 7 astenuti. Nessuna modifica al testo del Senato. Forza Italia, M5s, Lega, Sel e Fdi hanno votato contro. Enti locali modificati in vista di una futura soppressione per la quale è necessaria una modifica della Costituzione

ROMA - L'abolizione delle Province è legge. La Camera dei deputati ha infatti convertito definitivamente in legge il cosiddetto “ddl Delrio” – dal nome dell’allora ministro per gli Affari regionali e attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio – sulla riforma delle Province, con 260 voti favorevoli, 158 contrari e 7 astenuti (e ben 204 assenti). A favore hanno votato Pd, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Popolari per l'italia. Hanno votato contro Fi, M5S, Lega, Sel e Fdi.

PROTESTE IN AULA - Durante la votazione più volte il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta ha urlato "Golpe! Questo è un golpe! Votiamo compatti no". Dopo il voto, dai banchi del Pd si è levato un applauso. Le proposte di modifica presentate dalle opposizioni sono state tutte respinte.

Il ddl era stato presentato nell’agosto del 2013, approvato il 21 dicembre alla Camera (quando il presidente del Consiglio era Enrico Letta) con i voti favorevoli di Pd, Scelta Civica e Ncd e lo scorso 26 marzo era stato approvato, con qualche difficoltà e modifica, anche dal Senato. Lo scorso 3 aprile erano state respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega. Vista l’approvazione definitiva del disegno di legge, le elezioni provinciali che si sarebbero dovute svolgere a maggio in 52 province non si svolgeranno.

COSA CAMBIA: ENTI LOCALI MODIFICATI - Nonostante si parli di “abolizione”, il ddl Delrio non basta ad abolire le province, ma rivede funzioni e competenze degli enti provinciali in vista di una futura soppressione per la quale è necessaria una modifica della Costituzione. Si ridisegnano confini e competenze dell'amministrazione locale in attesa della riforma del Titolo V della Costituzione. Le province diventano enti territoriali di area vasta, di secondo grado, e dal 2015 le città metropolitane subentreranno alle province omonime (sindaco metropolitano sarà il sindaco del comune capoluogo). Il ddl, in sostanza, stabilisce che i consigli e le giunte provinciali siano aboliti e sostituiti da assemblee di sindaci del territorio della vecchia provincia (non ci saranno quindi più elezioni, presidenti di provincia, giunte e assemblee provinciali). Le funzioni di questa nuova assemblea riguardano aree per cui in precedenza erano competenti le province, come le strade. La riforma prevede inoltre l’istituzione delle città metropolitane che si sostituiranno alle province dal primo gennaio 2014 e nuove regole per la fusione dei comuni.

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