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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'INTERVISTA

Berlusconi al Quirinale? Il messaggio in codice di Quagliariello: "Pronti a dialogare anche con Renzi"

Il senatore di Coraggio Italia lancia nell'intervista a Today.it un messaggio agli alleati più naturali, quelli del centrodestra, ma soprattutto a Forza Italia, che se vorrà davvero candidare Silvio Berlusconi per il dopo-Mattarella, non potrà continuare a snobbare il partito del presidente della Liguria Giovanni Toti e del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

"Non posso fare a meno di notare che il partito di Berlusconi è particolarmente disattento alle nostre posizioni, sia per quel che concerne l’aspetto programmatico, sia per quel che riguarda il rispetto dei rapporti di forza. Forza Italia, insomma, è il partito più ostile nei nostri confronti. Lo si potrebbe comprendere perché insistiamo sulla stessa area politica. Ma l’attuale debolezza del centro del centrodestra dovrebbe sollecitare un confronto franco e leale, non alimentare una conventio ad excludendum. La concorrenza sui parlamentari, l’acquisizione di Rospi per esser chiari, ci sta. Quel che mi pare miope è non considerarci interlocutori della stessa area. Ed è un errore non riconoscere quanto riusciamo a rappresentare con i voti guadagnati nelle urne, così come accaduto in Calabria”. 

Lo dice in una intervista a Today.it il senatore di Coraggio Italia Gaetano Quagliariello, che lancia un messaggio agli alleati più naturali, quelli del centrodestra, ma soprattutto a Forza Italia, che se vorrà davvero candidare Silvio Berlusconi al Quirinale, non potrà continuare a snobbare il partito del presidente della Liguria Giovanni Toti e del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. L'ex Ministro è pronto ad aprire un dialogo con Matteo Renzi, ma questo sarebbe un danno per i piani del Cavaliere. Infatti, con riferimento al muro dei forzisti nei confronti della rappresentanza fucsia, Quagliariello parla proprio di errore.

Senatore addirittura un errore? E che ci perde Forza Italia?
"È evidente che a un certo atteggiamento segue inevitabilmente una reazione. È chiaro che in generale, ma ciò vale anche per il Quirinale, se uno fa parte di una coalizione, le proprie preferenze le esprime all’interno della coalizione. Dopo di che, se le proprie considerazioni non hanno la maggioranza, uno sta alle determinazioni prese tutti insieme. Ma se uno non viene considerato parte di una alleanza, allora ha mani libere".

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"Questa è la traduzione che dà lei, una traduzione non autorizzata, ma che potrebbe starci". 

Lei si focalizza sul Centrodestra, ma, dalla Leopolda, Renzi ha rilanciato un cantiere per un grande Centro che possa muoversi intorno al 15%. Coraggio Italia potrebbe essere di quella partita. 
"I numeri in politica sono importanti, non se ne può prescindere ma non sono tutto. Al di là del 15%, il vero problema è un altro: la pandemia, che è stata un fatto epocale, ha modificato sostanzialmente molte cose in ambito geopolitico, economico e sociale. È necessario per questo aggiornare i programmi e constatare se le coalizioni di ieri corrispondono alle nuove definizioni programmatiche. Per essere ancora più preciso, penso che nel centrodestra finora si sia privilegiata la tattica piuttosto che la strategia, più gli schieramenti che non le idee. Noi siamo interessati a che nella nostra coalizione questa logica si ribalti. Se questo accadrà, ci saremo". 

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Ma se il centrodestra restasse a trazione Salvini o Meloni, come ipotizza Renzi, quante idee potreste condividere? 
"La cosa importante è che il dibattito possa essere proficuo e non vi siano conclusioni precostituite. L’altra cosa importante è che non sia infinito e che prenda il via subito, in modo che all’indomani delle elezioni del Presidente delle Repubblica vi siano delle idee chiare. In ogni caso, una forza che può essere il centro del centrodestra, o il centrodestra del centro, non può sottrarsi a partecipare a un confronto serio sia nell’uno che all’altro campo, senza che questo significhi avere il piede in due staffe. Noi privilegiamo la nostra coalizione ma deve esserci un coinvolgimento vero, ci deve essere la volontà di dibattere, arrivando a delle conclusioni che non siano diametralmente opposte a quello che pensiamo. Dove c’è un dibattito serio non mi sentirei di non parteciparvi. Possiamo essere centro del centrodestra come anche il centrodestra del centro. Non possiamo essere altro. Non possiamo essere sponda del centrosinistra o con il Movimento 5 Stelle". 

Se potete essere anche centrodestra del centro, come risponde a Renzi con una parola?
"Ok, vediamo, andiamo avanti e confrontiamoci sui programmi, ma con lealtà e senza tatticismi ti diciamo che se si dovesse aprire una prospettiva nuova e seria nel centrodestra, quello sarebbe il nostro posto".

Per tatticismi, si riferisce alla battaglia per il Quirinale? 
"È normale che oggi il dibattito politico si intersechi con la questione del Quirinale, ma, oltre il nome, si presuppone che ci sia anche una idea sul sistema politico che si va riformando. Credo che l’alleanza che eleggerà il Presidente della Repubblica dovrà avere anche una idea sui prossimi 3 anni, se non si vuole essere incoscienti". 

C’è un nome che lei lancerebbe per il Quirinale?
"No, sia per la considerazione della nostra effettiva forza politica, sia per ragioni metodologiche e soprattutto per scaramanzia".
 

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