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Elezioni Quirinale, al quarto scrutinio in 166 votano per il Mattarella bis ma è ancora fumata nera

Centrodestra astenuto, dal Pd scheda bianca. 56 voti al magistrato Di matteo. Il leader della Lega Matteo Salvini chiede altre 24 ore per trovare un candidato di spessore di area culturale di centrodestra per poi poter aprire la trattativa con il centrosinistra

Ultim'ora: dal vertice del centrodestra i nomi per il Quirinale

  • Nella quarta votazione hanno ottenuto voti Mattarella (166) e Di Matteo (56). 261 le schede bianche, 441 gli astenuti. Servirà una nuova votazione, la quinta, prevista per domani a partire dalle 11. Il presidente Roberto Fico ha convocato alle 10.15 la conferenza congiunta dei capigruppo. In discussione i due voti al giorno e le eventuali votazioni nel fine settimana.  
  • Il centrodestra (453 voti di Lega, FdI, FI, Coraggio Italia, Rinascimento) ha chiesto ai suoi grandi elettori di astenersi alla quarta votazione per il presidente della Repubblica. Dalla conto dopo lo scrutinio mancherebbero quindi 12 voti: Elio Vito di Forza Italia e Vittorio Sgarbi del Misto-Noi con l'Italia, hanno invece ritirato la scheda, annunciando che avrebbero votato scheda bianca. La coalizione chiederà due votazioni al giorno da domani.
  • M5s, Pd e Leu e Italia Viva (449 grandi elettori) indicazione di scheda bianca nel quarto scrutinio per l'elezione del capo dello Stato. Il Movimento 5 stelle ha lasciato ad ogni modo libertò di coscienza.
  • La federazione di +Europa-Azione (5 grandi elettori) ha indicato, come nei tre precedenti voti, la ministra della Giustizia Marta Cartabia.
  • Alternativa C'è e i parlamentari indipendenti del Gruppo Misto (40 elettori) votano il magistrato Nino Di Matteo.

Anche la quarta votazione si conclude con un nulla di fatto nonstate il quorum sceso da 673 a 505 voti. Un nuovo vertice di centrodestra si dovrebbe tenere intorno alle 19:00. Domani venerdì 28 gennaio la quinta votazione prevista a partire dalle ore 11. È possibile che i gruppi politici si accordino per anticipare la prima chiamata e rendere possibile una doppia votazione.

Elezioni Quirinale, cosa dicono i numeri

Voce da sempre critica nel centrodestra quella di Elio Vito che via twitter esprime tutto il suo dissenso evidenziando l'autosufficienza del centrosinistra nel portare un nome di bandiera al Colle: "La scriteriata decisione dei leader del centrodestra di non partecipare alla votazione, ha dimostrato solo che il centrosinistra, con 538 votanti, è autosufficiente per eleggere il Presidente della Repubblica!" chiosa Vito.

Quirinale, altre 24 ore di trattative

"Per consentire ai grandi elettori di tutti i gruppi di superare veti e contrapposizioni - si legge in una nota al termine del vertice del centrodestra - e convergere per dare all'Italia un nuovo Presidente della Repubblica, la coalizione ha deciso di dichiarare il proprio voto di astensione nel voto odierno. Il centrodestra è pronto a chiedere di procedere domani con la doppia votazione".  I grandi elettori del centrodestra risponderanno alla chiama, si avvicineranno alla Presidenza e diranno ai segretari 'astenuto' senza ritirare la scheda. Dopo aver annunciato l'astensione, i grandi elettori usciranno dall'Aula senza passare dalle cabine. È quanto spiegano fonti del centrodestra nelle 'istruzioni per l'uso' in vista del quarto scrutinio di oggi dopo la scelta dell'astensione.

"Ci prendiamo un'altra giornata perché voglio allargare il campo del centrodestra e trovare un nome di altro profilo istituzionale" ha detto Salvini ai suoi spiegando che lavorerà altre 24 ore per trovare un candidato di spessore di area culturale di centrodestra per poi poter aprire la trattativa con il centrosinistra". Giorgia Meloni non era d'accordo, voleva che la coalizione si misurasse si un nome, ma ha acconsentito a optare per l'astensione per non spaccare la coalizione.

Dal canto loro Pd, M5S e Leu opteranno per la scheda bianca anche nella quarta votazione per il Quirinale. Come anticipato anche dal ministro della Salute Roberto Speranza il centrosinistra sarebbe d'accordo con la richiesta di andare a due votazioni al giorno da domani. "È giusto accelerare'' ha detto l'esponente di Leu lasciando la riunione del centrosinistra.

Anche oggi, alla quarta votazione per l'elezione del presidente della Repubblica, la federazione di +Europa-Azione voterà, come nei tre precedenti voti, Marta Cartabia, la ministra della Giustizia che Carlo Calenda ha lanciato per il Quirinale.

Sarà invece il magistrato Nino Di Matteo il nome su cui convergeranno i parlamentari di Alternativa e i parlamentari indipendenti del Gruppo Misto. "Nel ringraziare il Professor Maddalena per aver accolto la candidatura alla Presidenza della Repubblica, siamo lieti e onorati d'aver sostenuto con forza il suo nome per ben tre votazioni. Mentre la maggioranza parlamentare votava scheda bianca, noi abbiamo proposto un giurista d'altissimo profilo e attorno ad esso abbiamo raccolto il consenso di tanti parlamentari. Oggi, anche considerato il suo espresso desiderio di fare un passo indietro, abbiamo deciso di proporre un altro candidato che siamo certi potrà raccogliere altrettanta stima e consenso" spiegano.

E se centrodestra e centrosinistra dovesse decidere di 'forzare' e andare alla 'conta' su un nome? Cosa succederebbe? Oltre alle notevoli implicazioni politche per il governo Draghi, per il Colle diventerebbero determinanti ma non sufficienti i voti di Italia viva, e servirebbero quindi anche alcuni voti del Misto. Ma ad avere più chance sarebbe il centrodestra: ecco i numeri in campo e le possibili 'alleanze':

  • Centrodestra + alleati d'area: 454 voti (mancano 51 voti alla maggioranza assoluta di 505);
  • Centrosinistra con alleati d'area: 436 voti (mancano 69 voti alla maggioranza assoluta di 505)
  • Italia viva: 45 voti.
  • Centrodestra con Italia Viva: 499 voti (mancano 6 voti alla maggioranza assoluta di 505)
  • Centrosinistra con Italia Viva: 481 voti (mancano 24 voti alla maggioranza assoluta di 505)
  • Indispensabili i voti del Gruppo Misto dove non risultatno iscritti a nessuna componente 47 (24 Camera e 23 Senato). Ma il bacino di voti del gruppone dei cosiddetti 'cani sciolti' e' più ampio: al Senato il Misto conta 47 parlamentari, di cui 23 non iscritti ad alcuna componente (per lo più si tratta di ex M5s, ma ci sono anche alcuni senatori a vita); poi ci sono 1 senatore del Maie, i 3 di Italexit di Paragone, 1 di Italia dei valori, 1 di Potere al popolo e 1 del Partico comunista. Alla Camera il gruppo Misto è composto da 66 deputati, di cui 16 di Alternativa, componente che si colloca all'opposizione del governo Draghi e formata per la maggioranza da ex M5s; a loro si aggiungono le componenti di Maie-FacciamoEco che conta 8 deputati; Centro democratico 6;
    Minoranze linguistiche 4, ma sono voti che potrebbero convergere almeno in parte con il voto del centrosinistra; 24 i non iscritti ad alcuna componente.

Il rebus del Quirinale rimane quindi per ora irrisolto e la trattativa proseguirà oggi su tre nomi, in ordine alfabetico: Belloni, Casini, Draghi.

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Sullo sfondo resta sempre la candidatura di Mario Draghi, anche se Lega, FI, M5s non perdono occasione per chiedere che il presidente del Consiglio rimanga a Palazzo Chigi. Ma potrebbe riemergere se non si dovesse trovare una convergenza tra le due coalizioni e continuasse il muro contro muro.

Sul negoziato aleggiano i 125 voti ricevuti ieri da Mattarella - arrivati dalla fronda pentastellata - e che in qualche modo rivitalizzano l'ipotesi di una sua rielezione. I 114 voti ottenuti da Crosetto marcano la distanza tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini e un ulteriore frazionamento del quadro, in cui ciascuno sembra giocare una partita propria. 

Circola anche il nome del giurista Sabino Cassese, ma più tra i giornalisti che non tra i politici, per via di un presunto incontro, seccamente smentito, tra il costituzionalista e il leader della Lega. L'ipotesi che sarebbe gradita a Fratelli d'Italia: Cassese è stato ospitato ad Atreju e sul presidenzialismo si è detto disponibile. Sul suo nome però ci sarebbero corpose fibrillazioni nella Lega, per le dichiarazioni contro l'autonomia rilasciate nel tempo dal giurista 86enne. Il nome di Cassese, che comunque non sarebbe stato fatto al vertice di centrodestra, non sarebbe in cima alle preferenze neanche dei 5 stelle.

Il no comment di Cassese

Risponde a telefono per pochi minuti con la gentilezza senza fronzoli di un professore abituato a parlare con allievi e colleghi. Perchè questo si sente prima di tutto Sabino Cassese, entrato nelle ultime ore nella rosa dei nomi più accreditati per il Quirinale: un professore. Giurista, accademico, già inserito in una rosa di papabili per il Quirinale nel 2013, 86 anni smentiti a ogni parola dalla voce fresca e da un filo continuo di ironia. Quando è uscito il suo nome, ieri, molti si sono rallegrati, anche nei Palazzi..."Ma cosa vuole, saranno stati miei allievi...", commenta con la voce che si increspa in un sorriso.

Chi è Sabino Cassese, il giurista ed ex ministro con lo sguardo al Quirinale 

Insomma, però, i rumors girano, è stato contattato dalla Lega o da qualcuno della maggioranza per sondare la sua disponibilità per il Colle? Il professore dribbla la domanda, parla di un paio di articoli scritti di recente sul Quirinale, dei suoi libri a cui tiene tanto. Ma lei sarebbe disponibile? "Mi lasci dire che l'eccellente passato riguardo alla scelta dei presidenti della Repubblica mi fa nutrire una molto ragionevole speranza che il Parlamento in seduta comune faccia una buona scelta...", risponde. "Adesso devo proprio andare, buon lavoro a lei", si congeda.

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