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Martedì, 23 Aprile 2024
Scenari

Quirinale: Salvini guarda oltre Berlusconi (e punta su due nomi)

Il segretario della Lega non vuole farsi sfuggire il ruolo di kingmaker e assicura che il Carroccio "farà una proposta che penso potrà essere convincente per tanti, se non per tutti". Il che significa una cosa sola: si guarda già oltre il Cavaliere, che però proverà ad andare fino in fondo

Si guarda già oltre Berlusconi. Mercoledì o giovedì sarà il giorno della 'resa dei conti' in un centrodestra che appena si alza dalla tavola di Villa Grande, torna a muoversi in ordine sparso, a iniziare dal leader della Lega, Matteo Salvini. Ieri il segretario del Carroccio ha di nuovo fatto capire, a chiare lettere, che le carte sul Colle le vuole dare lui. "La settimana prossima - ha detto dopo aver spiegato che in settimana, entro lunedì 24, "sapremo degli incontri e dei conti di Silvio Berlusconi" - la Lega farà una proposta che penso potrà essere convincente per tanti, se non per tutti".

Parole che cadono come un macigno nei taccuini dei giornalisti convocati dal leader leghista. E' il piano 'b', che rischia di spaccare il centrodestra, un piano sempre negato (o visto come subordinato) ma pronto prendersi di nuovo la scena, tra un plauso e l'altro al "fondatore del centrodestra, quel Silvio Berlusconi, su cui nessuno può mettere veti". Ma che in realtà potrebbe finire fuori dai giochi "che contano" ben prima del 24 gennaio. 

Elezioni Quirinale:il mini-strappo di Salvini

La proposta leghista, il nome, nessuno sa per certo quale sarà. Qualcuno ipotizza un patto di legislatura, a tutto campo, rispondente a quello chiesto dal leader del Pd, Enrico Letta, che veda l'accordo di tutte le forze politiche, arrivando a costruire un puzzle con tutte caselle 'nuove': non solo il Quirinale, ma anche la guida di Palazzo Chigi e la compagine di governo. Il problema è che gli alleati, a partire dal partito di Silvio Berlusconi, temono che nel gioco politico sia proprio il Cavaliere a dover pagare il prezzo dell'accordo, senza nessun vantaggio. Le parole di Salvini vengono lette come uno strappo che avrà conseguenze.

Le altre importanti notizie del giorno

"Le dichiarazioni di Matteo Salvini - si affrettano a spiegare fonti azzurre - sono in linea con gli impegni presi e l’accordo raggiunto alla riunione dei leader del centrodestra di venerdì scorso", quando si è stabilito che "il centrodestra affronterà l’elezione del presidente della Repubblica - come tutti i prossimi appuntamenti elettorali - unito e saprà esprimere un candidato all’altezza". Candidato che corrisponde "al profilo del presidente Silvio Berlusconi". L'altolà a Salvini e alle sue fughe in avanti è netto: "Ogni tentativo di creare polemiche o contrapposizioni fittizie, utili solo agli avversari politici, sarà dunque respinto".

In serata fonti leghiste fanno trapelare che "le letture malevole" vanno respinte. "Salvini ha ribadito quanto sta sostenendo da settimane ed è in linea con quello che è stato deciso dopo l’ultimo vertice di centrodestra a Villa Grande". Ma l'attesa per lo show down, tra una portata e l'altra, con le immancabili pere al vino rosso di Villa Grande, vede già accesi i riflettori sulla dimora di Berlusconi a Roma, dove mercoledì o giovedì si ritroveranno il tre leader del centrodestra, Berlusconi, Salvini e Meloni.

La candidatura di Silvio Berlusconi è appesa a un filo

La candidatura di Silvio Berlusconi è però sempre più appesa a un filo, secondo i principali quotidiani italiani. "Gli alleati ormai cercano delle alternative senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo - nota la Stampa -  La corsa sarebbe al capolinea, secondo voci che si rincorrono in serata, smentite dallo staff del Cavaliere. Quella diffidenza degli alleati, mal celata da molto tempo, ha preso corpo", con le dichiarazioni di Salvini.

Berlusconi vuole andare fino in fondo, i suoi assicurano che ha intenzione di scendere in campo ma solo alla quarta votazione. Difficile pensare però che il centrodestra vi arrivi compatto. Salvini non sta lì ad aspettare passivamente, ed è un problema per la compattezza del trio che include anche Meloni. "L'interpretazione più diffusa tra i parlamentari berlusconiani - continua il quotidiano torinese - è che Salvini si sia deciso a passare all'azione dopo che l'asse con Matteo Renzi si è incrinato. Se il leader di Italia Viva, con il quale il dialogo è stato costante in questi mesi, facesse i nomi di Pierferdinando Casini o dello stesso Mario Draghi, Salvini potrebbe perdere il ruolo da kingmaker al quale tiene molto".

Salvini piazza un ostacolo non da poco per i progetti di Berlusconi: "Entro lunedì, giorno della prima votazione, deve sciogliere la riserva". Traduzione: il fondatore di Forza Italia non può pensare di trascinare l’intero schieramento sino alla quarta votazione e di fargli correre il rischio di una debacle d’aula, senza paracadute. Anzi una risposta, Salvini, la vorrebbe persino prima, suggerendo un anticipo del vertice di coalizione: domani, al massimo giovedì.

La carta nascosta di Matteo Salvini

Il vero timore di Salvini, racconta Repubblica, è che Berlusconi abbia un proprio piano B: in caso di fallimento della sua missione, il Cavaliere potrebbe riprendersi la sedia del regista e lanciare Mario Draghi, intestandosi un profilo alto. Questa lettura, al capo della Lega, è suggerita anche dalla visita di Gianni Letta a Palazzo Chigi, qualche giorno fa, dove l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha incontrato il capo di gabinetto Antonio Funiciello. Non a caso, Salvini continua a bloccare Draghi sula strada del Quirinale («È meglio che resti dov’è») ma creando nei fatti anche condizioni difficili per la sua permanenza a Chigi, con l’invito a un rimpasto che dovrebbe premiare i leader di partito ma che certo destabilizzerebbe il governo".

La carta nascosta di Matteo Salvini sarebbe ovviamente un nome di area di centrodestra, su cui ricercare ampie convergenze: Marcello Pera o Letizia Moratti.

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