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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso

Grillo racconta "la truffa" di Radio Padania

Un post sul blog per raccontare dell'interrogazione parlamentare firmata da Riccardo Nuti contro una legge che consente alla radio della Lega Nord di occupare liberamente frequenze in tutta Italia. Senza pagare un euro

"L'emittente radiofonica della Lega Nord, Radio Padania Libera, è una radio comunitaria - come Radio Maria - e tramite un emendamento presentato da un suo stesso deputato, Davide Carlo Caparini, dal 2001 può occupare frequenze libere su tutto il territorio nazionale senza pagare un soldo". Lo denuncia il gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera sul blog di Beppe Grillo citando un'interrogazione del portavoce, Riccardo Nuti.

"Acquistano a 0, rivendono a 10 (milioni)" - "Le frequenze che acquisisce gratuitamente servono solo ad essere poi cedute a titolo oneroso o in permuta a emittenti radiofoniche commerciali con differenze di valore che hanno fatto ottenere plusvalenze ingenti. Ad esempio, Radio Maria, nell`area di Milano, ha ceduto per 10 milioni di euro una frequenza a Radio 2, ovvero il servizio pubblico. Lo stesso ha fatto Radio Padania Libera in decine di casi, con RTL 102,5 e Radio 101, la prima riconducibile a Lorenzo Suraci, la seconda al gruppo Mondadori, quindi Silvio Berlusconi, con cui la Lega ha governato quando ha presentato questo emendamento".

"E' un finaziamento illimitato" - "Lo scopo - concludono - appare chiaro: garantirsi fonti di finanziamento illimitate. Radio Padania ha inoltre preso contributi pubblici per 5 milioni di euro e col giochino della cessione o permuta delle frequenze è arrivata a raccoglierne circa 300, facendo lievitare il suo fatturato dai 100mila euro del 2006 ai quasi due milioni di euro del 2008. Non male per una radio che può trasmettere solo 3 minuti di pubblicità ogni ora, alla faccia delle piccole emittenti locali per cui il mercato delle frequenze è bloccato e che devono sostenere notevoli spese per continuare a restare in onda. A ciò va aggiunto l`evidente conflitto d'interessi di Caparini, autore della norma pro Radio Padania, fondatore e socio della stessa radio".

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