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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Radio Radicale, l'offensiva M5s sorprende il Pd: che cosa succede nel 2020

L'anno prossimo ci sarà una gara pubblica per la trasmissione delle sedute del Parlamento. Di Maio: "Gli italiani non potevano pagare altri 24 milioni di soldi delle loro tasse per finanziare Radio Radicale". Il Pd è stato preso in contropiede dall'offensiva M5s

Radio Radicale al centro del dibattito: il braccio di ferro sui fondi all'emittente è tutt'altro che concluso. Luigi Di Maio aveva specificato - non senza una certa qual dose di retorica - di preferire che i soldi venissero dati ai terremotati. "Radio Radicale proseguirà nel servizio fino all'espletamento di una gara ed è confermato lo stanziamento di 8 milioni l'anno. Questa è l'intesa che entra nella manovra", ha poi detto il sottosegretario all'Editoria Andrea Martella. 

"Su Radio Radicale ci sarà una gara per il 30 aprile 2020, nella quale Radio Radicale conoscerà il libero mercato. I 24 milioni non ci sono più e vinca il migliore, è finita la mangiatoia", ha detto poi Di Maio, al termine del vertice di maggioranza. Fino ad allora lo stanziamento di 8 milioni è quindi confermato.

Fino allo scorso anno Radio Radicale riceveva 8,2 milioni di euro all'anno: non un "regalo", né una "mangiatoia", bensì il corrispettivo per la convenzione con il Ministero dello Sviluppo Economico per la trasmissione delle sedute del Parlamento, e poi 4 milioni di euro come contributo per l’editoria.

Radio Radicale, Di Maio: "Gli italiani non potevano pagare altri 24 milioni"

"Gli italiani non potevano pagare altri 24 milioni di soldi delle loro tasse per finanziare Radio Radicale, che -ricordo- è una radio privata che si è presa già 250 milioni di fondi pubblici". aggiunge il capo politico del M5s su Facebook. "Nel vertice sulla manovra che abbiamo appena concluso abbiamo ottenuto qualcosa che dovrebbe essere comune buon senso, ovvero che venga bandita una gara entro fine aprile dell'anno prossimo -spiega il ministro degli Esteri-. Finalmente Radio Radicale conoscerà il libero mercato e le sue regole, come tutti i privati che non ricevono soldi pubblici".

"Non ci sono più 24 milioni di mangiatoia pubblica a disposizione di un privato e a discapito di tutte quelle aziende che i risultati se li devono guadagnare con le loro forze e senza aiuti dello Stato. Sono  battaglie per la normalità, in questo Paese in cui la normalità è ancora troppo spesso l'eccezione", conclude Di Maio.

Il Pd è stato preso in contropiede dall'offensiva M5s, che anche sui social attaccano con l'hashtag #24milioniper. "Per chiarezza: i fondi per Radio Radicale non si toccano. E lasciamo fuori i terremotati da polemiche politiche per piacere" scriveva nel pomeriggio in un tweet Alessia Morani, sottosegretario del Pd al Mise. Invece i fondi "si toccano", a sentire quel che dice Di Maio, che vuole intestarsi la battaglia contro la storica emittente.

Radio Radicale risponde a Di Maio

A Luigi Di Maio risponde poi il direttore di Radio Radicale: "Non credo che sia l’editoria l’ostacolo alla ricostruzione post terremoto»". Alessio Falconio ricorda poi, da Rainews24, che «"la stessa Agcom ha chiesto di prorogare la convenzione fino a una nuova gara. Noi chiediamo che ci sia una gara dal ’95, dopo averla vinta. I governi che si sono succeduti non l’hanno ribandita perché ritenevano che non ci fossero le condizioni. Si può giudicare bene o male il nostro lavoro, ma se esponenti di tutti i partiti, anche dei 5 Stelle, e i rappresentanti delle istituzioni hanno difeso la nostra causa, questo qualcosa vorrà dire".

Radio Radicale, Italia Viva: "Mossa propagandistica"

"È paradossale che la discussione su una manovra da 30 miliardi sia bloccata su un contributo da 8 milioni, come quello per Radio Radicale, che finora c'è stato e che all'improvviso si vuole togliere". Lo dichiara Luciano Nobili, deputato di Italia Viva, a proposito della legge di Bilancio.

"Sacrificare una voce storica come Radio Radicale e disperdere il suo inestimabile patrimonio di conoscenze e di memoria per una mossa propagandistica di cui tra una settimana nessuno si ricorderà più, è del tutto privo di senso. Il pluralismo è un valore più importante del punto che M5S potrebbe guadagnare nei sondaggi'', conclude.

L'ultima parola non è ancora scritta, e non lo sarà fino alla definitva approvazione della legge di bilancio in parlamento. La strada tuttavia appare segnata. Maurizio Turco, segretario del Partito radicale, ieri ci ha tenuto a sottolineare un punto: "Noi suppliamo alla mancanza di un servizio pubblico, perchè non è redditizio. Anche il servizio pubblico risponde a delle logiche che non sono proprio quelle dell'interesse pubblico puro, ovvero, fine a stesso".

Rampelli: "Di Maio tagli il reddito di cittadinanza, non Radio Radicale"

''Da parte di Di Maio, su Radio Radicale,  una retromarcia vergognosa. La maggioranza di cui faceva parte  l'allora vicepremier 5 Stelle si era impegnata - grazie anche alle  battaglie parlamentari - a tutelare un'emittente storica che fa  informazione libera e plurale raccontando da anni la politica italiana e internazionale. Tirare in ballo, poi, le persone colpite dal sisma  affermando di spostare i soldi ai terremotati oltre ad essere  strumentale è indegno. Se Di Maio vuole tagliare risorse inutili  cominci dal reddito di cittadinanza, che dà soldi a nullafacenti e  alimenta solo la spesa improduttiva''. E' quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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