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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il Pnrr spiegato per punti

Come cambierà il futuro con il nuovo Recovery Plan di Mario Draghi

Il Premier ha detto che si tratta di una sfida da non perdere. Ecco dunque il Piano nazionale di ripresa e resilienza nei suoi punti principali. Così prende forma l'immagine dell'Italia del futuro

Avremo amministrazioni pubbliche completamente digitalizzate; avremo nuovi mezzi di trasporto totalmente green; ci saranno sgravi e incentivi per chi vorrà rendere ecosostenibile la propria casa; avremo anche piste ciclabili in tutto il paese e una nuova sanità a cui rivolgerci, senza dover per forza andare negli ambulatori o negli ospedali; tornano in mano allo Stato ponti, viadotti e cavalcavia di autostrade e strade statali. Non è solo un paese nuovo, è un altro mondo quello descritto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che dovrà presto arrivare a Bruxelles per essere posto all’attenzione dell’Unione Europea. Il Recovery Plan c’è e ha una visione sul futuro dell’Italia al quale si accederà attraverso oltre 230 miliardi di fondi per la ricostruzione post-pandemia. Tre macro obiettivi: appiattire il divario tra Nord e Sud, abbattere la discriziminazione di genere rilanciando il ruolo della donna nel lavoro e la società, ridare lavoro e futuro ai giovani. Mete da raggiungere attraverso 6 grandi missioni:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
  • Transizione ecologica
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile
  • Istruzione e ricerca
  • Inclusione e coesione
  • Salute

Ognuna di queste missioni vede continuità attraverso una serie di competenze specifiche, che si attueranno a loro volta con un mix di investimenti e riforme.

Recovery Plan, banda larga ovunque e digitalizzazione di Pa e imprese

Ma che Italia sarà quella del futuro? Un paese in cui lo Stato avrà un volto nuovo agli occhi del cittadino, dove le pubbliche amministrazioni degli enti locali dovranno raggiungere un livello di digitalizzazione tale per cui non esisteranno più moduli, fogli, code agli sportelli. Almeno 40 miliardi sono destinati alla digitalizzazione e all’innovazione, sia delle pubbliche amministrazioni che del sistema produttivo privato. 0,9 miliardi serviranno per la creazione di un ambiente “cloud”, un’area totalmente virtuale in dipendenti pubblici potranno reperire e appoggiare informazioni e dati. Da lì si potrà accedere a qualsiasi tipo di informazione, si potrà viaggiare via internet per arrivare a qualsiasi amministrazione del paese. In Piemonte serve il dato di un turista siciliano? Avrò tutto in pochi secondi nelle P.a. del 2026.

Immaginiamo dunque un paese in cui, dopo aver consegnto i dati della carta di identità, non servirà più farlo una seconda volta perché quelle informazioni, sempre nel rispetto della privacy, saranno a disposizione di tutti gli enti del paese, attraverso un archivio virtuale a cui poter accedere da ogni angolo del paese. Ci vorranno investimenti e professionalità nuove e sarà infatti anche una grande opportunità per il lavoro giovanile e per le generazioni native digitali. Serviranno programmi, infrastrutture e sicurezza, anche grazie ad un ulteriore impulso alle forze dell’ordine che lavorino e indaghino sempre più a fondo in ambito telematico.

Ma le aziende, il tessuto imprenditoriale del paese non potrà restare indietro, dovrà passare per lo stesso percorso di digitalizzazione se svorrà restare competitivo. E allora ci sono 24,3 miliardi destinati alle imprese, sotto forma di incentivazione fiscale, ci sono misure specifiche a sostegno di settori ad alto contenuto tecnologico e fortemente allineati alle priorità europee (ad esempio le tecnologie satellitari), sono programmati interventi a sostegno delle piccole e medie imprese. Ci sono contributi per sostenere gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature per produzioni di avanguardia tecnologica fino al 40% delle spese. Ma per fare questo servono tecnologie e allora ecco oltre 6 miliardi per portare le infrastrutture di tutto il pase nel futuro. Infatti, secondo il piano, entro il 2030, in tutta la penisola ci sarà una connettività a 1 Gbps (un Gigabit per secondo) per tutti e la piena copertura 5G delle aree popolate.

Ci sono anche altri 6 miliardi a favore delle strutture turistiche e ricettive che vorranno seguire il trend di modernizzazione all’interno di un piano di rilancio del turismo, che vedrà al centro i piccoli borghi. 0,3 miliardi direttamente agli studi cinematografici di Cinecittà gestiti da Istituto Luce Cinecittà SRL (del Ministero) per migliorare il livello qualitativo e quantitativo dell’offerta produttiva e 500mila euro per Caput-Mundi, cioè un progetto turistico che vede al centro Roma, certo, ma non isolata, bensì cuore pulsante di nuovi itinerari che si muovono dalla Capitale per arrivare in tanti luoghi del paese di grande interesse, ma ancora oggi troppo di nicchia. La tecnologia virtuale al servizio del turismo e della scoperta di un'Italia ancora troppo velata. 

Già qui, nel piano di Mario Draghi, si vede come il mare di nuove opportunità lavorative in ambito di digitalizzazione guardino ad un futuro di maggior impegno per le donne, agevolando il lavoro da remoto degli uomini, che potranno controbilanciare l’impegno in casa, ancora troppo ad appannaggio del sesso femminile.

Recovery Plan, più asili nido e incentivi all'imprenditoria femminile 

Sicuramente l’attenzione alle donne negli investimenti e nelle riforme del Recovery si vede soprattutto nella missione 4 e 5. Nella 4 infatti si prevedono quasi 20 miliardi per la creazione di più posti negli asili e per il tempo pieno.Verranno costruite più mense scolastiche, per la cui realizzazione si prevedono fondi che si assoceranno anche a quelli per la costruzione e la messa in sicurezza di infrastrutture dedicate allo sport a scuola.

Circa 30 miliardi per istruzione e formazione, con la riduzione delle classi pollaio, aumento del tempo pieno, più orientamento per gli studenti e formazione per i docenti. “Il potenziamento dei servizi di asili nido e per la prima infanzia, delle scuole per l’infanzia e del tempo scuola fornisce un concreto supporto a una piena libertà di scelta ed espressione della personalità da parte delle donne e contribuisce ad aumentare l’occupazione femminile” si legge nel documento. Non solo perché anche la missione 5 ha grande ambizioni e vede al centro le donne: 0,4 miliardi per tutte le imprese rosa. Cosa significa? Ditte a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile, con avvio di attività imprenditoriali attraverso la definizione di un’offerta capace di andare incontro alle necessità delle donne in modo più puntuale. Tradotto? Tutoraggio, ma soprattutto politiche aziendali per una maggiore conciliazione tra lavoro e famiglia per le donne. Sarà fondamentale anche migliorare il clima culturale generale attraverso azioni di comunicazione mirate, che valorizzino l’imprenditorialità femminile, in particolare, presso scuole e università. Il Pnrr si impegna anche su questo. 

La transizione ecologica, dalla mobilità al cambiamento delle aziende agricole 

Ma il grosso del piano Recovery ruota intorno alla transizione ecologica. Sono quasi 60 i miliardi di euro previsti per creare un paese totalmente green. Intanto si prevedono pannelli ad energia solare su di una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di metri quadrati, con una riqualificazione delle strutture produttive oggetto di intervento e la rimozione dell'amianto sui tetti di ogni immobile.

Si preparino anche tutti gli imprenditori agricoli, che dovranno trasformare più rapidamente i loro metodi di produzione e utilizzare al meglio nuove tecnologie, in particolare attraverso la digitalizzazione, per ridurre l’impatto del loro lavoro sull’ambiente. Ci saranno incentivi in conto capitale per chi andrà verso un ammodernamento dei macchinari agricoli, permettendo così l’introduzione di tecniche in grado di ridurre l’uso di pesticidi e l’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l’ammodernamento del parco automezzi al fine di ridurre le emissioni.

Ma il vero problema del paese sono le auto e allora 0,6 miliardi sono pronti solo per una nuova mobilità ciclistica: il Recovery prevede 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche. La misura prevede anche la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Ci sarà anche un rinnovo di 3.360 autobus, 53 treni e 3.800 mezzi dei vigili del fuoco, che dovranno diventare ad impatto zero.

Recovery Plan: tutte le tratte ferroviarie che verranno completate o implementate 

A proposito di mezzi pubblici, ci sono gli investimenti in infrastrutture e mobilità sostenibile (Missione 5). La pioggia di denaro dall’Europa servirà molto a tutte quelle opere ferroviarie necessarie o da completare per rendere l’Italia un paese collegato internamente e oltreconfine. Saranno cantieri fondamentali sia per appianare il divario tra Nord e Sud, sempre più accentuato quando si parla di infrastrutture e mezzi di trasporto, ma anche il gap di genere visto che “le donne utilizzano più degli uomini i trasporti collettivi e meno l’auto privata. Le donne tendono, inoltre, ad avere delle catene di spostamenti quotidiani più spezzate e complesse degli uomini, i quali si limitano spesso al tragitto casa-lavoro-casa”. Dunque di cosa parliamo?

  • Sviluppo dell’alta velocità
  • Completamento dei corridoi ferroviari transeuropee
  • Completamento delle tratte di valico
  • Potenziamento dei nodi, delle direttrici ferroviarie e delle reti regionali
  • Riduzione del gap infrastrutturale Nord-Sud

In particolare nel Nord del Paese si potenzieranno le tratte ferroviarie Milano-Venezia, Verona-Brennero e Liguria-Alpi, migliorando i collegamenti d’Oltralpe con i porti di Genova e Trieste. Al Centro del Paese si rafforzeranno due assi Est-Ovest (Roma-Pescara e Orte-Falconara), riducendo significativamente i tempi di percorrenza e aumentando le capacità; verrà inoltre potenziata e velocizzata la linea adriatica da Nord a Sud. Si estenderà l’alta Velocità al Sud, con la conclusione della direttrice Napoli-Bari, l’avanzamento ulteriore della Palermo-Catania-Messina e la realizzazione dei primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio Calabria e Taranto-Potenza-Battipaglia.

Un’attenzione particolare sarà riservata alle ferrovie regionali. Gli interventi prevedono l’adeguamento di alcune linee regionali (tra cui Canavesana, Torino-Ceres, Bari-Bitritto, Rosarno-San Ferdinando, Sansepolcro-Terni, Benevento-Cancello, la rete gestita da Ferrovie del Sud-Est, Ferrovie Appulo Lucane) agli standard tecnici della rete nazionale, sia dal punto di vista infrastrutturale che tecnologico di sicurezza. Infine arriva l’alta velocità al sud con il completamento della Napoli-Bari, la Palermo-Catania-Messina e la Salerno-Reggio Calabria. Saremo anche meglio collegati con il nord potenziando o completando la tratta Brescia-Verona-Vicenza, la Liguria- Alpi e la Verona-Brennero. Inoltre, con l’attuazione del “Decreto Semplificazioni”, torna in mano allo Stato la titolarità di ponti, viadotti e cavalcavia sulle strade di secondo livello a quelle di primo livello (autostrade e strade statali), che oggi sono ad appannaggio di Comuni, dalle Province e dalle Regioni allo Stato. La manutenzione sarà di competenza dell'ANAS e delle società concessionarie autostradali.

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