rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
L'intervista

Stop al Reddito di cittadinanza: "Corsi obbligatori con 28 miliardi dalla Ue"

"Più aiuti a chi non può lavorare" a spiegarlo a Today è il deputato di Fratelli d'Italia e coordinatore del centro studi del partito Francesco Filini

Francesco Filini è deputato alla Camera di Fratelli d'Italia, ha 44 anni e viene dalla militanza romana. Inizia quindicenne nel Fronte della Gioventù, fino agli anni Novanta, quando conosce l'allora responsabile di Azione studentesca: Giorgia Meloni. Sono quasi coetanei e da allora sono cresciuti insieme nell'idea di contribuire al futuro della destra. C'era ancora il Movimento sociale italiano ma di lì a poco è arrivata la svolta di Fiuggi con la nascita di Alleanza Nazionale. Fratelli d'Italia nascerà poi dalle ceneri del Popolo della libertà ma Filini e la premier Meloni sono stati sempre compagni di viaggio.

Filini si è fatto le ossa come consigliere e assessore municipale a Roma poi il salto: nel 2018 Giorgia Meloni e Giovanbattista Fazzolari gli affidano il coordinamento dell'Ufficio studi di Fratelli d'Italia, ossia il pensatoio di Fdi.

È lì che avviene l'elaborazione di dossier e analisi politiche essenziali per il posizionamento del gruppo e l'aggiornamento della classe dirigente. Ed è sempre lì che ha preso forma il programma elettorale che ha portato i "patrioti" a raggiungere il record di preferenze alle ultime elezioni politiche. 

Visto che se ne è occupato personalmente, c'era o no il taglio delle accise nel programma? 
"Mai messa una cosa del genere nel programma ma questo è facilmente riscontrabile: in tutte le sue uscite pubbliche e comizi, Giorgia Meloni non parla mai di taglio di accise". 

Alla cosa si intende per, cito il programma, "sterilizzazione delle entrate dello Stato da energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise"?
"C'è scritto appunto "sterilizzazione" di Iva e accise e non "taglio". In economia il termine "sterilizzazione" significa una cosa precisa, cioè che lo Stato, in quella imposta, decide di non prendere di più di quanto preso negli anni precedenti. Per cui, se aumenta il prezzo del carburante e aumenta il gettito dovuto alle imposte, lo Stato non deve prendere più imposte in proporzione all'aumento del carburante. Lì si ha la sterilizzazione. Non è né la diminuzione, né l’abolizione delle accise". 

Ma si potrà mai pensare di tagliare le accise?
"Sì, nel momento in cui cresce il sistema Paese, quindi c'è maggior produttività rispetto a quella che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, possiamo attuare quella parte di programma che vede il taglio delle tasse e tra queste, anche se nel programma non c'è scritto esplicitamente, ci potranno essere anche le accise sulla benzina". 

Quindi togliamoci dalla testa di vederle diminuite a breve.
"Oggi è impossibile, soprattutto alla luce delle ripercussioni del conflitto fra Russia e Ucraina". 

Pensioni. Secondo il report dell'Inps, il sistema è sull'orlo dell'insostenibilità, con deadline 2050. Qual è la ricetta del Governo?
"Il problema delle pensioni ha a che fare con la questione demografica. Siamo un Paese in cui nascono sempre meno italiani ed è questo che rende insostenibile il sistema pensionistico". 

Quindi la soluzione è fare più figli?
"Bisogna agire su due direttrici. Una è la crescita demografica e già in questa legge di bilancio abbiamo cominciato a muovere i primi passi nella direzione del quoziente familiare, che è l’obiettivo finale. Si deve invertire la curva demografica e in Europa c'è solo un Paese che è stato molto attento a questo ed è la Francia, che ha la curva addirittura in crescita. La Francia ha fatto politiche di welfare molto importanti, ha reintrodotto il quoziente familiare e per me è un modello da seguire. Dall'altra serve rimettere in moto l'Italia, alzare la produttività nazionale per far sì che tutto sia più sostenibile".

Reddito di cittadinanza. Luglio è l'ultimo mese, poi il sussidio finisce. Cosa succede?
"Non sarà più erogato a chi è in condizioni di lavorare e non ha familiari a carico, persone con disabilità in famiglia, figli minori. Per questi verrà tolto e offerto un percorso di formazione, che spero venga attuato attraverso il fondo sociale europeo. È un fondo messo a disposizione dall'Unione europea ormai da tempo, che è sempre stato sottoutilizzato dalle Regioni. Questo fondo prevede che si possa dare una sorta di reddito di cittadinanza laddove c'è la formazione. Se tu non hai lavoro, io ti offro un percorso formativo attraverso una azienda e mentre stai facendo formazione, ti posso anche riconoscere un sussidio. Quindi non solo formazione pagata ma anche un rimborso spese che si ha durante la formazione". 

Le regioni italiane che si spopolano di talenti (non solo al Sud)

Però ha senso se c'è lavoro e richiesta di lavoro? Siamo sicuri che non saranno investimenti a perdere?
"In tutti i settori c’è richiesta di personale che abbia un minino di competenza. Posso fare l’esempio dell’annosa questione della stesura della fibra ottica, dei giuntisti che servono. Ci sono aziende che hanno ingenti finanziamenti per stendere i capi di fibra ottica ma non trovano personale che sia in grado di fare questo lavoro. Ma potrei fare tantissimi esempi, basti pensare che siamo il secondo Paese europeo manifatturiero. Le aziende che vogliono assumere ci sono". 

Di quanto parliamo?
"Fino al 2027, parliamo di qualcosa come 28 miliardi solo per l’Italia. Nel settennio precedente ne sono avanzati nove miliardi". 

E per chi nel 2023 continuerà a mantenere il reddito?
"Anche per loro è prevista la possibilità di una formazione semestrale. O meglio, a chi non viene tolto il reddito perché ha dei figli a carico, viene comunque chiesto di entrare in un programma di inserimento lavorativo". 

E se rifiuta?
"Perderà immediatamente il reddito di cittadinanza". 

Questo nel 2023. Poi dal 2024?
"Cambierà lo strumento. Ci sarà un altro strumento volto sempre più a sostenere le persone che hanno serie difficoltà e non sono in condizioni di lavorare. Penso ai pensionati con pensioni molto basse, a situazioni sociali particolarmente gravi". 

Che strumento?
"Non so ancora dargli un nome ma sarà un sostegno dove gran parte dei fondi saranno indirizzati alle politiche attive del lavoro, che è quello che è mancato nel mercato in questi anni di reddito di cittadinanza".

Ma sarà sempre un bonus?
"Sì, lo Stato deve aiutare chi è in seria difficoltà. E prevediamo di aiutarle di più per risolvere il paradosso che vede chi è in difficoltà prendere di meno di chi può lavorare e se ne sta sul divano tutto il giorno o peggio fa un lavoro in nero".

Quindi, per chi non è occupabile, dovrete investire di più di quanto è stato investito per il Reddito di cittadinanza.
"Bisognerà vedere come arriviamo alla prossima manovra di bilancio però l’idea è investire più su di loro e sostenerli meglio rispetto a quanto non si è fatto sinora".

Voi promettete anche taglio delle tasse. Come? 
"La palla al piede dell'Italia è la burocrazia perché frena imprese e investimenti. Liberando le imprese dal gioco della burocrazia, si riesce a far girare l'economia. Quindi c'è più occupazione e c'è più disposizione a pagare le tasse perché il nero è anche frutto delle tasse troppo alte. È sempre sbagliato evadere ma c'è chi lo fa per questione di sopravvivenza". 

Sì ma poi c'è anche la grande evasione. 
"Una molto impattante è la così detta evasione dei negozi etnici. Il peso di questo sommerso lo conferma anche la Guardia di finanza". 

Che cifre?
"Parliamo di svariate centinaia di milioni ogni anno. Colpisce due volte: per il mancato gettito allo Stato e la concorrenza sleale che questo genera. La grande evasione non è soltanto quella etnica. Ci sono grandi evasori, grandi entità che riescono a eludere il fisco. Tagliare le tasse serve a rendere tutto più sostenibile e l'obiettivo è colpire sempre la grande evasione". 

E come funziona la lotta ai negozi etnici?
"Su determinati tipi di attività si faranno dei controlli che si possono anche fare da remoto. Quando c'è qualcosa che non torna, si chiedono spiegazioni e, laddove non verranno esaurite, la Guardia di finanza procederà a chiudere la partita Iva, che potrà essere riaperta solo a fronte di una fideiussione che dovrà presentare quel commerciante". 

Ma non si rischia di essere discriminatori verso un certo tipo di commercio?
"Ma questa cosa vale per tutti. Non è che viene applicata a una categoria specifica o alla nazionalità".

Quindi ok ridurre le tasse, ma ci sono i soldi?
"Se ci fossero stati i soldi, l'avremmo già fatto in manovra. Questa volta non c'era questa disponibilità. Adesso dobbiamo lavorare per arrivare alla prossima manovra con più risorse per fare il taglio delle tasse. Per avere più risorse bisogna investire nelle aziende, nel taglio della burocrazia, su tutto ciò che abbiamo candidamente scritto nel programma e in parte già accennato nell'ultima finanziaria, introducendo ad esempio la defiscalizzazione delle assunzioni degli under 35 e percettori di reddito di cittadinanza. Abbiamo un'idea precisa di Paese e proviamo a realizzarla".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Stop al Reddito di cittadinanza: "Corsi obbligatori con 28 miliardi dalla Ue"

Today è in caricamento