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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le reazioni

I "sì" e i "no" della Consulta ai referendum, le stoccate di Amato e i litigi dei partiti

La Corte costituzionale ha ammesso 5 quesiti sulla giustizia mentre ha bocciato quelli su cannabis, fine vita e responsabilità diretta delle toghe. Il presidente della Corte replica alle critiche e pungola il Parlamento. Politica ancora una volta divisa

Attesa finita. La Corte Cosituzionale si è espressa sugli otto quesiti referendari: 3 bocciati e 5 ammessi. Stoppati i quesiti su: cannabis, fne vita e responsabilità civile diretta delle toghe. Ammissibili invece quello su voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazione dei magistrati; abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità; limitazione delle misure cautelari; separazione delle funzioni dei magistrati; eliminazione delle liste di presentatori per l'elezione dei togati del Csm. 

La decisione della Consulta - e la strigliata del presidente Giuliano Amato al Parlamento "che non dedica abbastanza tempo a cercare di trovare la soluzione su questi temi valoriali" - riaccende il dibattito.

Amato non nasconde il disappunto per le critiche ricevute. "Leggere che chi ha deciso non sa cosa sia la sofferenza, mi ha ferito. Ha ferito tutti noi", dice. E precisa: "Noi non possiamo cambiare, toccare il quesito referendario, il quesito è questo: noi dobbiamo valutare se non lascia scoperti valori e diritti costituzionali irrinunciabili, questo è il punto".

Referendum: bocciati cannabis ed eutanasia, "sì" a 5 quesiti sulla giustizia

Di una "bella giornata per la democrazia, l'Italia e gli italiani con 5 quesiti sulla giustizia ammessi su sei" parla il leader della Lega, Matteo Salvini. "Dopo 30 anni da Tangentopoli - aggiunge - ora gli italiani possono di nuovo fare una rivoluzione pacifica. Mi dispiace che siano stati negati altri referendum, perché  per me è sempre una prova di democrazia, però... Diciamo che noi quello che abbiamo fatto, l'abbiamo fatto bene. Siamo qui a festeggiare quello che in 30 anni il centrodestra non è riuscito a fare''.  

Per Giorgia Meloni (Fdi) "La bocciatura da parte della Corte costituzionale del referendum sulla droga legale è una vittoria. Continueremo a batterci in ogni sede per una vita libera dalle droghe e dalle dipendenze". Sul fronte giustizia però Meloni si è già smarcata da Salvini. Fratelli d'Italia "benedice" solo tre referendum: riforma del Csm, separazione delle funzioni e voto degli avvocati sulle valutazioni di professionalita' dei magistrati

"Nel Pd - dice la capogruppo al Senato Simona Malpezzi - discuteremo e faremo insieme le nostre scelte. Lo strumento referendario è certamente prezioso ma in questo momento noi riteniamo che sia il Parlamento il luogo fondamentale in cui fare riforme molto importanti per il Paese, oltretutto collegate al Pnrr".

Toni diversi quelli usati dal ministro delle Politiche giovanili Fabiana Dadone, che su Facebook scrive: "Dispiace prendere atto del fatto che due questioni, che evidentemente scuotono le sensibilità dei singoli cittadini forse anche più  dei quesiti sulla giustizia, non siano state ammesse al voto referendario. Resta chiara la richiesta dei cittadini di intervenire su certi temi. Il Parlamento ha l'occasione di cogliere questo momento storico sanando una frattura, innegabile, tra istituzioni e voce del popolo". 

Parole in linea con quelle di Giuseppe Conte (il ministro è del M5S ndr) che commenta: "Prendiamo atto delle valutazioni della Corte. Diciamo che su entrambi questi temi (eutanasia e cannabis ndr) sono in corso di valutazione e di esame dei progetti normativi molto strutturati e ben articolati in Parlamento e riteniamo che la risposta migliore la debba dare il Parlamento". Nella raccolta delle firme, continua Conte, "c'è stata una grande partecipazione su questi temi e questa richiesta, questa attesa non può rimanere inevasa. Il Parlamento deve assumersi le proprie responsabilità. Il M5s è in prima linea, proponendo dei testi di legge e aprendosi al confronto con le altre forze politiche". Sulla responsabilità diretta dei magistrati, il M5S è invece "per un orientamento negativo, perché un'azione diretta risarcitoria non la riteniamo una soluzione, anche se i cittadini devono avere il pieno diritto di poter ottenere un risarcimento per un danno subito, anche quando è causato da un magistrato". Conte non esclude però la consultazione degli iscritti sui referendum in tema di giustizia.

Per la senatrice Udc Paola Binetti "La bocciatura dei due referendum su eutanasia ieri e su cannabis oggi, fa chiarezza su aspetti essenziali per la vita sociale, ma restituisce al Parlamento la dignità e la responsabilità di intervenire sulle grandi questioni che toccano da vicino la vita e la libertà delle persone".

Dura, come prevedibile, la reazione del comitato promotore del referendum sulla cannabis. "Il quesito - si legge in una nota - non vìola nessuna convenzione internazionale tanto è vero che la coltivazione è stata decriminalizzata da molti paesi, ultimo tra questi Malta. Il riferimento del presidente alle tabelle è fattualmente errato: dall’anno della bocciatura della Legge Fini Giovanardi (2014) il comma 4 è tornato a riferirsi alle condotte del comma 1, comprendendo così cannabis. “La scelta è quindi tecnicamente ignorante e esposta con tipico linguaggio da convegno proibizionista. Si è persa l’unica occasione di cambiare le leggi sulle droghe che in questo Paese nessuno ha il coraggio di toccare. Nemmeno chi dice di voler riformare la giustizia".

Riccardo Magi. deputato di +Europa Radicali, parla di "colpo durissimo non tanto per noi promotori del referendum o per le centinaia di migliaia di persone che si sono mobilitate per firmare e sostenerlo, ma per la democrazia in questo Paese. L’inammissibilità del referendum cannabis dopo quella su eutanasia equivale ad affermare, per dirla con le parole del presidente Amato, che la Corte il ‘pelo nell’uovo’ l’ha cercato e lo ha anche trovato".

"Mi dispiace molto che il presidente Amato si sia sentito ferito per i commenti sulla decisione della Consulta di non ammettere il referendum sull'eutanasia legale. Ma temo che a sentirsi feriti oggi siano alcuni milioni di italiani a cui è stato sottratta la possibilità di esprimersi". Commenta il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. "E ora dopo l'eutanasia - prosegue - anche la cannabis. Emerge un'idea conservatrice del Paese, molto lontana dalla vita reale, che quei due referendum volevano superare e che la Consulta  con le sue scelte e con molti peli nell'uovo, ha consolidato".  

Chiaramente sul fornte opposto Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia. "Esprimiamo totale gratitudine per l'alto servizio svolto dalla Corte Costituzionale - dice -  smascherando la 'truffa' politica del promotori: non si trattava di eutanasia e cannabis, ma di omicidio del consenziente nel primo caso e di coltivazione di più sostanze stupefacenti, come oppio e coca, nel secondo caso. E' un duro colpo per la presunzione dei Radicali, che hanno tentato di manipolare l'istituto referendario nascondendo i reali intenti della loro campagna".

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