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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Referendum contro la riforma Fornero: è la nuova foto di Vasto?

Italia dei Valori, Sinistra ecologia e libertà, Rifondazione e Verdi hanno presentato in Cassazione i quesiti per ripristinare l'articolo 18 e abrogare l'articolo 8 della finanziaria Berlusconi. Ma da qui a parlare di 'nuovo fronte' a sinistra ce ne passa

Di Pietro (Idv), Vendola (Sel), Ferrero (Prc), Diliberto (Pdci), Bonelli (Verdi) si sono ritrovati oggi in Cassazione, a Roma, per depositare i quesiti referendari che puntano a ripristinare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, modificato dalla Riforma Fornero, e a cancellare l'articolo 8 del provvedimento Sacconi (governo Berlusconi) che deroga alla contrattazione collettiva.

E dai flash dei fotografi presenti ne è nato uno scatto che per qualcuno rappresenta una sorta di "foto di Vasto" allargata. Ma è davvero così? Risposta semplice: no. Almeno per ora.

Perché se è pur vero che il fatto di ritrovarsi tutti insieme, segretari 'di sinistra', per "difendere il diritto al lavoro" potrebbe sembrare un passo in avanti in vista del voto alla nascita di un possibile polo, sono le dichiarazioni dei protagonisti a spiegare come questo scatto è da considerarsi solo 'contingente'.

DI PIETRO: "TRACCIARE LINEA DI GOVERNO"  - "Noi del Comitato referendario abbiamo appena deciso di aprire a tutti coloro che vogliono aiutarci in questa battaglia per la raccolta firme che inizierà il 12 ottobre. Oggi, insieme ad altre forze politiche e sociali, abbiamo detto sì alla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini per quanto riguarda il lavoro". E' quanto ha dichiarato il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "Nelle prossime ore apriremo un apposito sito - prosegue Di Pietro-  per tutti coloro che vogliono aderire e unirsi a noi". Quanto al Partito democratico, "a me sembra che anche il Pd sostenga che bisogna cambiare la legge Fornero - sottolinea il presidente Idv- per questo mi auguro che il Partito democratico, con senso di responsabilità, possa impegnarsi, come stiamo facendo noi, per costruire insieme una coalizione di governo che dica ai cittadini, prima di andare a votare, quale programma intende realizzare". "Non bisogna mettersi insieme solo per arrivare al 51%. Fare questa scelta referendaria, come abbiamo fatto noi e Sel, significa anche tracciare una linea programmatica per capire come sara' il governo che vogliamo e per il quale chiediamo il voto ai cittadini", conclude.

VENDOLA 'ASPETTA' IL PD - Ha fatto per primo un passo verso sinistra. Ma ora aspetta l'arrivo del Pd. E' questo il senso delle parole del leader di Sel, Nichi Vendola, che ha spiegato come " questi referendum cercano di restaurare la civiltà del lavoro che si fonda sul diritto delle persone a non essere licenziate senza giusta causa. Bisogna abolire la deroga che cancella il contratto collettivo nazionale del lavoro e rende i lavoratori soli e ricattabili. Dobbiamo inoltre restituire speranza ad una generazione di giovani che ha perso la fiducia nel futuro a causa della riforma del lavoro portata avanti dal governo Monti''.

Ed ecco l'invito al Pd: "Penso che il Partito democratico non appoggia i referendum ma, come avvenuto in altri casi (il riferimento - azzardato - è ai referendum su acqua e nucleare, ndr)  poi li fa vincere. Credo ci ritroveremo tutti nel voto".

LA BINDI 'SGRIDA' VENDOLA - "Penso che fare in questo momento un referendum sull'articolo 18 sia un grave errore". Così il presidente del Pd Rosy Bindi in merito ai quesiti referendari per l'abrogazione delle norme della legge sul lavoro del ministro Fornero. "Non firmerei i quesiti sulla riforma del lavoro - spiega poi Bindi - perché questa riforma che parte dall'articolo 18 è frutto di una sintesi a cui abbiamo contribuito anche noi come Pd in maniera determinante e perché penso che la modifica all'articolo 18 sia assolutamente europea". Dopo aver detto che "atteggiamenti ideologici da parte della sinistra su questo punto, secondo me non aiutano", ha concluso: "Non rinnego nessun principio del lavoro contenuto nella nostra Costituzione ma non credo che dobbiamo oggi normarlo come abbiamo fatto negli anni Settanta: il riformismo è questo".

E FERRERO 'ATTACCA' IL PD - "Il referendum che abbiamo presentato stamattina ha un solo obiettivo: difendere i lavoratori e le lavoratrici dai disastri fatti dalla Bindi e dal Pd". Lo dice Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, che aggiunge: "E' infatti del tutto evidente che senza il voto decisivo del Pd il governo Monti non sarebbe mai riuscito a demolire l'articolo 18: lo avremmo fermato come abbiamo fermato Berlusconi 10 anni fa. L'unico vero errore ideologico è l'appoggio del Pd ad un governo di destra che sta salvaguardando gli interessi dei banchieri e demolendo i diritti dei lavoratori".

LA CGIL 'BENEDICE' I REFERENDUM - "Il referendum - spiega Nicola Nicolosi, segretario nazionale Cgil e coordinatore dell'area programmatica Lavoro società - rappresenta un'occasione non soltanto per rimettere in cima all'agenda della politica i temi del lavoro e della condizione operaia ma anche per riunire in un progetto partiti, movimenti e forze sociali a cominciare dai temi concreti che interessano milioni di persone".

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