Di Maio: "Renzi come Pinochet, il referendum un attentato alla democrazia"
Durissimo intervento del vicepresidente della Camera, il deputato pentastellato Luigi Di Maio che paragona il premier Renzi al dittatore cileno (ma commette una clamorosa gaffe...)
"Renzi non è un Presidente del Consiglio ma il più grande provocatore del popolo italiano, un Presidente non eletto, senza alcuna legittimazione popolare, che sorride mentre le persone soffrono". Parole durissime quelle rivolte dal vicepresidente della Camera, il deputato del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio che dal suo profilo social accusa il premier Matteo Renzi.
Metro del contendere il dibattito sul referendum costituzionale che ha raggiunti nuovi livelli di contesa politica dopo l'endorsment dell'ambasciatore americano in Italia John Phillips. "I suoi comizi - continua Di Maio rivolgendosi al presidente del Consiglio - sono diventati un problema di ordine pubblico. Le feste de l'Unità, quando le frequenta lui, diventano Fortknox. Mentre lui arringa poche centinaia di persone sulle ragioni - meglio chiamarle bugie - del Sì, il suo Ministro dell'Interno fa manganellare i cittadini, fa allontanare chi sostiene il No ed il tutto viene oscurato sistematicamente dai direttori dei TG che ha appena nominato."
RENZI A CATANIA: GLI SCONTRI
RENZI PINOCHET. "Il referendum di ottobre, novembre o dicembre (ci faccia sapere la data, quando gli farà comodo) - conclude Di Maio rivolgendosi al presidente del Consiglio - lui stesso lo sta facendo diventare un voto sul suo personaggio che ha occupato con arroganza la cosa pubblica, come ai tempi di Pinochet in Cile. E sappiamo come è finita".
IL POST CORRETTO. Scivolone in storia per il deputato pentastellato che inizialmente aveva collocato il regime del generale Pinochet in Venezuela anzichè in Cile. La correzione arriva dopo pochi minuti, quando però l'errore era stato già notato dai follower più attenti che non si sono lasciati sfuggire l'occasione per ironizzare.
LA REPLICA DEL PD. "Attaccare il premier è legittimo. Paragonare l'Italia a una dittatura è squallido", scrive su Twitter il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, che aggiunge: "#dimaio, un piccolo uomo"
Attaccare il premier è legittimo. Paragonare l'Italia a una dittatura è squallido.#dimaio, un piccolo uomo
— Luca Lotti (@LottiLuca) 13 settembre 2016
