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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica Italia

Legge elettorale, bocciato il referendum proposto dalla Lega

"Quesito eccessivamente manipolativo": per questo la corte costituzionale ha giudicato "inammissibile" il referendum sponsorizzato dalla Lega per trasformare la legge elettorale vigente in un "maggioritario puro"

Non si terrà il referendum proposto da otto Regioni guidate dal centrodestra che avrebbe avuto l'effetto di annullare la parte proporzionale della legge elettorale vigente (il 'rosatellum', ndr) trasformandolo di fatto in un sistema maggioritario 'puro'.

Oggetto della richiesta referendaria erano, in primo luogo, le due leggi elettorali del Senato e della Camera, con l'obiettivo dichiarato di eliminare la quota proporzionale, trasformando così il sistema elettorale interamente in un maggioritario a collegi uninominali.

Referendum elettorale: perché è stato bocciato

La corte costituzionale ha infatti giudicato "inammissibile" il quesito perché "eccessivamente manipolativo". La ragione della bocciatura sta nel fatto che il quesito leghista avrebbe lasciato sul campo una legge con cui non sarebbe stato possibile votare subito. Cioè una legge elettorale inapplicabile.

"Questa decisione, insieme alla proposta della maggioranza di una legge elettorale proporzionale, apre definitamente le porte al ritorno della prima Repubblica" commenta l'azzeccagarbugli leghista Roberto Calderoli.

"A ottobre abbiamo depositato in Corte di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e proprio in questi giorni in tutti i Comuni sono arrivati i moduli per proseguire la raccolta delle firme -aggiunge l'esponente della Lega- Ripartiamo quindi con questa raccolta e vedremo se sommergendoli con milioni di firme raccolte ancora una volta si avrà il coraggio di dire no al popolo".

Intanto è partito l'iter della riforma delle legge elettorale. "Continuiamo ad andare avanti per superare il Rosatellum e dare al Paese una legge elettorale proporzionale con soglia alta che garantisca un sistema politico più coeso, Camere più rappresentative e governi più stabili". scrive il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà.

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