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Giovedì, 28 Marzo 2024
Referendum

"Non rottamiamo la Costituzione": ecco il referendum contro il pareggio di bilancio

Depositata la legge d'iniziativa popolare per abrogare il pareggio di bilancio in Costituzione: "Riportiamo i diritti, e non l'economia, al centro del dibattito politico"

Rimettere al centro i diritti della persona. E' questo l'obiettivo della proposta di legge d'iniziativa popolare presentata alla Camera per abrogare il pareggio di bilancio, inserito nella nostra Costituzione dal 2012. Una misura che alcuni paesi europei hanno adottato, in particolare quelli che più stanno soffrendo la crisi. Il provvedimento in Italia ha inserito nell'articolo 81 questo principio, che vincola necessariamente lo Stato a concludere l'anno economicamente in pari.

C'è chi pensa che questa modifica costituzionale sia "stata disastrosa per il nostro sistema economico, già fortemente danneggiato". In effetti dal 2012 la capacità produttiva del sistema industriale è scesa del 25%, la disocuppazione è aumentata oltre il 12% e il debito pubblico è salito fino al 135% el Pil. Non sono in pochi a pensarla così: nel comitato promotore della proposta di legge troviamo i costituzionalisti Stefano Rodotà e Gaetano Azzariti, il segretario di Fiom Maurizio Landini, deputato di Sel come Luigi Marcon e Giorgio Aiuraudo e anche parte del Pd, come Pippo Civati e Stefano Fassina.

Lunedì 22 settembre la proposta è stata depositata in Cassazione e poi è stata presentata dal comitato promotore nella sala stampa della Camera: "Critichiamo aspramente il pareggio di bilancio in Costituzione e siamo convinti che sia aberrante. Le politiche che ne sono derivate non hanno neppure risolto nessun problema" spiega Azzariti. L'obiettivo è quello di raccogliere le firme necessarie in modo che la proposta venga discussa in Parlamento: così è già iniziata la campagna per raccoglierle.

"In questi anni di crisi c'è stato un attacco ai diritti non dissimulato, declamando l'incompatibilità tra diritti umani e logica economica. Come se ci fosse una super costituzione dettata dall'economia che può mettere in scacco la costituzione formale. La politica ha allontanato da sé i diritti con i risultati che oggi abbiamo di fronte" spiega Stefano Rodotà, facendo riferimento all'aumento della povertà nel Paese.

L'idea alla base è quella di uscire dalla crisi ricostruendo una cultura politica basata sui principi della Costituzione: dignità, libertà e uguaglianza. "I cittadini devono riappropriarsi della loro voce visto che il pareggio di bilancio è stato approvato velocemente e senza chiedere una parere alla popolazione" continua il deputato di Sel Giulio Marcon. C'è anche una parte dei sindacati che appoggia il progetto e lo fa nel nome del diritto al lavoro: "Noi scenderemo in piazza il 18 ottobre e vogliamo che quello sia anche un momento di sostegno per questo progetto difficile ma necessario" spiega Maurizio Landini segretario nazionale di Fiom-Cgil.

"Il primato dell'economia sulla politica ha fallito quindi abbiamo bisogno di una svolta culturale. Affermare il rispetto dei diritti fondamentali anche nelle questioni di finanzia pubblica è un cambiamento progressivo. L'Europa in questo senso non è neutra ma segnata da interessi e culture politiche definitie, quelle liberiste" commenta Stefano Fassina, deputato del Partito Democratico. Anche se siamo ancora in crisi "senza il vincolo del pareggio di bilancio quelle poche risorse che abbiamo andrebbero a finanziare scuola, istruzione, sanità e i diritti sanciti costituzionalmente sarebbero garantiti per tutte e tutti" conclude il deputato di Sel Giorgio Airaudo.

 

Presentazione Camera Referendum Pareggio Bilancio | Foto di Selene Cilluffo

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