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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica Italia

Tutti contro Zaia: anche Maroni boccia lo "statuto speciale" per il Veneto

Respinta al mittente: la richiesta del Governatore del Veneto riceve il "no" del Governo (incostituzionale), ma trova anche l'avversità tra i colleghi di partito e del centrodestra. Mentre al partito autonomista si aggiunge anche l'anti-renziano Emiliano

La proposta fatta da Luca Zaia di una Regione Veneto a statuto speciale "va contro l'unità e l'indivisibilità del Paese". Lo ha detto il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa, a Radio Anch'io. "Non è una proposta catalana - ha risposto Bressa al conduttore - ma una proposta che la Corte Costituzionale ha bocciato, e Zaia lo sa". 

"La Corte costituzionale ha già detto chiaramente che le Regioni a Statuto speciale sono 5. Le altre regioni possono avere più autonomia attraverso il terzo comma dell'articolo 116".

Chi immaginava un ritorno al regno lombardo veneto resterà deluso: tra Venezia e Milano, dopo il percorso comune verso il referendum per l'autonomia, le vie si sono già divise e i due governatori si trovano già a battibeccare. Se Zaia, forte di un plebiscito popolare ha giocato la mossa a sorpresa della richiesta dello "statuto speciale" per il suo Veneto, il presidente della Lombardia Roberto Maroni gioca sulla difensiva, forse anche complice il "non pieno" mandato popolare dopo il mezzo flop referendario. Maroni così fa l'occhiolino al governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini, capace di aprire un tavolo di confronto autonomista con il Governo senza passare dalle urne, e media con l'esecutivo. 

"Luca Zaia, con la proposta che il Veneto diventi una regione a statuto speciale, mi ha un po' spiazzato, non era concordata questa mossa, l'ho appresa stamattina. Domani leggerò la sua proposta di legge e capirò se sarà possibile un percorso comune". Lo afferma Roberto Maroni, governatore della Lombardia, in una intervista a Repubblica in cui spiega che chiederà al Governo "che alla Lombardia venga riconosciuto lo status di regione speciale (da non confondersi con lo statuto speciale), al fine di ottenere più soldi con i meccanismi del residuo fiscale, il tutto nel quadro dell`unità nazionale".

Maroni non sa il perché di questa mossa: "Francamente non lo so, se per vicende interne alla Lega o per mostrare i muscoli. Però ogni risposta è lecita perchè è indubbio che ora c`è un problema all`interno della Lega. E un altro con il governo. Difficile fare una battaglia insieme ora: Bressa mi ha telefonato dicendomi chiaro che se io gli avessi chiesto lo statuto speciale per la Lombardia non sarebbe stata possibile alcuna trattativa con il governo, visto che la materia è di competenza del Parlamento. Io speravo di fare una battaglia comune, e invece a questo punto non ci faranno sedere allo stesso tavolo. Un conto è andare a trattare in due, un altro andarci da soli. E poi anche per un motivo strettamente tecnico: al contrario di quella di Zaia che parlava in modo vago di nuove forme di autonomia senza citare le risorse, la mia richiesta referendaria faceva esplicito riferimento all`articolo 116, il che mi impedisce ora di chiedere lo statuto speciale. Anche se volessi allinearmi al governatore veneto, non potrei farlo. Non potrei seguirlo sulla sua strada. Ecco perchè mi ha un po' spiazzato".

Finocchiaro: "Italiani ingannati, impossibile accordo prima del voto"

A spezzare l'incanto autonomista è il ministro Finocchiaro che frene la corsa del duo leghista e bolla tutta la vicenda referendaria come una mossa elettorale. Per la senatrice Pd è infatti "Impossibile trovare un'intesa tra Governo e Lombardia-Veneto prima del voto". 

Discorso diverso per l'Emilia Romagna: "Siamo già avanti ed è la dimostrazione che quando si lavora seriamente si possono ottenere risultati - spiega Finocchiaro - Spero possa presto essere tradotto in un disegno di legge da presentare in Parlamento prima del voto".

Emiliano: "D'accordo con il Nord, il futuro è nelle Regioni"

Anche la Puglia chiede più autonomia e lo fa per bocca del suo governatore Michele Emiliano, Pd, per alcuni versi è solidale con la battaglia sull'autonomia dei colleghi leghisti: "Non a caso la Puglia è stata tra le regioni che hanno detto più chiaramente No alla riforma costituzionale di Renzi, che voleva togliere potere alle regioni.  Ma il meccanismo di ripartizione delle tasse tra lo Stato e le regioni non si tocca".

"C'è un pensiero neocentralista e nazionalista, anche dentro il Pd - sottolinea Emiliano in un'intervista alla Stampa - che ritiene che dare più poteri alle regioni generi confusione. Non è così. Credo invece che il futuro dell`Ue appartenga molto più alle regioni che agli stati nazionali, che sono stati finora un ostacolo all`integrazione europea. Il futuro è delle regioni e delle macroregioni transnazionali. La Puglia ad esempio fa parte dell`area Adriatico Jonica con Albania e Montenegro. Nelle regioni c`è il vero antidoto ai nazionalismi e ai populismi. L`Europa delle Regioni esiste già, in futuro gli Stati avranno solo un ruolo di coordinamento".

Chiamparino: "Piemonte non si accoda a Lombardia e Veneto"

Il referendum per l'autonomia di Veneto e Lombardia "è stata un'abile operazione politico-elettorale, sia per posizionarsi nel centrodestra che per fidelizzare l'elettorato". Ne è convinto Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte. "Del resto - spiega in una intervista alla Stampa - queste consultazioni scontano un`ambiguità evidente, lo spoglio non è ancora terminato che già Maroni e Zaia imboccano strade diverse: il primo resta sul binario del 116, dal quale però è esclusa ogni contrattazione di tipo fiscale, mentre il secondo va oltre e chiede lo Statuto speciale. Ma non è tutto oro quello che luccica".

"Quando dovranno spiegare a chi ha votato - osserva Chiamparino - che tenere i nove decimi della fiscalità non si può fare, rischiano un effetto-boomerang. Anche così, rispetto l`abilità politica di un`operazione che certo non condivido, nel metodo e nel merito. Non mi accodo. Per due ragioni: la prima è che, avendo un disavanzo da ripianare per il prossimo ventennio con il sostegno del governo, disavanzo che non abbiamo creato noi, sarebbe paradossale se con una mano chiedessi aiuto e con l`altra rivendicassi maggiore autonomia. Mi pare un ragionamento lineare". E la seconda è che "non credo sia la strada giusta per costruire un sistema federalista equilibrato. Il Piemonte, come altre nove regioni, ha un coefficiente positivo di 2.400 euro pro-capite: siamo quinti in classifica. Il coefficiente positivo è quello che una Regione versa in più allo Stato rispetto a quanto riceve. Ebbene: se tutte queste Regioni si tenessero i nove decimi della fiscalità, lo Stato non potrebbe garantire le prestazioni essenziali alle altre. Per me federalismo non significa randellare lo Stato. Nel contempo, penso che il Pd farebbe bene a non sottovalutare l`esito di questi referendum".

Toti: "Cambiare la Costituzione, autonomia per la Liguria"

"Non sono contrario alle regioni a statuto speciale: mettiamola così, per me tutte le regioni devono essere a statuto speciale. Noi in Liguria in ogni caso siamo pronti a fare il nostro, di referendum". Lo dice in una intervista al Messaggero Giovanni Toti (Fi), governatore della Liguria.

"Ogni regione deve decidere quante tasse chiedere ai cittadini e quante risorse devono andare allo Stato. Occorre dare ampi potere di autonomia nell'imposizione fiscale e nell'utilizzo delle tasse. Oggi il quadro di finanza pubblica non ci consente di intervenire neanche sui tributi locali. Il margine di discrezionalità è modesto. Per esempio se volessi abolire l'Irap nella mia regione non potrei farlo.
Basterebbe intavolare una trattativa tra regioni, governo e Parlamento. Si potrebbero aumentare i margini di autonomia fiscale all'interno del quadro costituzionale, ma io penso che nella prossima legislatura una vera riforma della Costituzione vada fatta. Occorre eliminare i poteri concorrenti. Più centralità al governo su alcune materie come la difesa, la politica estera, la sicurezza, la giustizia, e più autonomia alle regioni su competenze come lo sviluppo economico, le infrastrutture, l'ambiente. Il sistema rigido dello Stato non permette alle regioni di utilizzare le proprie leve"

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