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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Referendum, il Tar prende tempo: a metà ottobre la sentenza sul "quesito truffa"

Il presidente della II sezione bis del Tar del Lazio, Elena Stanizzi, ha sentito i legali del M5S e Sinistra italiana che hanno presentato un ricorso contro il testo del quesito che "così formulato finisce per tradursi in una sorta di 'spot pubblicitario', incompleto e fuorviante"

La sentenza del Tar del Lazio al ricorso di M5s e Si sul quesito del referendum arriverà entro metà ottobre.  Lo ha deciso il presidente della II sezione bis del Tar del Lazio, Elena Stanizzi, che ha sentito i legali del M5S e Sinistra italiana nonché l'Avvocatura dello Stato: nel corso della confronto i legali dei 5 Stelle e Sinistra italiana hanno illustrato in modo generico il temi del ricorso da loro proposto. 

A parere dei ricorrenti, infatti, "il quesito così formulato finisce per tradursi in una sorta di 'spot pubblicitario', tanto suggestivo quanto incompleto e fuorviante, a favore del Governo che ha preso l'iniziativa della revisione e che ora ne chiede impropriamente la conferma ai cittadini, che non meritano di essere ingannati in modo così plateale". Il ricorso al Tar Lazio è dunque contro il Decreto del Presidente della Repubblica con cui, indicendo il referendum per il prossimo 4 dicembre, "è stato tra l'altro stabilito il quesito che dovrebbe comparire sulla scheda di votazione". 

REFERENDUM, RICORSO AL TAR CONTRO IL TESTO DEL QUESITO: "E' UNA TRUFFA"

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Secondo quanto comunicato dagli stessi legali al termine dell'audizione, "oggi non ci sarà alcun decreto monocratico ma il presidente ha preannunciato la fissazione di un'udienza straordinaria di discussione davanti al collegio intorno a metà ottobre". Alla fine di quell'udienza ci sarà una sentenza che poi sarà pubblicata in tempi ristretti.

Tre sono le possibilità di decisione: confermare il provvedimento di indizione del referendum, annullarlo potendo anche dare indicazioni su eventuali cambiamenti nel quesito oppure dichiararsi incompetente sulla materia.

Intanto resta alto lo scontro nel Pd sulla consultazione popolare sulla riforma con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti che va all'attacco di Massimo D'Alema schierato per il 'No' accusandolo di essere "acceccato dall'odio per una mancata poltroncina".

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