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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica Italia

Referendum, il Pd si spacca sul taglio dei parlamentari

Il segretario Zingaretti indica ai dem di votare sì al quesito il prossimo 20 e 21 settembre. L'area che fa capo a Matteo Orfini non ha partecipato al voto in Direzione

"C'è in gioco l'identità del Pd. Questo Partito è nato per rafforzare la rappresentanza e questo taglio, invece, la colpisce". Così all'Adnkronos il senatore del Pd Francesco Verducci, dopo l'annuncio che l'area che fa capo all'ex presidente Matteo Orfini non partecipa al voto in Direzione nazionale in merito al taglio dei parlamentari.

"È vero, è stato detto sì all'accordo con M5S per creare il governo ed era implicito nel dibattito di una anno fa il Movimento voleva il taglio dei parlamentari, anche se io ho sempre pensato che accettare di mettere sul terreno dell'accordo questo taglio fosse sbagliato. Ma adesso il tema è un altro: rispetto ad un anno fa le condizioni sono del tutto cambiate. Non si può dire: 'vale quanto deciso un anno fa', perché nessuno dei contrappesi previsti nell'accordo è stato approvato".  

"Parliamo ovviamente dei famosi correttivi -prosegue Verducci-, a partire dalla legge elettorale proporzionale. Avremmo dovuto pretendere che il taglio lineare dei parlamentari arrivasse alla fine di queste riforme, come conseguenza, e non come avvio di un percorso".

Siamo ora nella condizione di un voto al buio sul taglio, che espone il Paese ad un rischio molto grave in caso di voto con la legge elettorale attuale".

"Il modo di fare che ha avuto la segreteria nazionale è inaccettabile, ci sono state continue forzature. Ovvio che noi rimaniamo nel pd, anzi ci batteremo per ridargli forza e spessore, ma c'è una frattura. Non possiamo far finta di nulla -  conclude Verducci - l'atteggiamento adottato dalla segreteria è umiliante nei confronti di iscritti e militanti ed è profondamente sbagliato".

Tra i no anche quello di Gianni Cuperlo che spiega come il taglio previsto "spezza in modo del tutto irrazionale il legame tra la riduzione del numero dei parlamentari e una revisione del bicameralismo - ha detto Cuperlo motivando il suo No al referendum -  Capisco perfettamente che in questo nostro tempo interrogare gli italiani sul taglio dei politici è come vendere bistecche a un vegano. Ma anche per questo, ritengo che fissare un argine - un limite in grado di dare il senso di una ripartenza culturale di fronte alla distruzione di alcuni pilastri del fare democrazia - possa risultare quasi un'opera pia. Un atto di volontariato civile".

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