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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Perché Cottarelli vota no al referendum sul taglio dei parlamentari

L'ex commissario alla spending review stupisce tutti: "Finiremo per avere un numero di onorevoli e senatori insufficiente per far funzionare bene le due Camere"

Carlo Cottarelli, che nella scorsa legislatura da commissario del governo alla revisione della spesa inserì la riduzione del numero degli eletti fra le ricette per abbattere la spesa pubblica, in un'intervista a Repubblica spiega perché voterà No al referendum del prossimo 20 e 21 settembre. Insomma, l'Edward Mani di Forbice della politica italiana, incaricato anche di formare un governo da Sergio Mattarella all'indomani delle elezioni del 2018, stupisce tutti e spiega le ragioni del suo diniego: "La ratio dell’intervento mi pare una sola: risparmiare. Ma il risparmio, in questo caso, ammonta a circa 57 milioni l’anno. Lo 0,007 per cento della nostra spesa pubblica. Pari a un euro all’anno per ciascun italiano: il prezzo di un caffè. Non si stravolge la Costituzione per un beneficio tanto irrisorio: farlo non è solo pericoloso, è stupido". 

Perché Cottarelli vota no al referendum sul taglio dei parlamentari

Secondo l'economista e docente alla Bocconi "manomettere la Costituzione per una cosa davvero poco rilevante, specie in un momento in cui il Paese avrebbe bisogno di riforme importanti per ripartire, costituisce un precedente molto rischioso. Significa che domani chiunque abbia una maggioranza in Parlamento si può svegliare una mattina e cambiare la nostra Carta fondamentale senza un motivo serio, quasi per capriccio. Questo referendum è dannoso proprio dal punto di vista di principio". 

Non solo: per Cottarelli il taglio è troppo ampio e non sveltisce i percorsi democratici. Anzi, rischia di danneggiarli: "È vero che in Italia ci sono più parlamentari rispetto ad altri paesi europei, anche di grandi dimensioni, ma questo è dovuto principalmente al fatto che noi abbiamo due Camere che svolgono le stesse funzioni. Ebbene se confrontiamo i nostri numeri con quelli degli altri Paesi, tenendo conto che solo in alcuni di questi ci sono solo due Camere che svolgono funzioni legislative rilevanti — oltre all’Italia, Francia, Polonia e Romania — viene fuori che noi attualmente abbiamo 116 parlamentari in più di quanto dovremmo. Ma se ne tagliamo 345 e manteniamo le due Camere creiamo un grosso deficit e rischiamo di fare solo danni". E la morale della favola è impietosa: 

Finiremo per avere un numero di parlamentari insufficiente per far funzionare bene le due Camere. E, soprattutto, avremo sottratto tempo ed energie per una riforma costituzionale inutile e dannosa, anziché pensare a cose più serie

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