Renato Brunetta ministro della Pubblica Amministrazione: il bis dopo il 2008 e i dipendenti pubblici fannulloni
L'esponente di Forza Italia torna ad essere titolare del dicastero di cui si era già occupato durante il governo Berlusconi: prende il posto di Fabiana Dadone
Renato Brunetta torna a coprire il ruolo di ministro della Pubblica Amministrazione, ruolo affidatogli dal premier Mario Draghi. Una carica che Brunetta aveva già ricoperto tra il 2008 e il 2011 quando al governo c'era Berlusconi. L'esponente di Forza Italia prende il posto di Fabiana Dadone, titolare del dicastero della PA durante il governo Conte.
Chi è Renato Brunetta, ministro della Pubblica Amministrazione del governo Draghi
Nato a Venezia nel 1950, nel 1973 si laurea in Scienze politiche ed economiche presso l'Università degli Studi di Padova, iniziando la carriera nell'Ateneo. Dal 1982 al 1990 è professore associato di Fondamenti di Economia presso il Dipartimento di Analisi Economica e Sociale del Territorio (corso di Laurea di Urbanistica) dell'Istituto Universitario di Architettura di Venezia.Poi dal 1991 al 1999 è professore associato di Economia del Lavoro (Facoltà di Economia e Commercio) presso Tor Vergata, dove ha ricoperto il ruolo di professore ordinario di Economia Politica fino al 2009.
Nel frattempo porta avanti anche la sua carriera giornalistica, scrivendo come editorialista per il Giornale e il Sole 24 Ore. In politica inizia con il Partito Socialista, negli anni '80, per poi passare a Forza Italia nel 1999 come deputato del Parlamento Europeo. Nel corso degli anni ha ricoperto diversi ruoli, sia all'interno del partito che nella politica locale. Dal 2008 al 2011 è stato ministro della Pubblica Amministrazione per il governo Berlusconi.
La lista dei ministri del governo Draghi
Brunetta ministro della PA: la prima esperienza e i ''fannulloni''
Renato Brunetta aveva già ricoperto il ruolo affidatogli da Mario Draghi. Nel 2008, quando il premier era Silvio Berlusconi, Brunetta venne nominato ministro della Pubblica Amminstrazione. Nel 2009 elabora una prima bozza del decreto di attuazione della legge, che qualifica la futura Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche come autorità indipendente, dotato di potere di auto-organizzazione e piena autonomia finanziaria, garantendogli così l'indipendenza e l'autorevolezza necessaria per fare da arbitro tra PA e cittadini ed assicurare la trasparenza. Una proposta dell'opposizione fatta da Brunetta e Ichino del Pd.
Di fronte a tali modifiche Pietro Ichino, già co-estensore del decreto, ha suggerito di resuscitare il comitato tecnico-consultivo della presidenza del Consiglio, e ha richiesto a Brunetta spiegazioni circa il suo impegno a dimettersi. La norma vide la luce con il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, che riformò il sistema dei controlli interni e istituì un ciclo di valutazione del personale nella pubblica amministrazione italiana.
A tal proposito, nel 2008 fece scalpore un'espressione utilizzata proprio dal ministro Brunetta che aveva definito ''fannulloni'' alcuni dipendenti della pubblica amministrazione, minacciando di licenziarli.
Brunetta è uno dei tre ministri di Forza Italia scelti da Mario Draghi, gli altri due sono Mara Carfagna al Sud e Maria Stella Gelmini agli Affari regionali.