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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Casalino, Arcuri, Parisi e Tridico: la lista nera di Renzi (ma in cima c'è sempre Conte)

Il leader di Iv alza il prezzo e chiede la testa del portavoce di Palazzo Chigi, del commissario all'emergenza, del capo di Anpal e del presidente Inps. Vediamo perché

In cima c'è sempre Conte, ma ora la lista nera di Matteo Renzi si è allungata. E ora dentro ci sono gli immancabile Rocco Casalino (che è sotto attacco da settimane) e Domenico Arcuri ma anche il presidente dell'Inps Pasquale Tridico e quello di Anpal Domenico "Mimmo" Parisi. Ieri in molti si chiedevano come mai il primo punto del tavolo della trattativa per il Conte-Ter avesse richiesto un'intera mattinata di discussioni: il motivo è che nel mirino dei renziani sono finiti gli ultimi due nomi della lista. 

Casalino, Arcuri, Parisi e Tridico: la lista nera di Renzi (ma in cima c'è sempre Conte)

Per quanto riguarda Casalino, i renziani sono convinti che ci sia lui dietro l'atteggiamento della Rai (e in particolare del Tg1) nei confronti di Italia Viva, che verrebbe, secondo la loro tesi, ostracizzata dalla tv pubblica. Vero o falso che sia (viale Mazzini è sempre stata "di governo" qualunque fosse il governo in campo), sabato scorso lo scontro sul portavoce del presidente del Consiglio si è acutizzato perché Michele Anzaldi, Davide Faraone e Marco Di Maio hanno accusato apertamente di censura il Tg1 che non ha mandato in onda la conferenza stampa di Iv. E hanno parlato apertamente di "ordine" da parte di Casalino.

Ma questa è soltanto l'ultima tappa di una guerra che va avanti da settimane, dalla storia di Renzi che blocca Casalino su Whatsapp allo stesso Casalino accusato di inviare e cancellare messaggi indirizzati al senatore di Scandicci. E oggi il portavoce di Conte è stato accusato anche di aver mandato mail al Tg1 per chiedere l'oscuramento delle posizioni di Italia Viva nei servizi sulla politica, ma lui ha smentito (si veda edit alla fine dell'articolo). Ora sul tavolo del Conte-Ter c'è anche il suo nome, anche se è abbastanza curioso che un partito pretenda l'addio di un capo della comunicazione per dare l'ok a un governo. 

Per quanto riguarda Arcuri, Renzi in pubblico non ha risparmiato critiche al commissario della Protezione Civile soprattutto puntando sul "troppo potere in mano a una sola persona" (ed è estremamente curioso che questa critica arrivi proprio da lui), tanto che il nodo potrebbe sciogliersi "spacchettando le deleghe" in mano a chi fino ad oggi ha gestito l'emergenza coronavirus. Basterà? Di certo Italia Viva non è sola nel richiamarlo: "Arcuri non può fare tutto da solo. Serve un piano vaccinale importante, un conto è avere le dosi, un altro l'organizzazione nel distribuirle. Bisogna vaccinare, nel minor tempo possibile, il maggior numero di italiani. Non mi sembra che lo stiano facendo", ha detto ieri Antonio Tajani.

Ma nei confronti del supercommissario, considerato un uomo di Conte, è arrivata anche una (blanda) difesa da parte del Partito Democratico:  "È stato accennato il tema di Arcuri, riteniamo che oggi si debba con responsabilità salvaguardare la capacita' di proseguire la campagna di vaccinazione, modificare gli assetti organizzativi potrebbe essere pericoloso", ha detto il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci.

Così il Conte-Ter può saltare oggi

Mimmo Parisi (Anpal) e Pasquale Tridico (Inps)

I due nomi nuovi sono il presidente dell'Inps Pasquale Tridico e quello di Anpal, Domenico Parisi. Il Corriere della Sera racconta oggi che non è un caso che si tratti di due uomini vicini, molto vicini a Luigi Di Maio e che con lui Renzi ha un conto aperto perché gli aveva promesso una sponda nell'attacco a Conte e poi si è tirato indietro. Tridico è stato attaccato per i ritardi nella cassa integrazione Covid e per il bonus autonomi e il famoso "attacco hacker" al sito dell'Inps. Renzi se l'era presa con lui anche all'epoca del bonus da 600 euro ai parlamentari.

A settembre era finito di nuovo nel mirino per l'"aumento" di stipendio:  “L’argomento non è affascinante ma ci aiuta a capire come funziona la propaganda qualunquista, becera e demagogica dei populisti. Lo avessimo fatto noi con uno dei nostri sarebbe venuto giù il mondo, i grillini avrebbero fatto manifestazioni di piazza, grida contro la casta. Ma siccome lo fa uno di loro silenzio penstastellato”, aveva detto in un video su Facebook. “Sogno – aggiungeva – che questo Paese torni a scommettere sull’intelligenza non sul populismo, torni a valutare i presidenti dell’Inps per la qualità, non per l’appartenenza. Non a caso noi avevamo messo Tito Boeri e non Pasquale Tridico. E soprattutto valuti se uno paga la Cig e fa funzionare l’Istituto non se fa polemiche demagogiche da quattro soldi”. Quello che Renzi non ricordava all'epoca è che con Boeri dopo si era in più occasioni scontrato. 

Infine c'è Mimmo Parisi. Ovvero il responsabile dell'operazione Navigator e una delle "colonne" del reddito di cittadinanza, e già questo basta per ottenere l'ostilità dei renziani. Anche lui è finito nei guai per questioni di soldi (le spese da 160mila euro addebitate all'ente: auto di servizio, voli intercontinentali e soggiorno a Roma). In un'interrogazione presentata dal Partito Democratico lo si accusava di aver "speso circa 71mila euro per voli in business class fra l’Italia e gli Stati Uniti, nonché, in virtù di recenti modifiche ai regolamenti aziendali, spese per 55mila euro per noleggio con conducente e 32.400 euro di affitto per una casa nel centro di Roma".

Lui aveva risposto in un'intervista a Repubblica spiegando di aver rendicontato tutte le spese e che il collegio dei revisori di Anpal aveva approvato il suo affitto da 2.700 euro mensili. Poi era stato smentito dalla direttrice generale Paola Nicastro:  "Non è mai stata fornita la richiesta documentazione attinente ai rimborsi". Poi la polemica si era spenta. Ora è arrivato il redde rationem? Di certo c'è che il primo nome nella lista di Renzi è sempre quello di Conte. Se non lo otterrà, altri, oltre ai ministri come Bonafede, dovranno pagare dazio. 

EDIT: ore 9,57: Rocco Casalino viene accusato in alcuni articoli di giornale di aver inviato mail alla redazione del Tg1 per chiedere l'oscuramento delle posizioni di Italia Viva. Poco fa è uscita una sua smentita:

"Smentisco categoricamente le ricostruzioni totalmente infondate apparse oggi su Il Giornale, Il Tempo e Il Foglio relative a presunti scambi di mail che avrei avuto con giornalisti o conduttori Rai per condizionare la programmazione e colpire alcuni esponenti politici o forze politiche". Lo dice Rocco Casalino, portavoce del premier Conte. "Non ho mai mandato nessuna mail alle redazioni dei Tg e dei programmi Rai: illazioni di questo tipo sono fortemente lesive sia della professionalità dei soggetti coinvolti che del lavoro quotidiano di chi fa informazione nel nostro Paese in un momento così delicato", prosegue. "Dispiace che in un momento del genere, ci sia chi tenti quotidianamente di avvelenare i pozzi con notizie palesemente false e diffamatorie'', conclude Casalino.

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