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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

La resa dei conti nel Pd: "Renzi scelga, o premier o segretario"

Minoranza dem all'attacco dopo il tonfo elettorale: "Dal voto segnali preoccupanti, bisogna cambiare rotta". La replica del premier: "Vogliono il congresso? Lo avranno, ma dopo il 2 ottobre. E se vinco il referendum..."

"I numeri dei ballottaggi sono come pietre: sono difficili da minimizzare. È un risultato oggettivamente non buono per il Pd, che dà un segnale politico chiaro al governo, a Renzi e all'azione che il Pd sta portando avanti". La prima bordata dopo il tonfo elettorale la lancia Roberto Speranza, leader della minoranza Dem. Obiettivo (dichiarato): sloggiare Matteo Renzi dal Nazareno e riprendersi la 'ditta'.

"Io non ho aspettato le amministrative per esprimere la mia opinione sul tema del doppio incarico e queste elezioni danno una clamorosa conferma alle nostre preoccupazioni - tuona Speranza - Il Pd rischia di essere un leader carismatico in tv e una sommatoria di comitati elettorali sul territorio, ma io non gioco questo argomento contro una leadership, dico però che il doppio incarico non funziona".

Questa è una "valutazione che deve fare Renzi, io voglio ascoltarlo visto che ancora non ha parlato ma ribadisco che il doppio incarico non fa bene al Pd e oggi è il momento di cambiare rotta - insiste Speranza - se non leggiamo così questo voto, c'è un segnale fortissimo dagli italiani che richiede una risposta politica che riguarda da un lato le nostre politiche: ha pesato o no la legge sulla scuola che portato in piazza 600mila insegnanti? Se togli la tassa sulla prima casa anche a un miliardario che messaggio dai alle periferie? E poi dobbiamo riorganizzare un partito sfilacciato e non più credibile sul territorio"

I candidati al ballottaggio a Roma, Torino, Milano e Napoli

CUPERLO: "SCONFITTA SEVERA" - Duro anche il commento di Gianni Cuperlo su Facebook: "Il risultato è frastagliato", premette il dirigente Dem "ma la sconfitta è stata severa e merita risposte chiare" . Cuperlo critica la lettura del risultato elettorale fatta da Matteo Renzi: "Non mi convince l'idea che si perde perché non si è spinta la rottamazione fino in fondo. Non mi convince l'idea che si vince solamente con volti ‘giovani e belli’ e che la battaglia politica possa ridursi a un fattore biografico o estetico. Non mi convince la sicurezza che porta alcuni a chiedere come primo atto la distinzione tra la carica di segretario e quella di premier".

Caso Banca Etruria, Renzi contestato dai risparmiatori a Firenze

RENZI: "CONGRESSO DOPO IL REFERENDUM" - E Matteo Renzi? Il premier ammette la sconfitta, ma avverte: "Non è un voto nazionale, ma locale". E comunque la minoranza si metta l’anima in pace: "Non mi dimetto, sia chiaro - dice a Repubblica - Né da Palazzo Chigi né da segretario del Pd". La minoranza chiede il congresso? “Si accomodino. Tanto ci vuole un po' di tempo e non si può fare prima del 2 ottobre”, ovvero la data più probabile per il referendum costituzionale. Il messaggio è chiaro: “Se perdo, il congresso non mi tocca. Se vinco...". 

"VOTO HA VALENZA NAZIONALE" -  "Confermiamo che si tratta di un voto che ha ragioni di forte valenza territoriale, ma c'è una grande valenza nazionale" ha detto poi il premier nel corso di una conferenza stampa convocata nel pomeriggio a Palazzo Chigi "Il fatto che c'è una vittoria in quasi tutti i comuni in cui i M5s sono andati al ballottaggio, una vittoria molto netta e indiscutibile che va chiamata con il suo nome". "Non è un voto di protesta ma un voto di cambiamento" ha detto ancora Renzi, annunciando che sui ballottaggi ci sarà una "analisi politica che vedrà ampia e articolata discussione in sede di direzione del Pd", convocata per venerdì 24. 

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