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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Le verità di Renzi: "Mio padre intercettato e pedinato come un camorrista"

"Tiziano è un uomo, se ha sbagliato pagherà, sennò chiederà i danni. Il tempo sarà galantuomo. Finora non è mai stato condannato". Cosa scrive l'ex premier nel suo libro

Non manca di parlare dei suoi genitori Matteo Renzi, nel suo libro appena uscito "Un'altra strada. Idee per l’Italia di domani". Genitori da lunedì sera agli arresti domiciliari e da tempo finiti, direttamente o indirettamente, al centro di indagini giudiziarie e inchieste giornalistiche. L'ex presidente del Consiglio parla sia dell'indagine Consip sia delle vicissitudini societarie che hanno visto come protagonisti il padre e la madre.

L'esordio di Renzi racchiude entrambe le vicende: "Sarei tuttavia reticente se, in chiusura di questa analisi del rapporto tra verità e fake news, tra giustizia e giustizialismo, non facessi riferimento a una vicenda di natura personale, che pure è rilevante non per me ma 
per la credibilità delle istituzioni. E' noto, infatti, che nei miei confronti e delle persone a me più vicine, a cominciare da mio padre, si sono appuntate non solo critiche e campagne costruite su fake news, ma anche richieste di pesanti interventi della magistratura".

"Magistratura - specifica Renzi - che rispetto e rispettiamo, perché pensiamo ci si debba difendere nel corso del processo: un garantista crede nelle istituzioni, lotta nelle aule di tribunale, aspetta le sentenze e le rispetta. Un giustizialista urla e basta. E magari il giustizialista è quello che invoca l'immunità parlamentare quando va sotto processo o se un membro della sua famiglia viene scoperto a compiere reati si giustifica dicendo: «Sì, però andate a vedere che cosa fa Berlusconi». Oppure: «E allora il Pd?».

Perché i genitori di Matteo Renzi sono agli arresti domiciliari

Per Renzi c'è tuttavia "un elemento personale" che non può essere occultato. "Quando tuo padre viene intercettato, pedinato, seguito quasi fosse un camorrista nell'arco di quattro anni, la sua vita scandagliata come mai era accaduto a un libero cittadino che fino a sessantatré anni aveva commesso forse quale unica infrazione un eccesso di velocità, è evidente che qualcosa non torna. Non voglio far leva su quello che può essere un elemento soggettivo, ovvero come mutano le relazioni tra padre e figlio quando ogni telefonata, anche di carattere privato e intimo, viene intercettata e finisce nelle mani di qualche redazione; come si cambia - scrive sempre l'ex premier - quando valori adottati e insegnati ai propri figli vengono messi in discussione in processi pubblici che non si svolgono in aule ma su piattaforme social; come muta il clima durante il pranzo di Natale quando i tuoi familiari più o meno inconsciamente ti considerano responsabile della crisi cardiaca che ha colpito tuo padre. Sotto questo cumulo di odio c'è la vita, il sangue, le relazioni umane. Ma i profeti della distruzione dell'altro non se ne curano e procedono a testa bassa".

Renzi: "Mio padre non è stato condannato per nessuno dei reati contestati"

Nonostante gli attacchi e le inchieste, però, Renzi afferma di "non aver mai smesso di pensare che il tempo sia davvero galantuomo. Al momento in cui scrivo, mio padre non è stato condannato per nessuno dei reati contestati. E le uniche condanne sono arrivate a chi, come il direttore del «Fatto Quotidiano», Marco Travaglio, ha diffamato mio padre".

L'affondo di Matteo Renzi contro i grillini 

Poi l'affondo contro i grillini: "Chi, come il Movimento 5 Stelle, si è aggrappato alle difficoltà giudiziarie di mio padre, per il momento tutte da verificare, ha dovuto assistere al contrappasso di vedere sotto inchiesta i genitori dei principali leader grillini. In quel caso è scattata la regia dell'ufficio comunicazione: video contrito, messaggio scritto magari da qualche penna del governo. Scuse. Parole affettuose verso il figlio, che ovviamente non sapeva nulla. Non costringerei mai mio padre a fare una cosa del genere. Intanto perché lui sostiene di non aver commesso i reati di cui è accusato e che invece altri confessano e giustificano all'insegna del «Così fan tutti». Ma anche perché - insiste il leader del Pd ho una precisa idea della dignità di un genitore".

Matteo Renzi si sofferma sulla possibilità che il padre possa anche aver commesso qualche errore, cosa che non giustifica un accanimento nei suoi confronti: "Mio padre non è soltanto il mio cognome. Mio padre è un uomo. Che può sbagliare, ma che non può essere ridotto a macchietta per coprire le vicissitudini giudiziarie o per salvare la carriera del figlio. Non domanderò mai a mio padre di leggere un comunicato opera dell'ufficio stampa del mio partito o di recitare la parte di un copione per non mettere in pericolo la mia carriera. Se ha sbagliato, pagherà. Se non ha sbagliato, chiederà i danni. Ma io non sarò mai il suo prestanome e lui non sarà mai un fascista che insulta il presidente della Repubblica".

A detta dell'ex presidente del Consiglio, però, il problema è un altro. E si rifà in particolar modo all'inchiesta Consip: "C'è tuttavia un aspetto oggettivo da chiarire. Tutti fingono di non vedere il problema, che però c'è ed è enorme. E non riguarda il rapporto personale con mio padre. O meglio: riguarda me, lui e la nostra famiglia. Ciò che davvero è indegno è il tentativo di tacere sullo scandalo di un presidente del Consiglio contro il quale elementi della magistratura, altri delle forze dell'ordine, altri dell'intelligence agiscono di concerto con qualche servitore dello Stato che arriva a falsificare prove e a meritarsi un'accusa di depistaggio". Renzi però non si tira indietro, chiede giustizia ma poi mette nero su bianco la completa fiducia nelle istituzioni e nel suo organo giudiziario:

"Al di là delle rivendicazioni, mi sembra fondamentale ribadire che, fin quando non verrà fatta chiarezza sullo scandalo di un presidente del Consiglio e della sua cerchia familiare messi sotto controllo dalle stesse persone che avrebbero avuto il compito di proteggerli, rimarrà insoluta la questione del corretto funzionamento delle istituzioni di questo paese. Se necessario a sgombrare il campo da eventuali equivoci, ribadisco di avere la massima fiducia nella stragrande maggioranza delle forze di sicurezza e di polizia del nostro paese".
 

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