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Venerdì, 19 Aprile 2024
politica estera

Blitz di Renzi in Iraq: l'Italia invierà armi

Visita lampo del presidente del Consiglio Matteo Renzi in Iraq: il governo vuole così accelerare il sostegno al Paese in guerra con i fondamentalisti dello Stato islamico. Alla Camera si discute sull'invio di armi ai curdi

ROMA - L'Italia ha deciso di fare la sua parte davanti alla violenza scatenata dai jihadisti dell'Isis. Ecco perché Matteo Renzi ha chiuso i tre giorni di vacanza con la famiglia a Forte dei Marmi (ignorando le accuse di Grillo sui costi elevati dell'albergo) ed è tornato in campo sia sul fronte interno sia estero.

Visita lampo, oggi, del presidente del Consiglio in Iraq. Il governo vuole così accelerare il sostegno al Paese in guerra con i fondamentalisti dello Stato islamico. Il premier è arrivato a Baghdad e poi sarà a Erbil per fare rientro in serata a Roma. Una missione altamente delicata a causa degli scontri in atto (il 19 agosto la città di Tikrit è stata contesa tra esercito federale e Isis a suon di duri combattimenti) e per gli occhi del mondo puntati sull'ennesimo conflitto che, secondo il grido d'allarme del Papa, alimenta «la terza guerra mondiale».

"L'Europa in questi giorni deve essere in Iraq altrimenti non è Europa, perchè chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre", ha detto il premier rivolto ad Al Maliki incontrato nel palazzo presidenziale della zona verde di Baghdad. "L'integrità della regione e dell'Iraq è fondamentale per la stabilità di tutta l'area", ha ribadito Renzi che ha anche ricordato che "oggi è arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari. C'è uno spirito di amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi".

L'Italia ha deciso davanti alla violenza scatenata dai jihadisti dell'Isis di fare la sua parte, ma ancora di più uno degli obiettivi della presidenza italiana in Ue è far sì che l'Europa parli con una voce sola anche in politica estera. «L'Europa», è la convinzione di Renzi, «non è solo Maastricht e spread, i nostri aiuti umanitari sono lì, sempre più i confini come Libia, Ucraina, Mediterraneo, Medio Oriente e Iraq sono questione centrale». È previsto un bilaterale tra il premier italiano e il presidente iracheno Fuad Masum, a Baghdad. Sempre nella capitale, incontri anche con il premier incaricato di formare il nuovo governo Haidar al Abadi e quello uscente Nuri Al Maliki. A Erbil Renzi deve vedere il presidente del governo regionale del Kurdistan iracheno Masud Barzani.

AIUTI MILITARI - La visita-lampo di Renzi è in agenda nelle stesse ore in cui il ministro degli Esteri Federica Mogherini e il responsabile della Difesa Roberta Pinotti, davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato, sono chiamate a discutere dei recenti sviluppi - e delle misure da intraprendere a fronte dell'emergenza umanitaria, tra cui l'invio di armi ai curdi - della crisi irachena, deflagrata dopo la creazione di uno Stato islamico, a opera dei jihadisti dell'Isis, proprio in Iraq. L'invio di aiuti militari da parte dell'Italia dovrebbe riguardare circa 30 mila kalashnikov e munizioni, sequestrati negli Anni 90 sulla rotta dei Balcani, fucili mitragliatori e materiale militare «non offensivo», come sistemi di comunicazione e giubbotti antiproiettili.

LE POLEMICHE - Secondo Francesco Giro (Forza Italia) il premier avrebbe dovuto aspettare il Parlamento, dal quale «forse avrebbe tratto qualche utile approfondimento di ordine politico», per evitare «un suo stato confusionale anche in politica estera». E ha citato l'indicazione arrivata da Fabrizio Cicchitto: «È giusto dare ai peshmerga un armamento in grado di renderli competitivi con l'Isis. Ma bisogna avere la consapevolezza che c'è il rischio che non basti. Occorre una risposta militare, compresi i bombardamenti», ha detto il presidente della Commissione alla Camera. Contraria a inviare armi ai curdi Sinistra ecologia e libertà secondo cui, ha spiegato Nicola Fratoianni, fermare l'Isis «dovrebbe essere fatto da una forza internazionale a guida Onu». I deputati del Movimento 5 stelle hanno messo in guardia il governo sul rispetto dell'articolo 11 della Costituzione («L'Italia ripudia la guerra...»). Il M5s vuole inoltre vederci più chiaro sulla visita del ministro della Difesa alla Maddalena da dove potrebbero partire le armi per l'Iraq: «Domani a Roma incontreremo il ministro e ne sapremo di più», ha annunciato il senatore Roberto Cotti, «però il ministro Pinotti non si aspetti alcun sconto».

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