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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Libia, Renzi frena sull'intervento militare: "Non è il momento"

Il premier corregge il ministro della Difesa Roberta Pinotti e ribadisce la sua posizione circa la necessità di lavorare per via diplomatica: "Vedremo che fare quando sarà il momento, ma è bene che su una situazione di politica estera delicata il Paese non si metta a litigare"

ROMA - Ci pensa Matteo Renzi a frenare sull'ipotesi di un intervento militare in Libia contro l'Isis, un caso che ha sollevato non poche polemiche. In Libia, ha detto il premier, la situazione "è fuori controllo", ma "non è il tempo dell'intervento militare".

Dopo le dichiarazioni di Roberta Pinotti, con tanto di dettaglio degli uomini da inviare, Renzi dunque frena la fuga in avanti del ministro della Difesa e torna a insistere sulla via diplomatica e sugli "strumenti" che la comunità internazionale, "se vuole", ha a disposizione per frenare l'avanzata in Libia dell'Isis: ragionando con i suoi, il premier spiega infatti che dopo i video delle decapitazioni girati sulla sponda sud del Mediterraneo, tutta la comunità internazionale ha capito la gravità della situazione e l'Italia non è più una voce del deserto nel chiedere che ci si faccia carico della questione libica. Dunque ora un'iniziativa "politico-diplomatica" dell'Onu è considerata possibile da Renzi, anche in tempi "brevi e urgenti".

Di fronte alle critiche delle opposizioni, che parlano di retromarcia e "dilettantismo", da palazzo Chigi rivendicano la coerenza della posizione di Matteo Renzi: "Fin dal primo viaggio a Tunisi il premier ha continuamente insistito sulla necessità di un'azione diplomatica forte dell'Onu, e dunque non c'è nessun cambiamento". Il problema sono le parole della Pinotti, che oggi Renzi si è preoccupato di ridimensionare con un'intervista al Tg5. I collaboratori del premier spiegano infati che "nessuno ha in mente un'azione militare unilaterale, non è che ci prudono le mani...". Ma di sicuro dall'Italia arriverà "un forte sostegno alle iniziative che l'Onu vorrà mettere in campo: quello che l'Onu deciderà va bene".

Ragionamento che assomiglia a quello svolto da Paolo Gentiloni venerdì scorso: "Se non riuscirà la mediazione bisognerà fare qualcosa di più. E l'Italia è pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale". Parole che oggi Renzi non ha ripetuto nè smentito direttamente, ma a palazzo Chigi si sottolinea la differenza fra le interviste rilasciate appunto dal titolare della Farnesina e da quella della Difesa: l'intervento militare viene comunque considerato, ma solo "come extrema ratio". 

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