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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Renzi avverte: "Se l'Italicum non passa, cade il governo"

"Non sono qui per stare con le terga attaccate alla poltrona", dice il premier in tv. Martedì si deciderà se porre o meno la fiducia. Da Renzi arriva anche uno schiaffo a Romano Prodi sulla questione libica

ROMA - Le sorti del governo sono legate a quelle dell'Italicum: lo ammette il premier Matteo Renzi in tv a "Otto e mezzo". Se non passa l'Italicum cade il governo, aveva chiesto Lilli Gruber? "Credo proprio di sì", è stata la risposta del presidente del Consiglio.

IL DESTINO DEL GOVERNO - "Io - aggiunge - non sono qui per stare con le terga attaccate alla poltrona. I signori del Parlamento hanno l’occasione di mandarmi a casa. Lo facciano". Quanto alle divisioni interne al Pd e alla possibilità di una sua spaccatura sull'Italicum, il premier risponde: il partito rispetterà "il volere della maggioranza" perchè "democrazia è dove si vota e si decide a maggioranza, se no si chiamerebbe anarchia". E se porre o meno la questione di fiducia sulla legge elettorale, comunque, replica: "lo decideremo martedì".

LO SCHIAFFO DI RENZI A PRODI E LETTA - Interrogato anche in merito alle critiche che in questi ultimi giorni gli sono arrivate da Romano Prodi (il quale aveva fatto sapere di preferire L'Ulivo al "partito della nazione" del premier) ed Enrico Letta (che aveva detto del suo successore: "Renzi racconta un Paese che non c'è, è come il metadone"), Renzi ha poi replicato così: "Hanno due libri in uscita, rispetto le necessità di promozione editoriale".

Dal premier è poi arrivato uno schiaffo a Prodi sull'argomento Libia. "L’Italia non ha presentato la candidatura di Romano Prodi al ruolo di mediatore in Libia perché le Nazioni Unite, così ha spiegato Ban Ki Moon, hanno deciso che era meglio non avere un ex primo ministro di un paese che aveva avuto forti relazioni con Gheddafi".

LA FIDUCIA SULL'ITALICUM - Della questione fiducia-Italicum aveva parlato, in precedenza, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, a margine della presentazione di un libro nei pressi di Arezzo, dicendo in sostanza che ora come ora è "presto" parlarne ma comunque il voto di fiducia è uno "strumento democratico" consentito dai regolamenti parlamentari: "Mi sembra troppo presto per parlare di fiducia, è un'ipotesi che c'è. I partiti di opposizione hanno giustamente ribadito che a livello di regolamento c'è una prerogativa che consente il voto segreto, hanno fatto una scelta politica di non combattere una battaglia a viso aperto in aula ma di chiedere il voto segreto. Al tempo stesso - ha ricordato - le procedure parlamentari consentono la scelta del governo di mettere la fiducia anche sulla legge elettorale e quando è consentito dal regolamento è ovviamente uno strumento democratico. Sarà una scelta politica del governo porre o meno la questione di fiducia su un provvedimento importante per la propria agenda ma soprattutto per i cittadini e per il Paese", ha concluso Boschi.

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