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Venerdì, 29 Marzo 2024
PRIMARIE PD

Al via la Leopolda IV, il Pd nel salotto di Renzi: rottamati o riciclati

Ottanta tavoli (e non cento) per dare "un nome al futuro". Renzi chiama a raccolta i suoi. E ci saranno tutti. Ma proprio tutti...

Nel 2012 erano 42 i parlamentari che sostenevano il Sindaco. Ora sono 200 quelli che hanno firmato la candidatura di Renzi a segretario PD. E nel week-end saranno tutti o quasi a Firenze. Ci sarà chi proprio dall’ex stazione Leopolda erano stati invitati – più o meno gentilmente – alla pensione, al passo indietro, al “grazie ma anche basta”. Ci sarà Nicola La Torre (presente anche a Bari), il braccio destro di D’Alema. Ci saranno molti ‘lettiani’ tra cui Francesco Boccia. C’è da interrogarsi sulla fenomenologia della rottamazione: rottamati o riciclati?

Facciamo un passo indietro. Firenze, giovedì sera, ore 20, stazione Leopolda. Prova audio: la playlist del sindaco sparata a tutto volume lungo le mura ruvide dell’ex stazione Leopolda. Prova video: “Mi mettete Venezia” chiede Luigi De Siervo – 44 anni, fiorentino, figlio dell’ex presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo, direttore commerciale in Rai, dal 2005 in poi uno dei motori operativi della macchina organizzativa di Renzi – alla regia. Sullo schermo compaiono un paio di palazzine un po’ scalcinate, una chiara, l’altra con i mattoncini rossi. Un ferma immagine che si anima improvvisamente con l’intrusione sullo schermo di una sorta di ologramma: un giovane fattorino che attraversa la scena a piedi con il suo carretto. “Mettetemi Firenze”, e compare un disegno di piazza della Signoria.

Squadre di operai a montare il punto giochi per i bambini; le ditte di catering ad apparecchiare il punto ristorazione. Gli addetti alla sicurezza a lezione di sicurezza. Sul palco, al centro, il classico microfono anni sessanta tirato a lucido, un tavolo, un po’ di sedie colorate, uno schermo a forma di lavagna. Sotto 80 tavoli tondi. Non dovevano esser 100? “Motivi di sicurezza”, assicura l’onorevole Maria Elena Boschi, a cui Renzi ha affidato l'organizzazione. “Domani – continua – valuteremo se spostare i restanti tavoli nell’area a fianco, quella della ristorazione”. E come funzionerà? “In ogni tavolo dieci persone si confronteranno su un tema, cercando di maturare una sintesi a fine serata”. Tutto pronto, insomma. Da questa sera alle 18 apertura dei cancelli. Dalle 21, dopo che Renzi avrà terminato la diretta con Otto e Mezzo (su La7), il via alla convention. Da questa sera fino a domenica, quando il sindaco di Firenze chiuderà i lavori all’ora di pranzo (il suo intervento è previsto attorno a mezzogiorno).

Ha scritto Renzi sulla sua E-News: “Ci saranno 100 tavoli – per adesso 80 nda – di lavoro con un parlamentare o amministratore responsabile della discussione e confronto/scontro sui singoli argomenti. Un’occasione per discutere vera, seria, non banale. Non ci fermiamo agli slogan, ma approfondiamo e proponiamo”. Anche se uno slogan ci vuole. Così dopo la carta di Firenze e i rottamatori, il Big Bang e i 100 punti per l’italia e Viva l’italia Viva (la storia sarà raccontata in un video firmato da Enrico Brizzi), il 2013 sarà l’anno di ‘Diamo un nome al futuro’.

Al via la IV Leopolda di Matteo Renzi

Un futuro che, secondo Renzi ha un nome: speranza. “Sabato – ha continuato nell’E-News – è il giorno che dedicheremo alla speranza. Cosa fanno i convegni politici di solito? Un lungo elenco dei problemi del Paese, una lamentazione da tragedia greca sulle cose che non vanno più, sulle difficoltà, sui problemi. Noi non ce le nascondiamo, sia chiaro. Non ce le nascondiamo, per niente. Ma facciamo parlare chi ha voglia di fare proposte, di dare un nome al futuro. Ci saranno nomi di grande livello, alcuni tra i principali manager del Paese hanno accettato di venire a dire la loro”.

I tavoli rotondi di questa sera, poi il lungo elenco di interventi tarati sui quattro minuti. Il format, al di là della novità di questa sera, è lo steso di sempre. E un po’ ha stancato. Non Renzi e le decine di giornalisti accreditati. E non mancherà la passerella di chi, di anno in anno, viene depennato o aggiunto (chi arriva qui sta con lui) nel ‘cerchio magico’. Ci saranno come di consueto i renziani della prima ora come Luca Lotti, Rosa Maria Di Giorgi, Francesco Bonifazi, Simona Bonafè, Dario Nardella, Andrea Marcucci, Roberto Giachetti (ancora in sciopero della fame per protestare contro il porcellum). Ma anche quelli della seconda.

La Leopolda, infatti, arriva a poco più di un mese dai gazebo da cui uscirà il nome del nuovo segretario del Pd. E in piene primarie i pezzi (o le correnti) del partito hanno già battezzato il cavallo vincente. Così a Firenze ci sarà Dario Franceschini, (pare domenica). “Vicedisastro”, lo aveva chiamato Renzi un’era politica fa. Ora sono costretti ad essere amici. Franceschini ha scelto il sindaco per rimanere aggrappato alla locomotiva in corsa. Renzi ha avuto bisogno dei voti dei franceschiniani e di AreaDem nel braccio di ferro sulle regole delle primarie.

Lo scorso anno salì sul palco come candidato alla guida delle primarie. Quest’anno come candidato alla segreteria Pd. Proprio in un’edizione passata della Leopolda, alla domanda su un suo possibile interessamento alla segretaria, Renzi rispose secco: “Tutti conoscete Obama. Ma chi di voi sa come si chiama il segretario del Partito democratico americano?” All’epoca si ragionava così: o l’Obama della situazione o niente. Si cambia. E Renzi proverà a ricoprire il ruolo, alla sua maniera (partito liquido, ad ispirazione maggioritaria, sostenuto da tre gambe: il partito dei sindaci, i parlamentari gli amministratori), che è stato di Veltroni (oggi a spingere il carro renziano), di Franceschini (idem), di Bersani (che è rimasto lontano anni luce) e di Epifani.

Epifani che sarà alla Leopolda probabilmente domenica, ma c’è chi ha parlato anche di domani. Ci sono le primarie e la faccenda avrebbe potuto far storcere il naso a qualcuno. Per questo il segretario del Pd ha già assicurato la par condicio, visto porterà il saluto anche a Cuperlo, Civati e Pittella. E tuttavia la Leopolda è qualcosa di più di un momento puramente elettorale. La Leopolda, ha scritto ieri Renzi, “non è un convegno come gli altri”. È uno scrigno, l’emblema della rottura e della rottamazione, del “noi” e del “loro”, del “avete fallito, fate un passo indietro”. Entrare alla Leopolda è entrare nel mondo che ha portato Renzi a giocarsi il destino del Pd. Farne parte, anche se da garante, anche se con un ruolo istituzionale, segna un tempo politico, in casa dem, diverso.

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