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Martedì, 23 Aprile 2024
Il caso

Partita del cuore, Renzi non gioca: "Grillini meschini"

Dopo le polemiche per la diretta tv, il premier annuncia: "Non gioco la partita del cuore". Bordate ai grillini: "Per la prima volta si sporca un evento come la partita del cuore. Strumentalizzata la beneficenza"

ROMA - Nè in campo, nè in panchina. Matteo Renzi non giocherà la partita del cuore. Dopo le polemiche sollevate dal Movimento cinque stelle - per la vicinanza fra l'evento e le elezioni europee - il presidente del Consiglio ha annunciato su Facebook la sua decisione di non partecipare all'evento organizzato a Firenze per raccogliere fondi per Emergency e non ha rinunciato ad attaccare i grillini accusandoli di strumentalizzare la beneficienza perché lo temono, temono un premier che "vuole cambiare l'Italia".

Sul social Renzi ha ricordato: "Maggio 2013, Torino. Mi invitano alla partita del cuore, allo Juventus stadium. Anche un cuore viola come il mio deve ammettere che è bellissimo. E la città risponde alla grande. Beneficenza, emozioni, divertimento. Torno negli spogliatoi e scatta in me l'istinto della competizione. Il prossimo anno facciamo la partita a Firenze, propongo. Ci danno l'ok e destiniamo l'incasso a Emergency. Sono felice. Poi, come noto, cambio mestiere. Qualche giorno fa mi chiama Gino Strada e mi chiede di rilanciare l'attenzione dei media, di aiutare anche nel mio nuovo ruolo, per fare della partita un'occasione di sostegno per i progetti di Emergency. Lo faccio volentieri. E qui casca l'asino, anzi il grillo".

"Cinque stelle - ha sottolineato Renzi - mi accusa di strumentalizzare il calcio in campagna elettorale, di volere la diretta tv per conquistare voti. I miei amici si domandano con la consueta gentilezza se mi hanno mai visto giocare per pensare che un mio assist sposti voti. Ma il punto non è questo. Il punto e che grazie alla rabbia e alla paura dei grillini per la prima volta si sporca un evento come la partita del cuore che da anni unisce gli italiani. Strumentalizzare gli ottanta euro, i segreti di stato, gli investimenti sulle scuole è ancora polemica politica. Strumentalizzare la beneficenza no".

"Ho deciso allora - ha fatto sapere il premier - di non giocare la partita del cuore di quest'anno. Anche se mi costa dal punto di vista personale perché siamo fatti di carne e giocare con Baggio, Batistuta e Antognoni per uno come me che ama il calcio (non ricambiato, lo so) era un piccolo sogno: inutile nascondersi, siamo uomini. Però sono il presidente del consiglio di un paese che non merita polemiche ridicole come questa. Non hanno paura di me calciatore. Hanno paura di chi vuole cambiare l'Italia, restituire speranza, cambiare la protesta in proposta. Per questo tutti i giorni attaccano sul personale, sul pesante. Va bene, lasciamoli fare, mettiamo al sicuro ciò che non merita di essere sporcato. Io quest'anno non gioco. Ma chiedo comunque alla mia Firenze di rispondere alla grande. Che l'Artemio Franchi sia pieno, che siano tante le donazioni, che sia una grande festa. Mostriamo in diretta tv il cuore grande di questa città così solida, perché solidale. E lasciamo le meschinità a chi se le può permettere. Un sorriso e avanti tutta".

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