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Giovedì, 30 Novembre 2023
Politica

I poteri forti virano su Renzi: si parte con "mr. Eni"

Paolo Scaroni a Bloomberg Tv: "Renzi mi piace, ha impeto, è davvero una persona che vuole riformare il Paese". Un endorsement importante visto che questo è l'anno delle privatizzazioni e dei valzer di poltrone

Grillo ci ha visto bene. Nel giorno delle dimissioni di Enrico Letta, ha attaccato Matteo Renzi in qualità di "uomo dei poteri forti". Un elenco di nomi: "Lo vogliono le banche, la Confindustria, De Benedetti, Scaroni, la finanza". Centrato. Poche ore dopo l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, da Bloomberg Tv ha salutato con piacere la salita a Palazzo Chigi del rottamatore: "Di Renzi mi piace la volontà di agire e di agire velocemente".

E' un endorsement chiaro e diretto quello del numero uno dell'industria numero uno italiana:

Renzi ha impeto, è davvero una persona che vuole riformare il Paese e riformare il Paese a volte non equivale a essere popolari ma quando si vuole qualcosa davvero si è già a metà strada.

E' un endorsement, poi, dal forte sapore politico. Non dimentichiamoci, infatti, che sarà proprio Renzi premier a dover continuare sulla strada intrapresa da Letta: quella delle privatizzazioni (tema tanto caro al rottamatore). E tra le privatizzazioni che pesano c'è proprio quella di Eni: il gigante del petrolio e del gas è partecipato al 30,1% dal Tesoro e da Cassa depositi e prestiti, società che - per dirla in maniera semplice - gestisce il risparmio postale. 

Scrivevamo a fine novembre che con la vendita dell'Eni si chiuderà per sempre il "sogno" di Enrico Mattei, fondatore dell'Ente nazionale idrocarburi, azienda pubblica creata dallo Stato nel 1953. Nel 1992 Eni divenne una Spa. Da allora è stata smontata. Dal 1995 al 2001 lo Stato ha venduto quote e oggi conserva solo il 30%, detenendo comunque il controllo della società. Cosa accadrà con la vendita di altre quote? Staremo a vedere ma è forte il rischio che l'Italia perda il suo bene societario più prezioso. Staremo a vedere se ad alienare il tutto sarà il premier "che ha impeto" e che per questo tanto piace all'ad più importante d'Italia.

Ma c'è un altro punto che rende questo endorsement significativo: la poltrona di Scaroni sta scadendo. L'ad è alla guida dell'ente dal 2005 (dopo tre anni a capo dell'Enel). La poltrona di Scaroni è a nomina pubblica e Renzi sarà il premier chiamato a decidere se continuare con Scaroni o cambiare verso. Renzi vorrebbe inserire una norma pericolosa per l'ad: l'ineleggibilità per i condannati o addirittura per chi è rinviato a giudizio. Ebbene, Scaroni è indagato nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti Saipem e più di qualcuno sussurra che il rottamatore voglia mettere a capo di Eni Vittorio Colao, ora a Vodafone. Non a caso tanto si parla di Scaroni a capo di Telecom. 

Con Letta tutti gli ad, probabilmente, sarebbero rimasti al loro posto. Scaroni in primis. Con Renzi si rischia il valzer. Da qui la corsa a dire "io sto con il rottamatore".

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