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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Primarie Pd

Renzi ‘all’assalto’ dell’Italia. Chi c’è dietro le quinte di questa partita?

Chi sono gli uomini che lavorano dietro le quinte del 'fenomeno' Matteo Renzi? Ecco li qui, in un pezzo che spiega chi sta facendo del sindaco di Firenze l'uomo nuovo della politica italiana

La squadra c’era, il tour per l’Italia già disegnato, il lancio di Verona dietro l’angolo, ed anche i camper pronti a macinare i chilometri. Cosa mancava a Matteo Renzi prima di buttarsi ufficialmente nella bagarre delle primarie? Uno slogan prontamente servito giusto poche ore prima del discorso ufficiale alla nazione: “Adesso!”.  

Così, in attesa del programma, anche l’ultimo tassello pre-campagna elettorale è stato svelato. Nome del candidato in rosso, slogan in blu. Tutto su sfondo bianco a ricordare i democratici americani e quella “spallata” di Obama, tanto cara al sindaco di Firenze. Uno ‘stringete le fila’ per i rottamatori di tutto il Paese, un sorta di ora o mai più. Una parola d’impatto, buona per sparigliare, un po’ come il primo colpo di una partita a stecca. 

Chi si occupa dell’operazione Renzi ci tiene subito a precisare un dato indicativo: la stessa parola non sarebbe mai stata utilizzata per le politiche vere e proprie, dove sono più indicati messaggi propositivi e rassicuranti.

Cinque parole e un punto esclamativo: ‘Primarie 2012 Matteo Renzi Adesso!’. Tutto studiato al dettaglio: dai caratteri mobili, che evocano il principio dell’esperienza, per arrivare proprio al punto esclamativo che, spiegano, è fondamentale visto che “la narrazione sta nella punteggiatura” (e chissà come saranno contente le maestre di italiano). ‘Adesso!’ ma non solo.

Per la corsa elettorale sarà rispolverato anche un vecchio slogan pronunciato da Renzi lo scorso anno nel discorso di chiusura della Leopolda: “Non si ferma il vento con le mani”. Pare sarà questo alla fine il vero tormentone della sfida lanciata al Paese dal primo cittadino fiorentino. Fin qui tutto bene. Tranne una svista di un certo peso per uno che del rinnovamento generazionale ne ha fatto una vero e proprio vessillo elettorale. Si perché non è la prima volta che ‘Adesso’ compare nella scena politica italiana.

Il ‘copyright’ è di Dario Franceschini, che pose lo slogan alla testa della sfida, poi persa, contro Bersani nelle allora primarie 2009. Ma si sa, le idee non hanno padroni, anche se, in questo clima da tutti contro tutti, non è mancata dell’ironia in casa Pd. Così in casa Renzi, vista la gaffe, si è subito pensato al logo elettorale con tanto di concorso di idee aperto ai talenti italiani. Con due prescrizioni: stessi colori del manifesto (il rosso ed il blu) ed un messaggio politico che miri al rinnovamento.

“Vogliamo – spiegano dallo staff di Renzi – coinvolgere il più possibile i cittadini nel percorso che Renzi sta compiendo in vista delle primarie del Partito democratico. Il logo, così come il programma, partirà dunque dal basso, segno dell’apertura e dell’attenzione speciale che Renzi riserva a tutti coloro che sono pronti a dargli una mano in questa avventura”.

STAFF – Punti esclamativi, video, colpi ad effetto. Tutta farina di Renzi? In parte sì, almeno sul piano decisionale. Le ‘pensate’ però arrivano da altri, da un poll che, giorno e notte, si occupa di come far bucare lo schermo al Matteo nazionale. Un gruppo di strateghi raccolti sotto la dicitura anglosassone think tank (letteralmente serbatoio di pensiero).

Chi sono? L’ex assessore alla cultura del Comune di Firenze Giuliano Da Empoli, Marco Carrai e Luigi De Siervo. Da Empoli, saggista e scrittore, è l’uomo delle relazioni internazionali, colui che ha girato in lungo e in largo l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Ma è anche l’uomo della stesura del programma, almeno in parte. È sua l’idea di un testo mobile, da mettere in rete in cerca di contributi tra gli argonautici del web (come da lui stesso recentemente dichiarato sulle pagine del Corriere della Sera). Una sorta di forum continuo.

Roba già vista? Sì. Roba di una anno fa circa, quando dalla Leopolda 2, l’ormai celebre Big Bang con tanto di metafora sui dinosauri, Renzi lanciò dal palco il ‘wiki-pd’: 100 punti di discussione critica, all’interno della rete, che avrebbero formato il programma di governo della corrente nata proprio a Firenze. Un canovaccio in divenire con discussione verticale, dal basso verso l’alto. D

a questa esperienza tuttavia non è mai emerso un documento ufficiale e definitivo; diciamo che è finita nello stanzino dei buoni propositi.  

A fianco di Da Empoli, Luigi De Siervo. Fiorentino 43enne, è figlio dell’ex presidente della Corte Costituzionale e fratello di una delle più strette collaboratrici del sindaco in Palazzo Vecchio, Lucia. È stato al fianco di Renzi fin da quando, nel 2005, l’enfant prodige della sinistra italiana corse per la poltrona di presidente della Provincia di Firenze. È l’uomo multimediale: dalla rete alla scelta dei filmati, dal montaggio alla scenografia di tutti i grandi eventi a firma Renzi, dalle due Leopolda in giù.

Accanto a Da Empoli e De Siervo, Carrai. Consigliere fidatissimo, a lui è affidato il compito di tessere le fila con tutti i canali istituzionali. Lo vedremo poi, quando la campagna elettorale entrerà nel vivo.

A questi tre volti ne va aggiunto un altro, quello di Giorgio Gori. Anche lui sarà al fianco di Renzi anche se il suo nome, in questi giorni, è stato meno quotato. Deus ex machina silenzioso o il rapporto con il rottamatore è evaporato? Vedremo, anche se per Gori da un anno a questa parte, come recentemente dichiarato, non è cambiato nulla: rimane a fianco del sindaco. Come lo era nella Leopolda 2001, così lo sarà nella corsa verso Palazzo Chigi.

Ed infine troviamo Roberto Reggi, l’ex sindaco di Piacenza. È lui l’uomo che in questi giorni sta lavorando dentro e fuori il Pd. A Reggi, Renzi, ha affidato la macchina organizzativa dell’intera campagna elettorale ma soprattutto gli ha consegnato la barra politica. Non è un caso che in questi giorni sia proprio Reggi l’uomo di riferimento con cui la corrente Renzi si sta misurando con quella bersaniana. All’altro capo del tavolo, Maurizio Migliavacca, emiliano e uomo fidatissimo di Bersani. In mezzo, le regole della primarie, cioè la filosofia stessa che darà il senso del centro – sinistra italiano.

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