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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Renzi a gamba tesa: "Il referendum sulle trivelle è una bufala"

Il presidente del Consiglio ribadisce: "La scelta è se continuare a estrarre carbone e gas fino a esaurimento oppure fermarsi a metà della scadenza della concessione"

"Bufala trivelle". Non usa mezzi termini il premier Renzi nella sua consueta eNews e definisce così la questione del referendum del 17 aprile

"Ripeto fino alla noia, scusandomi con chi ha già sentito queste considerazioni, sulla bufala trivelle. Non c'è nessun referendum sulle trivelle. Non c'è una sola trivella in discussione: solo la scelta se continuare a estrarre carbone e gas fino all'esaurimento del giacimento senza sprecare ciò che già stiamo utilizzando oppure fermarsi a metà alla scadenza della concessione", dice il presidente del Consiglio. 

"Il referendum voluto dai consigli regionali, non dai cittadini, non vieta - ha argomentato ancora Renzi - nuovi impianti: rende solo impossibile continuare a sfruttare quelli che già ci sono, alla scadenza. La bufala è questa: dicono che si voti sulle rinnovabili, su un nuovo modello di sviluppo, sull'alternativa alle energie fossili. In realtà si chiudono impianti che funzionano, facendo perdere undicimila posti di lavoro e aumentando l'importazione di gas dai paesi arabi o dalla Russia". 

Potenza: migliaia in piazza contro le trivelle | Foto da Twitter

Il premier ribadisce: "Sia chiaro: ogni scelta è legittima", ma "chi vuole che il referendum passi deve votare sì, chi vuole che il referendum non passi può scegliere tra votare no o non andare a votare". Renzi fa poi riferimento all'intervento dell'ex inquilino del Quirinale Giorgio Napolitano, che in un'intervista a Repubblica aveva "magistralmente" spiegato che se un referendum prevede il quorum la posizione di chi si astiene è costituzionalmente legittima al pari delle altre. Nel caso di un referendum con quorum sostenere le ragioni di chi non vuole andare a votare ha la stessa identica dignità di chi dice sì o no".

"Sulle energie rinnovabili - ha scritto ancora il premier - l'Italia va forte, meglio del Regno Unito, Francia e Germania. Ma le rinnovabili da sole non bastano, per il momento. Se chiudiamo le nostre piattaforme dovremo comprare più gas e petrolio dagli arabi o dai russi, sprecando le risorse già esistenti. A me sembra più saggio finire di estrarre ciò che già c'è, senza licenziare i lavoratori del settore e senza sprecare l'energia che abbiamo". "Bene che ci sia informazione, dunque. Riconoscendo pieno diritto di espressione alle posizioni del sì e a quelle del no o dell'astensione", ha concluso Renzi. 

Immediate le reazioni. L’associazione ambientalista Fare Verde risponde per le rime al primo ministro Renzi, citando anche la vicenda del petrolio in Basilicata. "I consigli regionali che hanno deliberato la proposta di referendum sono democraticamente eletti e quindi sono l’espressione della volontà popolare. Renzi se ne faccia una ragione", dice l'associazione in una nota. "I referendum non sono mai una bufala, ma sono una costante riaffermazione di democrazia e partecipazione. Inoltre, la vittoria del Sì sarà una chiara indicazione popolare per andare verso un nuovo modello di sviluppo, più sostenibile grazie alle energie alternative"

Anche il comitato nazionale delle associazioni per il referendum del 17 aprile "Ferma le trivelle, vota sì" ha commentato le dichiarazioni di Renzi. 

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