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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Pd, Matteo Renzi proclamato segretario dallʼassemblea: "Ora una storia nuova"

Renzi torna a guidare il Partito Democratico: "Siamo una comunità, il Pd non è luogo dove tutti si sparano contro". Orfini confermato presidente, Martina vicesegretario

L’assemblea del partito ha proclamato Matteo Renzi segretario del Pd, ufficializzando i risultati delle primarie.

E’ stato il presidente della commissione Roberto Montanari a dare le cifre e a formalizzare l’elezione del "nuovo" leader. L’annuncio è stato accolto dall’acclamazione dei delegati, in larga parte appartenenti alla maggioranza renziana (che conta infatti 700 delegati, contro i 212 di Andrea Orlando e gli 88 di Michele Emiliano), in base ai risultati del congresso.

“Si tratta di scrivere una pagina nuova, una storia nuova, con la consapevolezza che il futuro è il nostro campo di gioco, il luogo in cui la politica si misura. Sosterremo Gentiloni, il governo non è a rischio”, ha detto Renzi.

“Il Pd in questi cinque mesi – ha aggiunto – ne ha vissute di tutti i colori: polemiche, litigi, scissioni, scontri, per cinque mesi abbiamo dato l’impressione di essere una comunità capace solo di litigare, tradendo il messaggio che la nostra gente da anni ci dà. Non ha vinto Matteo Renzi, non ha vinto Orlando, non ha vinto Emiliano, ha vinto il Pd che non litiga, che non si scinde, che discute ma non può accettare di essere il luogo in cui tutti sparano contro il quartier generale per un po' di visibilità”.

Il Pd riparte dunque da Matteo Renzi e anche se il leader ha promesso che sarà “non una rivincita ma un nuovo inizio”, sono già evidenti alcuni tratti in comune con la fase appena chiusa. Sul piano numerico, soprattutto, il leader avrà un controllo saldo degli organismi dirigenti, forte di un successo alle primarie che in termini percentuali è stato più netto che nel 2013: in assemblea sono 700 i delegati renziani (compresi quelli di Franceschini, Orfini e Martina), contro i 212 di Andrea Orlando e gli 88 di Michele Emiliano. Proporzioni simili in direzione. Questo non significa che Renzi non stia cercando di creare le condizioni per una navigazione meno tormentata di quella dei quattro anni passati. Più volte, nelle ultime settimane, ha avvertito: “Chiunque vinca, poi si rispettano le regole, il Pd è la casa di tutti”. A parte la conferma di Matteo Orfini alla presidenza e la promozione, ampiamente annunciata, di Maurizio Martina alla vice-segreteria, il leader sta sondando sia la componente di Emiliano che quella di Orlando in vista di un possibile ingresso in segreteria.

Di sicuro, tra i renziani c’è euforia per i sondaggi che tornano a salire, a cominciare da quello pubbblicato ieri dal Corriere della Sera che accredita un contro-sorpasso dei democratici su M5s. Una dimostrazione, per il leader, che la nuova linea paga. A cominciare dall’approccio verso il web, da quella presenza capillare che dovrà essere garantita dalla piattaforma ‘Bob’, la risposta Pd al Rousseau dei Cinque stelle.
 

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