rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Mercato Lavoro

Renzi rottama anche i sindacati: ora è tutti contro tutti

Camusso: "Renzi indebolisce la democrazia". Bonanni: "La leader Cgil non è il nostro capo". Ichino: "Concertazione è palla al piede". Fassina contro il 'suo' segretario: "Basta delegittimare i sindacati"

Quello che state per leggere non vuole essere il classico "pastone", bensì una sorta di gioco. Chiamiamolo pure il gioco delle posizioni. C'era un volta Letta. C'era una volta un governo (o un premier) di larghe intese sicuramente più debole di quello attuale. C'era una volta un accordo. Era il 10 gennaio. A firmarlo, insieme a Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.

Da quel giorno, addio Letta; ecco Renzi. E tutto è cambiato. In primis, l'impostazione del governo nella cosiddetta "concertazione". Un termine che evidentemente poco importa a Renzi, sempre più a proprio agio nel ruolo di "uomo solo al comando". Le regole le detta il premier. Le linee del campo da gioco, idem. Ed è qui che scoppia il caos.

BONANNI - E così, in poche ore, ognuno ha battuto un colpo per provare a stanare il premier, a fargli prendere posizione sul tema. Partiamo da Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, che ha affidato al Messaggero la sua idea di sindacato in tempi renziani: "Ora il premier sta esagerando. Basta con i riferimenti generici. Camusso non è il capo dei sindacati e se il premier ha un problema con la Cgil deve risolverlo con lei". Chiaro, no? Il senso è semplice: per Bonanni quelli in corso tra Renzi e Camusso sono "insopportabili giochetti". Da qui l'invito al premier di "comportarsi da presidente del Consiglio, non da chi sta ancora scalando il Pd. Noi lo sfidiamo sulle riforme per sostenerlo".

Se c'è attrito con Camusso, che Renzi ritiene essere principale espressione del gruppo dei suoi oppositori, non capisco perchè debba coinvolgere anche altri. Tra l'altro mandando nello stesso tempo segnali rassicuranti ad un'altra parte del suo popolo, la Fiom, tutt'altro che riformista, il campione del conservatorismo.

Da qui, la richiesta praticamente ufficiale: "Chiediamo al presidente del Consiglio di invitarci con furore a sostenere le riforme, lasciando perdere contrapposizioni equivoche che possono solo portare a un gioco tattico a somma zero. Anzi di questi tempi a somma negativa. Il rischio è che finisca per comportarsi come altri che alla fine hanno fatto solo disastri". 

CAMUSSO - Si cambia testata. Si va a spulciare le colonne de La Stampa, ed ecco Susanna Camusso: "Posizioni come quella di Renzi, che riducono le forme di partecipazione, indeboliscono la democrazia. Sempre. Non è un giudizio su questa fase, ma un'affermazione di scuola". L'allarme suonato dalla leader della Cgil è chiaro: ha paura che Renzi voglia di fatto cancellare la rappresentanza. Come? "Scavalcando le parti sociali". Una mossa definita conservatrice: "Renzi, che teorizza la necessità di cambiare verso, in realtà non fa che assecondare una tendenza già esistente. Penso che sia un errore. Ma penso anche che sia una grande occasione per il sindacato di riappropriarsi della contrattazione nelle fabbriche. Non mi angoscio - dice - di fronte alle sue parole, ma ritengo che esprimano un elemento di conservazione".

Se si vuole non la concertazione, ma almeno una modalità di confronto politico ordinario, non si può gridare 'aiuto, mi attaccano!' appena c'è dissenso. Bisogna misurarsi con gli argomenti; ne abbiamo già avuto un altro che diceva che non lo facevano governare.

LA POLITICA - Nel gioco di posizione tra sindacati e sindacalisti alla presa con il "renzismo", ecco la politica "giuslavorista". E anche qui è uno scontro a difendere il proprio orticello tra chi, come Ichino (Scelta Civica) poco o niente sopporta la "concertazione" e chi, come Fassina (Pd), parte da una posizione più "a sinistra".

ICHINO - Eccoci a Repubblica. Eccoci alla difesa del sindacato che dialoga e si confronta più con le aziende che con i lavoratori. Eccoci a Pietro Ichino, senatore di Scelta Civica: "La concertazione può costituire una marcia in più per il governo di un Paese, ma solo a una condizione: che tra governo e associazioni sindacali e imprenditoriali ci sia una piena condivisione degli obiettivi da raggiungere e dei vincoli da rispettare". Altrimenti ...

Altrimenti diventa una palla al piede, perchè attribuisce un potere di veto a chi rappresenta una parte soltanto degli interessi in gioco.

Di fatto, Ichino parla di "una prassi consolidata seguita dalle associazioni sindacali e imprenditoriali da decenni per affrontare le crisi occupazionali aziendali: quella che consiste nel fingere che i rapporti di lavoro continuino indefinitamente, mettendo i lavoratori in freezer per anni, con la cassa integrazione. Oggi Cisl e Uil hanno capito - osserva - che occorre cambiare sistema. Una parte della Cgil e una parte della Confindustria su questo punto sono invece in grave ritardo". E quanto al rapporto del premier con la Fiom, "tra Renzi e Landini c'è un evidente feeling personale, che manca platealmente tra Renzi e Camusso. Ma sulla politica del lavoro il segretario Fiom in realtà la pensa in modo opposto rispetto al premier". Da qui, la chiosa: "Le convergenze tra di loro possono essere solo tattiche".

FASSINA - Dal giornale "di casa", da L'Unità, ecco Stefano Fassina che si schiera apertamente all'opposizione rispetto al suo segretario: "Non mi pare che i rilievi di Camusso e Squinzi siano stati sintonici. Pongono questioni diverse. In ogni caso credo che sia un grande errore sottovalutare la rilevanza e l'utilità dei corpi intermedi, soprattutto in una fase di sofferenza economica e sociale così acuta, perchè senza sindacati e organizzazioni di categoria si scivolerebbe facilmente nei movimenti dei forconi". L'allarme è chiaro: attenzione anche solo a pensare di fare a meno del sindacato.

Chi ha responsabilità politica è giusto che non accetti veti da parte di nessuno, ma una democrazia di qualità si fonda anche sul ruolo attivo e propositivo della rappresentanza economica e sociale.

"Ai sindacati ogni mese 12-13 milioni di lavoratori e pensionati versano le quote di iscrizione. Rete Imprese per l'Italia il 20 febbraio ha portato in piazza 50mila artigiani e commercianti. Sono cioè forze reali con cui va costruito un rapporto sano, non vanno marginalizzate".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Renzi rottama anche i sindacati: ora è tutti contro tutti

Today è in caricamento