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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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L'aumento in busta paga(to) dai lavoratori: "Via 85mila statali e in pensione più tardi"

Taglio di 85mila lavoratori statali, sforbiciata agli stipendi dei manager pubblici, aumento dell'età pensionistica per le donne e riduzione delle spese militari: ecco la spending review di Renzi

ROMA - L'esame di tedesco è andato. E l'approvazione della "professoressa di Berlino" è in tasca. "L'Italia sta lavorando per riempire il bicchiere mezzo vuoto - ha commentato Merkel dopo l'incontro di ieri con il premier italiano - Renzi mi ha illustrato un programma di riforme molto ambizioso. Gli auguro molta fortuna e coraggio". Ipse dixit. E così sarà. A ben vendere, infatti, una buona dose di fortuna e coraggio dovrà accompagnare il presidente del Consiglio che ora si prepara ad intraprendere la strada dei tagli e della spending review. Certo è che un po' di incoscienza e tanta buona sorte serviranno per affrontare gli "statali": i primi della lista alla voce tagli. 

TAGLIO DEGLI STATALI - Dopo gli ottanta euro a persona promessi in busta paga da maggio, per il premier è infatti arrivato il momenti degli annunci. Alcuni dolorosi, altri meno. Di sicuro non è tempo da sonni tranquilli per i dipendenti statali. A terrorizzarli, infatti, c'ha pensato proprio il commissario alla revisione della spesa, Carlo Cottarelli, che ha annunciato nei loro confronti misure molto dure. La macchina statale dovrà sottoporsi a una cura dimagrante choc che significherà "esuberi del personale e mobilità dei dipendenti pubblici". Numeri alla mano, ha spiegato l'uomo dei conti: "Gli esuberi dipendono da piani specifici di riforma, ma la stima preliminare è di 85mila unità al 2016". E ancora: "Capienza da blocco turnover, circa 90mila" con un rapporto che dovrebbe scendere ad 1 a 1, per poi essere totalmente bloccato. Un piano, questo, che porterebbe alle casse dello Stato circa tre miliardi di risparmi. 

ADDIO SUPER MANAGER - La loro parte, però, dovranno farla anche dirigenti. A loro potrebbe, e dovrebbe, essere applicato un taglio di stipendio abbastanza sostanzioso, soprattutto per coloro che ricoprono funzioni apicali e di prima fascia. L'obiettivo è portare i compensi in linea con la media dei manager pubblici europei. Da questo intervento, ha chiarito lo stesso Cottarelli, si attende un risparmio di 500 milioni di euro all'anno. 

PENSIONI, "QUOTE ROSA" - Novità dovrebbero esserci anche dal lato pensioni. Se le quote rosa per le elezioni sono state bocciate in aula, quelle per le pensioni potrebbero essere introdotte "motu proprio" dal commissario alla spending review. Una delle idee è, infatti, innalzare di un anno l'età contributiva delle donne - da 41 a 42 anni - per maturare i requisiti per la pensione, in modo da portarla a pari a quella degli uomini. Con questa mossa, si calcola, le casse del Tesoro avrebbero aria nuova per duecento milioni di euro nel 2014 e per un miliardo di euro a regime pieno. 

MENO F35, ADDIO PORTAEREI GARIBALDI - Una bella stretta, inoltre, sarà data alle spese militari. Per i cacciabombardieri, sembra che il governo voglia una rinegoziazione della commessa, dimezzando il piano ereditato dal passato: non più dodici miliardi, ma sei da spendere nell'arco di dodici anni, non più novanta ma quarantacinque aerei, con un risparmio previsto di mezzo miliardo l'anno. Trema anche la portaerei Garibaldi, la cui vendita non servirebbe tanto a far cassa, ma eliminerebbe il sovrapporsi di mezzi che hanno funzione analoga, come la Cavour. A rischio anche una cinquantina di elicotteri di Marina militare, guardia costiera e vigili del fuoco per il soccorso in mare. 

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