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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Grillini malpancisti sconfitti: per l'Agenzia delle Entrate le restituzioni sono obbligatorie

L'Agenzia delle Entrate dà ragione al Movimento 5 Stelle: gli almeno 2mila euro al mese che ogni eletto decurta dal proprio stipendio sono un adempimento di un obbligo giuridico " fonte convenzionale". Le restituzioni inoltre non sono soggette a tassazione

Alla fine è dovuta intervenire persino l'Agenzia delle Entrate per placare i parlamentari del Movimento 5 stelle che stanno mal digerendo la regola della "restituzione dello stipendio". Quella della restituzione è uno dei tanti focolai di scontento che sta mettendo a dura prova la tenuta dei gruppi parlamentari M5S.

Su richiesta di diversi deputati e senatori che avevano preteso chiarimenti sull'entità giuridica della regola pentastellata, il Movimento - secondo quanto apprende l'Adnkronos - ha interpellato l'Agenzia delle entrate per sapere se queste "dazioni" (almeno 2mila euro al mese che ogni eletto decurta dal proprio stipendio, come impone il regolamento pentastellato) "debbano o meno essere inquadrate nella fattispecie delle 'donazioni' e, in caso di risposta positiva, debbano essere assoggettate al relativo trattamento tributario".

Perentoria la risposta della 'Divisione contribuenti' dell'Agenzia delle Entrate, arrivata in questi giorni.

Non si tratta di donazioni ma dell'"adempimento di un obbligo giuridico che i parlamentari eletti della XVIII legislatura sono tenuti ad assolvere proprio in virtù della qualifica soggettiva di 'eletti quali parlamentari'".

"Tale status - si legge nel documento in possesso dell'Adnkronos - in effetti, deriva, eventualmente, dall'esito delle elezioni, a seguito della candidatura alla carica politica motivata da ragioni idealistiche e collegate al dovere civico e morale di impegno diretto per il bene del Paese e della collettività in generale. La descritta natura di obbligo giuridico trova ulteriore conferma nella previsione di sanzioni disciplinari a carico dei soggetti inadempienti".

Secondo l'Agenzia, il versamento di queste somme di denaro a favore del 'Comitato per le rendicontazioni/rimborsi del Movimento 5 Stelle' (creato l'anno scorso da Luigi Di Maio per gestire e coordinare in maniera più efficace le restituzioni degli eletti e quindi scongiurare nuovi casi di 'furbetti del bonifico') non è soggetto all'imposta sulle successioni e donazioni, prevista dall'articolo 2 comma 47 del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262.

L'Agenzia delle Entrate dà quindi ragione al Movimento 5 Stelle, per il quale - si legge sempre nello stesso documento - le 'restituzioni' non vanno assimilate "all'istituto della donazione" perché "mancherebbe lo spirito di liberalità tipico della donazione, essendo collegate le predette dazioni di denaro ad un preciso obbligo giuridico di fonte convenzionale".

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