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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Siri, dimissioni senza alternativa: Conte revoca le deleghe al sottosegretario

Resa dei conti tra Lega e Movimento 5 stelle nel consiglio dei ministri sulla vicenda del sottosegretario Armando Siri. L'inchiesta per corruzione e la richiesta di dimissioni hanno reso più che evidente la frattura tra le due anime del governo 

La resa dei conti tra Lega e Movimento 5 stelle nel consiglio dei ministri a Palazzo Chigi: il momento della verità sulla vicenda del sottosegretario Armando Siri vero terreno di scontro degli ultime settimane tra le due anime del governo gialloverde.

Il consiglio dei ministri non ha dovuto votare la delibera del premier Giuseppe Conte che ha revocato le deleghe al sottosegretario leghista implicato in una cosa di corruzione.

Il Carroccio ha espresso contrarietà alla decisione e prende atto della facoltà del presidente del consiglio di chiedere la revoca del sottosegretario.

La Lega difende un principio: non può esserci un automatismo tra indagini e colpevolezza. È un principio di civiltà giuridica che vale per tutti.

Spiegano fonti della Lega, dopo il consiglio dei ministri sul caso Siri. "Siamo dell'opinione che chi ha incarichi istituzionali deve pagare il doppio se colpevole, ma contrari al principio di colpevolezza senza processo", ribadiscono dal partito di Matteo Salvini.

In Cdm la revoca delle deleghe a Siri

"Il caso Siri è chiuso politicamente, sicuramente ci sono sensibilità diverse tra forze politiche, ma il fatto che M5S sia stato intransigente ha permesso di diminuire i rischi di infiltrazione". Così Luigi Di Maio, parlando in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

"Mi fa piacere non si sia andati alla conta, il nostro obiettivo non era avare una superiorità numerica né morale. Non c'è principio di colpevolezza, valuteremo sempre caso per caso come forza politica, ma ci vuole precauzione come istituzioni, perché teniamo alla credibilità di questo governo"

Consiglio dei ministri resa dei conti tra Lega e 5 stelle

L'ultimo appello il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio lo aveva scriveto sul blog delle Stelle: "Faccio un ultimo appello alla Lega, di far dimettere Armando Siri e non arrivare alla conta in Consiglio dei Ministri". 

Dal canto suo Matteo Salvini aveva riunito i ministri leghisti prima dell'inizio del cdm consapevoli del dispositivo del premier Giuseppe Conte che ha deciso di procedere alla revoca senza passare per il voto del cdm.

A tracciare il senso della giornata politica è l'ex premier Gentiloni: "Se questo governo fallisce l'unica strada sono nuove elezioni". L'esponente del Pd intervenendo a Radio Anch'io ha aggiunto: "Non ci sono maggioranze alternative in questo Parlamento. In ogni caso non capisco come con questi bisticci si possa affrontare la prossima legge di bilancio".

Di fatto il caso Siri è solo dei temi su cui è ormai più che evidente la frattura tra le due anime del governo. Anche se non ci sarà nessuna crisi almeno fino alle elezioni europee: non conviene né Matteo Salvini né Luigi Di Maio.

Di cosa è accusato Armando Siri

Il sottosegretario Siri è coinvolto in un'inchiesta per presunta corruzione e, anche in vista del voto di fine maggio, il Movimento 5 stelle hanno fatto una vera e propria "battaglia per la legalità" chiedendo a gran voce le dimissioni immediate dell'esponente leghista.

Al contrario la Lega ha sempre fatto quadrato intorno a Siri, ma se si andasse alla conta, non avrebbe i numeri per difenderlo in Consiglio dei ministri. Anche per questo, il premier Giuseppe Conte prevede che ci sarà un confronto, una discussione, ma non un voto su Siri. Conte ha dalla sua parte la legge che lo autorizza a scrivere un atto di revoca della nomina del sottosegretario Siri.

Il premier porterà la sua proposta sul tavolo del Consiglio dei ministri non per metterla ai voti, ma per leggerla e informare i ministri presenti.

Il governo andrà avanti per altri quattro anni, hanno più volte ribadito i due leader pur sottolineando le differenze tra i due partiti. Se l'esito sul caso Siri in Cdm appare piuttosto scontato, bisognerà vedere come cambierà dopo la strategia dei due leader, soprattutto quella di Salvini.

Insoddisfatti dal governo: "No condizioni per andare avanti"

Intanto gli ultimi sondaggi, se da una parte vedono la Lega ancora primo partito, segnalano un cambiamento: cala infatti il consenso del Governo

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