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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Riforma della giustizia, fumata bianca in Cdm: via libera anche dal M5s

Trovato l’accordo: fino a sei anni in appello per i processi per delitti con aggravante mafiosa. Conte: "Non è la nostra riforma, ma abbiamo contribuito a migliorarla"

Il sì è arrivato dopo otto ore di trattativa: trovata l'intesa in Consiglio dei ministri sulla riforma del processo penale. Il M5S, a quanto apprende l'Adnkronos da fonti di governo, incassa il regime speciale per tutti i reati di mafia, fuori dalla griglia dell'improcedibilità. Nel dettaglio, l'intesa dovrebbe prevedere nessun timing per i reati riconducibili al 416 bis e ter, dunque processi sine die. Mentre per i reati aggravati da mafia sei anni di appello, con un regime transitorio da qui al 2024. Dal 2025, l'appello scenderà a 5 anni. La riforma arriverà in Aula a Montecitorio domenica 1° agosto alle 14. 

Dopo una giornata sulle montagne russe, con il M5S sul piede di guerra, l'accordo è stato raggiunto all'unanimità, dunque col voto del Movimento. Il braccio di ferro si era registrato soprattutto riguardo al 461 bis1, ovvero per i reati commessi "per agevolare le associazioni mafiose". Dopo aver ottenuto il sine die per il 416 bis e ter, sull'aggravante mafiosa il punto di caduta dell'intesa sarebbe in tempi più lunghi in appello, ovvero sei anni in regime transitorio per scendere a 5 dal 2025.

Per la ministra della Giustizia Marta Cartabia questa è “una giornata importante”, che ha visto “un'approvazione all'unanimità, con convinzione di tutte le forze politiche e l'impegno a ritirare tutti gli emendamenti che erano stati presentati dalle forze di maggioranza con l'obiettivo di accelerare il più possibile il lavoro in Parlamento e concludere prima della pausa estiva questa importantissima riforma”. Sulla riforma del processo penale "abbiamo apportato degli aggiustamenti alla luce del dibattito molto vivace che si è sviluppato in queste settimane sia da parte delle forze politiche ma anche degli operatori, degli uffici giudiziari che saranno i primi ad essere chiamati alla grande sfida di implementare una riforma così significativa e innovativa in questo paese", ha aggiunto la ministra. "L'obiettivo è quello di garantire una giustizia celere nel rispetto della ragionevole durata del processo, e allo stesso tempo garantire che nessun processo vada in fumo per usare un espressione ricorrente in questi giorni".

L'intesa sulla giustizia raggiunta in Cdm prevede "una norma transitoria per arrivare con una gradualità a quei termini che ci eravamo dati e che rimangono fissi, rimangono fermi ma verranno raggiunti con gradualità" e "un regime particolare per quei reati che nel nostro Paese hanno sempre destato allarme sociale particolare come reati di mafia, di terrorismo, di traffico internazionale di stupefacenti, di violenza sessuale che avranno norme specifiche con possibilità di proroghe da parte del giudice che possono essere rinnovate per assicurare che si arrivi fino in fondo".

Sì in Cdm alla riforma della giustizia: le reazioni politiche

"La riforma della giustizia non è la nostra riforma, si tratta di lavori in corso, ma abbiamo contribuito a migliorarla. Avevamo detto, non possiamo transigere sui processi per mafia e terrorismo: è un risultato che abbiamo ottenuto", ha commentato Giuseppe Conte, leader in pectore del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, uscendo dal palazzo dei Gruppi di Montecitorio. "Abbiamo ottenuto anche il riconoscimento di un'altra nostra battaglia: un emendamento che rende anche i processi per violenza sessuale aggravata non prescrittibili", ha aggiunto. 

"C'è stata un'altra durissima battaglia per quanto riguarda tutti i processi comunque collegati alla mafia. Lì purtroppo sono davvero rammaricato: c'è stata la dura, durissima opposizione della Lega, e questo mi fa pensare - ha detto poi Conte - Quando si tratta di combattere la mafia siamo tutti sullo stesso fronte, poi invece quando si scende nei fatti concreti gli slogan scappano via e evidentemente poi non ci si ritrova sullo stesso fronte. Però abbiamo ottenuto comunque un regime speciale per tutti i processi con reati collegati alla mafia. Anche con questo regime speciale garantiamo che non si estingueranno, non si dissolveranno nel nulla".

La Lega, con Matteo Salvini e Giulia Bongiorno, ha espresso "soddisfazione" per la riforma della giustizia, sottolineano che "come chiesto dalla Lega, non rischieranno di andare in fumo i processi per mafia, traffico di droga e violenza sessuale. E ora avanti tutta con i referendum che completeranno il profondo cambiamento chiesto dai cittadini". 

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