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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lavoro

Lavoro, Consiglio dei Ministri approva la riforma "salvo intese"

Ieri l'ultimo incontro con le parti sociali. Rimane il fermo no della Cgil, alla quale si aggiunge l'Ugl, sulla modifica dell'articolo 18. Napolitano: "Non ci sarà valanga di licenziamenti"

"Nessuna marcia indietro dal Governo". Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha presentato il testo della riforma approvata oggi in Consiglio dei Ministri. Scelta la formula del "salvo intese", una modalità che permetterà così di non dover passare nuovamente in Consiglio, ma soprattutto che potrebbe contribuire a stemperare il clima in quanto apre la possibilità in sede parlamentare di apportare modifiche anche sostanziali al testo.

"Registrata la posizione contraria dell Cgil alla modifica dell'articolo 18" ha spiegato il ministro, e quella dell'Ugl "che rispetto al consenso di mercoledì sera ha espresso dissenso rispetto alla posizione mantenuta dal governo sull'articolo 18". 

"Testo sostanzialemente considerato buono" - "Il resto del documento" ha spiegato Fornero "è stato tutto sommato considerato buono da tutte le parti sociali, inclusa la Cgil, che ha riconosciuto che c'è un notevole sforzo sul contrasto alla precarietà, che c'è una buona impostazione sugli ammortizzatori sociali e una buona determinazione sulle politiche attive". Sul vincolo normativo, invece, la decisione spetterà al premier Mario Monti.

Sull'articolo 18 - Ieri il premier ha parlato di "diffusa preoccupazione" in merito alla questione dell'articolo 18. Per questo ha tentato, con la promessa "eviteremo abusi", di tranquillizzare le parti critiche, la Cgil. E per questo, insieme al ministro Fornero, sta provando a spostare l'attenzione sull'impianto generale della riforma. Ma il ricorso al giudice per ricorrere al reintegro anche per i licenziamenti economici è per la Cgil, e da ieri anche per l'Ugl, una conditio sine qua non sulla quale non si può trattare. A nulla sono quindi valse le precisazioni in merito di Fornero: "Non aboliamo l'articolo 18, tendiamo a distinguere la fattispecie del discriminatorio, del licenziamento di carattere oggettivo per il quale prevediamo l'indennizzo e del licenziamento a carattere disciplinare soggettivo per il quale diciamo che sarà il giudice a decidere tra il reintegro e indennizzo".

Napolitano difende la riforma - Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, interviene sulla questione difendendo la riforma e precisando che "non stiamo aprendo a una valanga di licenziamenti".

 

 

 

 

 

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