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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

Riforma, saltato l'accordo si ripiega sul verbale

Dopo la giornata di trattative, si prepara l'incontro finale di domani. La Cgil: "Impianto squilibrato". Monti: "Nessuno ha potere di veto"

Niente accordo. La riforma del lavoro, compresa la modifica dell'articolo 18, passa senza la firma delle parti sociali. E così il Governo ricorre all'escamotage del verbale per registrare le singole posizioni delle parti. Ed è su questo verbale che si incentrerà la proposta che verrà presentata al Parlamento. Ora si tratta di scegliere quale sarà lo strumento legislativo: un disegno di legge o un decreto le strade possibili.

Lo scontro con la Cgil - Ma a preoccupare per la tenuta della "pace sociale" è lo scontro aperto con la Cgil che giudica l'impianto di riforma "totalmente squilibrato" e incentrato unicamente "sui licenziamenti facili", vero obiettivo del Governo. Ormai è chiaro che la Cgil, come ha spiegato il suo segretario generale Susanna Camusso, farà di tutto per contrastare la riforma Monti-Fornero.

Cisl favorevole - "Giudizio positivo" alla riforma arriva invece dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. Come lui, anche Luigi Angeletti (Uil) che però punta il dito su alcune modifiche da approntare, in primis quelle relative ai licenziamenti disciplinari ed economici. Perfettamente schierato dalla parte del governo l'Ugl che parla di impianto "nel complesso condivisibile" e di un sì alla riforma "responsabile anche se sofferto".

La posizione di Confindustria - Passando all'altra parte del tavolo, Confindustria, tramite il suo presidente Emma Marcegaglia, spiega di aver dato "un'adesione complessiva all'architettura, ma rimane del lavoro da fare". Di "prima valutazione positiva" parla anche Rete Imprese Italia.

Ultimo incontro - Sarà domani, 22 marzo, il giorno dell'ultimo incontro tra Governo e parti sociali in cui si presenteranno i testi definitivi e si stilerà il verbale.

Il premier conferma: "Nessun accordo" - Nella serata di ieri il premier Mario Monti ha informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del buon esito della trattativa ed ha confermato che giovedì "non ci sarà l'accordo firmato dal governo con le parti sociali" perchè "il governo ha condotto una consultazione, ma l'interlocutore principale rimane il Parlamento". In poche parole, si ascoltano tutte le parti sociali ma non si dà a nessuno "potere di veto".

Cambia l'articolo 18 - L'articolo 18 cambia lasciando il reintegro per i soli licenziamenti discriminatori, mentre per i disciplinari ci sarà l'indennizzo o il reintegro (nei casi gravi e con specifici paletti), per gli economici giudicati illegittimi solo l'indennizzo che andrà da un minimo di 15 ad un massimo di 27 mensilità dell'ultima retribuzione. Sui nuovi ammortizzatori sociali «universali» arriva dal ministro Fornero la conferma che andranno a regime dal 2017, con risorse addizionali di 1,7-1,8 miliardi. I contratti di lavoro a tempo determinato costeranno di più, con una aliquota contributiva aggiuntiva per finanziare l'Aspi (il nuovo sussidio di disoccupazione) dell'1,4% sulla retribuzione ma saranno esclus i contratti sostitutivi e quelli stagionali.

 

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