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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Riforma Protezione civile, al Senato manca il numero legale: tutto rinviato

Dopo le polemiche sull'organizzazione dell'ente anche per la gestione della vicenda Rigopiano, il presidente Pietro Grasso ha rinviato il voto a martedì prossimo. Insorge l'opposizione: "Una vergogna"

E' successo per la seconda volta in pochi giorni. Manca il numero legale nell'Aula di Palazzo Madama che avrebbe dovuto votare la riforma della Protezione civile e salta tutto. Il presidente Pietro Grasso, preso atto dell'Aula semivuota soprattutto tra i banchi del centrodestra, ha rinviato il voto a martedì prossimo in apertura di seduta.

"Hanno bocciato tutti gli emendamenti, una vergogna", dice Paolo Arrigoni, senatore leghista capogruppo in commissione Ambiente. E continua: "Il governo ci ha proposto una riforma pasticciata, abbiamo chiesto più tempo in commissione per migliorarla ma non hanno voluto. Giunti in aula hanno bocciato tutti gli emendamenti di buon senso proposti per poi al momento del dunque far mancare il numero legale. Ora se ne riparlerà martedì. Vergogna! Ma chi pensano di prendere in giro? Questa strana maggioranza deve smetterla di insultare i cittadini con i giochini del palazzo".

COSA PREVEDE LA RIFORMA -  L'emergenza terremoto ha portato allo scoperto ritardi ed inefficienze nella complessa macchina dei soccorsi. L'intenzione della riforma è quella di dare poteri straordinari a chi si occupa di emergenza e ricostruzione, ovvero alla Protezione Civile e al commissario per la ricostruzione. L'emergenza non tollera lentezze e dunque si deve "fluidificare" il sistema, togliendo - dove necessario - alcune competenze agli enti locali per trasferirle al centro. Direttore del Dipartimento e Commissario alla ricostruzione devono essere messi in grado di intervenire nell'immediato con tutti gli strumenti necessari e, in via straordinaria, anche in deroga alle normative. L'Anticorruzione deve poi dare l'ok preventivo alle deroghe per evitare che la velocità delle procedure riguardanti gli appalti, ad esempio, vada a discapito della trasparenza degli affidamenti. Per quanto riguarda la ricostruzione, soprattutto, si punta a velocizzare l'iter per le scuole e lo smaltimento delle macerie.

DECRETO TERREMOTO: COS'HA DETTO GENTILONI - "Non abbiamo un conto esatto dell'ammontare dei soldi stanziati dal decreto sul terremoto". Paolo Gentiloni lo annuncia precisando che "si tratta di risorse consistenti, per diverse centinaia di milioni". Altri soldi sono in arrivo dunque dopo quelli della legge di bilancio. "Abbiamo già detto a Bruxelles della necessità di altri stanziamenti - continua il premier - ma non aspetteremo l'ok dall'Ue. Decidiamo e ci prendiamo le nostre responsabilità". "Dobbiamo accelerare su problemi, difficoltà, rischi di strozzature burocratiche e a questo si rivolge il decreto che abbiamo approvato. Bisogna accelerare di fronte alla situazione difficile, evitare e prevenire il crearsi di strozzature burocratiche", ha dichiarato il presidente del Consiglio, presentando il dl terremoto approvato da Palazzo Chigi.

Il dl ha tre capitoli. In primo luogo, ha spiegato, serve per la "semplificazione e velocizzazione" con misure, studiate insieme all'Anac, per avere "procedure le più accelerate possibile", per tutto ciò che riguarda alloggi temporanei, opere di urbanizzazione primaria, rimozione delle macerie, stalle. Inoltre ci sono "misure di semplificazione per quanto riguarda le modalità per realizzare le nuove scuole. E' una nostra priorità, è uno dei terreni su cui interviene il decreto, una delle sfide più importanti per governo e il commissario". Nel dl terremoto ci sono poi "misure indirizzate direttamente a cittadini e residenti che riguardano in parte la proroga della cassa integrazione, la cosiddetta busta paga pesante, l'introduzione anticipata delle norme a favore della povertà, meccanismi di sospensione del pagamento dei tributi e agevolazioni fiscali".
 

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