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Venerdì, 19 Aprile 2024
Riforma della Rai

Via libera del Senato alla riforma della Rai: come cambia la tv di Stato

L'assemblea di Palazzo Madama ha approvato la riforma della Rai con 142 voti favorevoli, 92 voti contrari e nessun astenuto. Il ddl ora passa alla Camera. Il prossimo 4 agosto la commissione di Vigilanza nominerà il nuovo Cda, secondo i criteri fissati dalla legge Gasparri

L'assemblea del Senato ha approvato la riforma della Rai con 142 voti favorevoli, 92 voti contrari e nessun astenuto. Il testo passa ora all'esame della Camera. L'ok da palazzo Madama è arrivato nonostante ieri il governo sia stato battuto sulla votazione dell'art 4 del ddl riguardante la delega del canone. Con 121 voti a favore, 118 contrari e nessun astenuto infatti erano stati approvati gli emendamenti delle opposizioni e della minoranza dem. Gli emendamenti soppressivi dell'art.4 del ddl - che riguarda la delega al governo per la riscrittura del finanziamento pubblico della Rai - erano stati presentati dalla minoranza Pd, da Forza Italia, dal Movimento 5 Stelle, dalla Lega Nord.

Intanto, martedì prossimo 4 agosto, la commissione di Vigilanza sulla Rai procederà al rinnovo del consiglio di amministrazione di viale Mazzini, secondo i criteri fissati dalla legge Gasparri. È quanto stabilito dall'ufficio di presidenza della commissione bicamerale: a favore si sono espressi i componenti della maggioranza e di Forza Italia, contrari i membri di M5s, Lega e Sel, astenuto il socialista Buemi.

Ma ecco come sarà la "nuova" Rai, come sintentizzato dalle slide fornite dal Ministero dello Sviluppo.

CAMBIA IL CDA - Il Consiglio di amministrazione è composto oggi da 9 membri, 7 eletti dalla commissione di Vigilanza, 2 scelti dal Tesoro. Con la riforma i componenti del Cda scenderanno a 7: 2 eletti dalla Camera, 2 dal Senato, 1 dai dipendenti dell'azienda (si tratta di una novità assoluta), 1 amministratore delegato scelto dal governo (e con diritto di voto, diversamente da come accade oggi per il Direttore generale) e un presidente indicato dall'esecutivo ma che necessiterà dell'approvazione dei 2/3 dei commissari della Vigilanza.

ARRIVA L'A.D. - L'amministratore delegato andrà a sostituire la figura del direttore generale, ampliandone i poteri. Oggi il dg propone al Cda la nomina dei direttori e ha capacità di deliberare spese fino a 10 milioni di euro ma solo con l'accordo del presidente. Con la riforma cambia tutto: l'ad nominerà in autonomia direttori di rete, testata e canale e i dirigenti di seconda fascia. Al Cda è richiesto di esprimere dei pareri ma questi non saranno vincolanti. Per i direttori di testata, nel caso i 2/3 del Cda siano contrari, allora il parere diventa vincolante. L'ad avrà anche massima libertà sulle spese e potrà firmare autonomamente contratti fino a 10 milioni di euro. 

LE ALTRE NOVITA' - Come ricostruisce Il Messaggero, la riforma porta anche altri cambiamenti. I consiglieri del Cda saranno removibili su proposta dell'assemblea dei soci della tv di Stato (ossia ministero dell'Economia e Siae), pervia una "valutazione favorevole"  da parte della Commissione di Vigilanza. L'ad potrà essere rimosso dallo stesso Cda che lo ha nominato, dopo aver sentito l'assemblea dei soci. Qualora sia licenziato anticipatamente, cioè prima della scadenza del mandato triennale, l'ad avrà diritto a un indennizzo pare a "tre dodicesimi del compensuo annuo". Introdotto anche il divieto di vendere più del 10 per cento del capitale della Rai ai privati, se si vuole mantenere la concessioen di Stato. In più, entro un anno dall'entrata in vigore della riforma, l'esecutivo dovrà adottare un "testo unico della radiotelevisione" (già previsto dalla legge Gasparri ma mai attuato) per fissare ""criteri di riordino e semplificazione delle disposizioni vigenti, la definizione dei compiti del servizio pubblico con riguardo alle diverse piattaforme tecnologiche, tenendo conto della innovazione tecnologica e della convergenza delle piattaforme distributive".

CONFLITTI DI INTERESSE E TETTO SULLE RETRIBUZIONI Il Velino ricorda che "riguardo la nomina e le funzioni del consiglio di amministrazione, del presidente e dell'amministratore delegato" sono stati approvati emendamenti che prevedono per la figura dell'ad "un'incompatibilità con cariche di Governo, anche se ricoperte nei dodici mesi precedenti alla data della nomina" e che "specificano che l'amministratore delegato deve essere nominato tra coloro che non abbiano conflitti di interesse e non cumulino cariche in società concorrenti". Gli emendamenti "stabiliscono che le modifiche dello statuto della Rai sono deliberate dal consiglio di amministrazione e approvate successivamente dall'assemblea straordinaria", come pure "indicano precisi requisiti di onorabilità per i consiglieri" e "prevedono l'approvazione del piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale", estendendo poi "al personale della Rai, ad eccezione dell'amministratore delegato, il tetto sulle retribuzioni".

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