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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Ecco come cambia il Senato: cento seggi, torna l'immunità

"Garanzie" per i senatori, stop al bicameralismo perfetto, ridefinizione della divisione delle competenze tra Regioni e Stato, introduzione di un Senato composto da cento senatori che non dà la fiducia al governo: l'impianto della riforma nata dall'accordo tra Pd, Forza Italia e Lega

senato infophoto-4ROMA - Meno poteri, meno seggi, ma ritorna l'immunità parlamentare per i senatori. Sono i punti chiave dell'accordo tra il Partito democratico, Forza Italia e Lega Nord sulla riforma del Senato. Una riforma sulla quale il premier Renzi, come da lui stesso ammesso, "si gioca tutto".

"Abbiamo trovato la quadra: ora la riforma è in grado di partire serenamente. Andiamo verso un vero Senato delle autonomie come quello tedesco dotato di pieni poteri", ha detto Roberto Calderoli - relatore della riforma insieme ad Anna Finocchiaro - dopo aver depositato ieri gli emendamenti in Commissione Affari Costituzionali. 

IL SENATO DEI CENTO E L'IMMUNITA' - Il "nuovo Senato", che decreterà la fine del bicameralismo perfetto, sarà composto da cento parlamentari (95 scelti dai consigli regionali, 5 di nomina del presidente della Repubblica) e avrà funzioni ridotte: non voterà la fiducia al governo, la quale invece sarà prerogativa della Camera. Sorpresa: nel testo presentato ieri torna l’immunità parlamentare per i senatori (niente arresto e niente intercettazioni se non autorizzate).

Nel testo originario proposto dal governo le prerogative erano limitate ai deputati. Si propone infatti di sopprimere l'articolo 6 del testo originario di riforma che modificava le "Prerogative dei parlamentari", ossia l'articolo 68 della Costituzione che recita: "I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza".

Vediamo nel dettaglio alcuni punti della riforma. La Camera è la sola titolare del rapporto di fiducia con il governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e di controllo del governo. Il Senato, invece, in prima battuta esercita la funzione di raccordo tra lo Stato e le Regioni, le Città metropolitane e i Comuni. Non dà la fiducia al governo. L'Assemblea di Palazzo Madama sarà composta da 100 senatori, anzi di 95 più 5: i primi eletti dai consigli regionali in rappresentanza di Regioni e Comuni, i secondi nominati dal presidente della Repubblica (tra questi rientrano gli attuali senatori a vita). Tra i 95 "territoriali" 74 sono scelti tra i consiglieri regionali, gli altri 21 tra i sindaci. Ogni Regione eleggerà un numero di senatori in proporzione al proprio peso demografico. L'intesa non scioglie il nodo del metodo di elezione, rinviando a una successiva legge ordinaria. 

I senatori decadono nel momento in cui decade l'organo in cui sono stati eletti (Comune o Regione). Ciò vuol dire che il Senato sarà rinnovato man mano che si rinnoveranno le assemblee territoriali. Le leggi sono approvate dalla Camera. Entro 10 giorni il Senato, su richiesta di un terzo dei suoi membri, può chiedere di esaminarle, proponendo modifiche entro 30 giorni. L'ultima parola è però della Camera che decide entro altri 20 giorni. Per le leggi che hanno impatto su Regioni e Comuni la Camera deve pronunciarsi a maggioranza assoluta in caso di richiesta di modifiche da parte del Senato. L'Assemblea di Palazzo Madama ha anche poteri di controllo sull'attuazione delle leggi, delle politiche pubbliche e della P.a.. Ha poteri anche sia per la fase di ricezione delle norme Ue che nella fase ascendente prevista dal Trattato di Lisbona. Sulle riforme costituzionali il Senato mantiene le attuali competenze legislative. 

L'accordo riscrive il titolo V della Costituzione, che definisce i poteri dello Stato e delle Regioni. Eliminata tutta la parte della legislazione concorrente tra Regioni e Stato, eliminando così i motivi di conflitto. Tornano di competenza esclusiva dello Stato materie come produzione, trasporto e distribuzione nazionali energia, le grandi reti di trasporto di interesse nazionale. Dalla Costituzione, poi, scompaiono una volta per tutte le Province. I consiglieri eletti nelle regioni non potranno guadagnare più dei sindaci. 

"OTTIMO RISULTATO" - Per Matteo Renzi, "il Senato non sarà elettivo. Infrastrutture, energia, commercio con l'estero, promozione turistica sono materie che passano dalle Regioni allo Stato, il Cnel viene abolito, le indennità dei consiglieri regionali diventano come quelle dei sindaci. Si tratta di un ottimo punto di arrivo". "E' stato faticoso ma alla fine abbiamo presentato dei buoni emendamenti. Ora la I commissione può cominciare a discutere e a votare per garantire quei tempi che avevamo promesso ed arrivare al voto in aula entro luglio". Così Anna Finocchiaro. "Gli emendamenti possono essere la trama di una riforma del Senato e del Titolo V che può permettere alle nostre istituzioni di ammodernarsi, di essere più efficienti e di modificare quel bicameralismo perfetto a vantaggio di un Senato che sia davvero una istituzione innovativa che sia garanzia, controllo e anche raccordo utile tra Stato e autonomie". 

VOTO FINALE A LUGLIO - "A differenza del passato, stiamo facendo un lavoro che non vuole andare avanti a colpi di maggioranza, né sulla legge elettorale né sulle riforme costituzionali". Parola del ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi. "Ci sono riforme costituzionali che hanno fatto un passo positivo verso l’accordo - sottolinea intervenendo a margine di un convegno - e si va verso la votazione finale nel mese di luglio". "Se ci sono stati dei ripensamenti da parte di Lega o M5S - aggiunge - noi siamo contenti. Siamo interessati ad ascoltare le proposta del Movimento 5 Stelle, ma non si può ricominciare daccapo e ritardare il processo, dobbiamo andare avanti con determinazione". E rilancia: "Speriamo che il processo sia proficuo e sereno e che finalmente si possa parlare del merito delle riforme".

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