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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Roma

Sgombero a Roma, Raggi: "Fatto il nostro dovere". Sabato rischio nuovi scontri

Il prefetto Paola Basilone ritiene chiuso il ruolo della Prefettura. Virginia Raggi difende il Comune, accusa la Regione "che ha disatteso il decreto legge Minniti" e lamenta l'assenza di "adeguate politiche nazionali". Domani intanto è in programma il corteo dei Movimenti per la casa

Dopo gli scontri di giovedì durante lo sgombero dei rifugiati da piazza Indipendenza a Roma, e le successive polemiche sulle bombole di gas contro la polizia e sull’operato delle stesse forze dell’ordine (“Spezzategli il braccio”), sabato 26 agosto la capitale si appresta a vivere con nervosismo un sabato pomeriggio di possibile alta tensione per il corteo di collettivi e movimenti per il diritto alla casa. La manifestazione era già stata organizzata in seguito agli sgomberi, nelle ultime settimane, di via Quintavalle e di via Curtatone, che hanno poi portato agli accampamenti dei rifugiati in Piazza Santi Apostoli e Piazza Indipendenza. Ma i fatti di ieri, con l’ordine di un funzionario della polizia “se tirano qualcosa spaccategli un braccio” catturato dalle telecamere durante una carica, rischiano di gettare benzina sul fuoco in vista dell’appuntamento di domani.

Ieri lo stesso prefetto di Roma, Paola Basilone, aveva spiegato che lo sgombero era da imputare anche alla “azione di infiltrazione posta in essere dai Movimenti di Lotta per la Casa” che “ha indotto gli occupanti accampatisi in piazza Indipendenza a rifiutare sistemazioni alloggiative alternative, determinati a rimanere in strada fino alla manifestazione con corteo indetta dagli stessi Movimenti per sabato”. Il corteo domani partirà alle ore 16 da piazza Esquilino e, passando per via Cavour, largo Corrado Ricci, Via dei Fori Imperiali, si concluderà in Piazza Madonna di Loreto, sotto il Campidoglio. La Questura (che ha aperto “una formale inchiesta” sulle frasi del funzionario) sta predisponendo in queste ore il dispositivo di sicurezza, che terrà conto del rischio di nuove tensioni con i manifestanti.

Roma non sa accogliere, così piazza Indipendenza ha svelato l'incapacità della Capitale

Su Facebook il Coordinamento cittadino Lotta per la casa ha scritto che “dopo gli sgomberi di Cinecittà e di piazza Indipendenza, la guerra ai poveri scatenata a Roma contro i senza casa e i rifugiati è stata costretta a squarciare il velo di omertà che, sulla Capitale, fa finta di ignorare le persecuzioni che l’amministrazione capitolina e le forze di polizia riservano a chi è ‘colpevole’ di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. La salutare indignazione di tanti e tante, insieme ai molti messaggi di solidarietà, possono trovare sulla strada un luogo concreto dove esprimersi. La lotta di rifugiati e senza casa, infatti, continua: anche ora, chi rifiuta di essere complice dei carnefici accorra in piazza Cinquecento e in piazza Indipendenza, dove le carica non sono terminate; sostenga l’accampamento delle famiglie sfrattate in piazza Santi Apostoli e il 26 agosto si riversi a piazza Vittorio per la grande manifestazione organizzata per dire basta a questo orrendo scempio”.

Migranti sgomberati, scontri a Roma

Cos’ha detto Virginia Raggi sullo sgombero a Roma

Dopo 36 ore di silenzio, nel tardo pomeriggio di venerdì sono arrivate le parole del sindaco Raggi. “In Italia l’accoglienza è ormai una vera e propria emergenza ma, piuttosto che affrontare la questione, stiamo assistendo a un vergognoso scaricabarile. C’è chi si indigna ma poi volta la faccia dall’altra parte. C’è ipocrisia”. Così il sindaco su Facebook, all’indomani degli scontri a piazza Indipendenza tra migranti sgomberati dall’immobile di via Curtatone e polizia. “Mi riferisco – aggiunge Raggi – allo sgombero di via Curtatone a Roma. Un edificio occupato abusivamente e sottratto ad un gruppo di imprenditori. Mi riferisco a centinaia di uomini, donne e bambini finiti in strada senza un tetto. Questa è la conseguenza di anni di disinteresse, è il segno dell’inadeguatezza della attuale politica sull’immigrazione e sull’accoglienza”.

Nel suo lungo post, Raggi rivendica che il Comune “ha fatto fino in fondo il proprio dovere” nel caso dello sgombero dei rifugiati da via Curtatone, sottolineando che “abbiamo messo in campo tutte le nostre forze, offrendo accoglienza mediante la Sala Operativa Sociale (SOS)”. “Un dovere che – ha sottolineato Raggi – non tutti hanno compiuto. Mi riferisco senza mezzi termini alla Regione che ha disatteso il decreto legge Minniti che la chiama direttamente in causa. Ma mi riferisco anche all’assenza di adeguate politiche nazionali”.

E nel passaggio finale del post cita Mafia capitale. "È bene sapere che a Roma ci sono un centinaio di stabili occupati abusivamente che – è inutile nasconderlo - attirano l’attenzione della criminalità e di alcune frange estremiste dei movimenti per la casa. Negli scorsi anni l’accoglienza dei migranti è finita nel mirino di Mafia Capitale come testimoniano le inchieste e le condanne. Significa che dobbiamo intervenire per ristabilire la legalità. Non servono solo più fondi, ma un vero e coraggioso cambio di visione".

Resta il rebus dell'accoglienza

E intanto, come ricostruisce RomaToday, resta ancora irrisolto il nodo accoglienza dei rifugiati che, sgomberati prima da via Curtatone, poi dalla favela di piazza Indipendenza, rimangono senza un alloggio. Il Campidoglio ieri sera ha informato che delle 107 fragilità "20 erano state prese in carico presso il circuito di assistenza capitolino nei giorni scorsi. Altri 28, di cui 9 minorenni, sono stati collocati dopo lo sgombero. Gli altri non hanno accettato le sistemazioni proposte ma continuano a ricevere tutta l’assistenza necessaria". Per loro le soluzioni rimangono le stesse ovvero quelle decise mercoledì in Prefettura: centri di prima accoglienza (a Torre Maura o Boccea) oppure degli alloggi temporanei in Provincia di Rieti. Nel frattempo la notte è trascorsa senza una soluzione, con gli eritrei ancora a caccia del proprio destino.

Polizia spazza via favela e rifugiati con gli idranti

Nel frattempo, con lo sgombero di ieri, il prefetto Basilone ritiene concluso il ruolo della Prefettura per la vicenda di via Curtatone. Il messaggio era già evidente nella nota di ieri in cui si spiegava che "la completa perfetta riuscita dell'operazione, con la sistemazione alloggiativa delle persone "fragili", richiederà la pronta attuazione delle soluzioni condivise nella riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica svoltosi nella mattinata di ieri. A tal fine, il Prefetto richiama l'attenzione di tutte le Istituzioni coinvolte sulla necessità di tenere fede agli impegni assunti".

Oggi, in un'intervista rilasciata a Repubblica, ribadisce il concetto: "Se non si provvede a trovare alloggi alternativi, e questo non è mia responsabilità, si inaspriscono gli animi". Basilone parla ancora più chiaramente tirando in ballo la neo assessora Castiglione: "Nella serie di riunioni che sono state fatte sulle questioni di via Curtatone, cui ha partecipato anche l'assessora Castiglione, sono state registrate alcuni difficoltà a trovare una sistemazione per queste persone". Con la riunione di mercoledì, e la soluzione trovata, e lo sgombero di ieri il prefetto considera la partita chiusa.

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