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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Perché un rimpasto di governo è improbabile (almeno fino a giugno)

Ora che la manovra è cosa fatta, qualche ministro rischia il posto? Salvini e Di Maio smentiscono categoricamente. Toninelli non sembra preoccupato delle voci secondo cui potrebbe lasciare il governo per fare posto a un leghista. Tra voci e indiscrezioni, è difficile credere che cambi qualcosa almeno fino alle elezioni europee

C'è qualche ministro del governo presieduto da Giuseppe Conte che rischia il posto? Non è fantapolitica, secondo molti attenti osservatori: e non sarebbe certo il primo "rimpasto" nella storia repubblicana . In pubblico il vicepremier Matteo Salvini smentisce categoricamente qualunque ipotesi del genere ("squadra che vince non si cambia", dice), mentre è più cauto il premier che, durante la conferenza stampa di fine anno, non esclude un "tagliando, se condiviso" nell'anno nuovo per la squadra di governo.

"Nessuna ipotesi di rimpasto e, se dovessi fare il governo domani, ripresenterei gli stessi nomi come ministri, ripresenterei la stessa squadra''. Lo dice all'Adnkronos il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Le indiscrezioni sul cambio al timone di alcuni ministeri considerati centrali per l'azione dell'esecutivo vengono così smentite. Per ora.

Rimpasto di governo, sì o no?

Al centro c'è sempre il tema delle "grandi opere", su cui la Lega non pare disposta ad andare incontro al M5s, molto cauto sull'argomento: su Tav, Tap e non solo appare esserci una grossa distanza tra i due alleati. Il Carroccio non ha intenzione di perdere nemmeno una piccola parte di sostegno da quel mondo produttivo del Nord che è la base del suo elettorato. Gli equilibri sono delicati, e lo sarebbero ancora di più se ci saranno novità anche al Tesoro (ma Tria non ha intenzione di farsi da parte). 

Grandi opere, i 5 stelle si accorgono che non si può più dire "No"

Un'ipotesi che circola da qualche tempo coinvolge proprio i due ministeri di Infrastrutture ed Economia. In pratica, Salvini lascerebbe ai Cinque stelle la scelta del nuovo ministro dell'Economia, tenendo per la Lega la possibilità di indicare il successore di Toninelli. Ma ci sono anche altre indiscrezioni, che non coinvolgerebbero altri partiti: al ministero dei Trasporti potrebbe passare il ministro M5s Riccardo Fraccaro, il cui scranno ai Rapporti col Parlamento si libererebbe per un nome forte pentastellato pronto a tornare in pista: Alessandro Di Battista.

La tenuta del governo in ogni caso non è a rischio, in alcun caso. Nonostante i sondaggi segnalino un primo stop per la Lega e un M5s al di sotto delle percentuali record delle scorse elezioni politiche, i due partiti della maggioranza, insieme, sfiorano il 60 per cento dei consensi: un dato che, nella storia recente della politica italiana, non si ritrova facilmente.

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Toninelli: "Do fastidio"

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli non sembra preoccupato delle voci secondo le quali potrebbe lasciare il governo a favore di un leghista. "Se fosse così - risponde in un'intervista a La Stampa - ne sarei orgoglioso, evidentemente stiamo dando fastidio a chi ha impoverito l'Italia".

Al giornalista che fa notare che "c'è chi imputa" al ministro "errori e gaffe da inesperienza" e chiede se "tornando indietro c'è qualcosa che non rifarebbe", Toninelli risponde: "Ai miei figli dico sempre: solo chi non fa nulla non sbaglia. Quel che conta nella vita è imparare dai propri errori. Non ho nulla di cui pentirmi, perché ciò che faccio è nell'interesse esclusivo degli italiani. Ho fatto qualche gaffe? Forse. Ma sa che le dico? Meglio fare gaffe che intascare mazzette", conclude.

Tria non si dimette: "Non esiste"

"Io non mi dimetto. Non esiste, nel modo più assoluto. Ho letto che è stato scritto, ma è una cosa che non esiste. Ma poi, mi spiega perché dovrei andarmene proprio adesso?".  Così il ministro dell'Economia, Giovanni Tria in un colloquio con 'La Repubblica'. "Se è vero che sono il vincitore morale, come dice, a maggior ragione continuo a fare il ministro. Se me ne fossi voluto andare, l'avrei fatto tre mesi fa…", sottolinea ancora Tria.

"Se avessi voluto dimettermi - spiega il ministro - se avessi voluto lasciare tutto, l'avrei fatto la sera in cui hanno annunciato il deficit al 2,4%. Lì sì che c'era un motivo", aggiunge. "Non l'ho fatto allora, quella sera del 2,4%. Oggi - rileva- siamo qui ed è possibile capire perché presi quella decisione. Oggi si possono vedere i frutti  di quella scelta".

Perché il rimpasto è improbabile (fino all'estate)

Va sottolineato ancora un altro elemento: un rimpasto di governo è improbabile in questo momento perché equivarrebbe ad ammettere che alcuni membri del governo Lega - Movimento 5 Stelle avrebbero lavorato in modo inadeguato, al punto da rendere necessarie correzioni in corsa. Si tratterebbe di un assist per le opposizioni, che lo srutterebbero nel corso delle campagna elettorale in vista delle elezioni europee 2019.

Elezioni decisive e che, loro sì davvero, potranno portare a nuovi equilibri all'interno della maggioranza, se come preventivabile la Lega otterrà più voti degli alleati pentastellati. A meno di imprevedibili strappi, di rimpasto se ne riparlerà solo sotto l'ombrellone.

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